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Guida in stato di ebbrezza: auto ferma è reato?

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 13599/2025, ha confermato che il reato di guida in stato di ebbrezza sussiste anche se il veicolo è fermo sulla pubblica via. Nel caso esaminato, una conducente è stata trovata addormentata nella sua auto, ferma in mezzo alla carreggiata con il motore acceso. La Corte ha dichiarato il suo ricorso inammissibile, ribadendo il principio secondo cui la fermata è una fase della circolazione stradale, rendendo irrilevante che il veicolo fosse in movimento o meno al momento del controllo.

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Pubblicato il 6 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: auto ferma, reato comunque?

La questione della guida in stato di ebbrezza è una delle più dibattute nel diritto penale stradale. Molti credono che per essere sanzionati sia necessario essere sorpresi mentre si è effettivamente al volante di un’auto in movimento. Tuttavia, una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 13599 del 2025, ribadisce un principio consolidato e fondamentale: il reato può configurarsi anche a veicolo fermo. Analizziamo questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso ha origine da una vicenda tanto semplice quanto comune. Una conducente veniva condannata dal Tribunale per il reato previsto dall’art. 186 del Codice della Strada. Contro questa decisione, proponeva appello, che la Corte d’Appello di Bologna dichiarava inammissibile per mancanza di specificità.

L’imputata, non arrendendosi, presentava ricorso in Cassazione. La sua difesa si basava su un unico punto: la violazione dell’art. 186, sostenendo che il reato di guida in stato di ebbrezza si configura solo se viene provato un movimento effettivo del veicolo in un’area pubblica. Nel caso specifico, infatti, la conducente era stata trovata addormentata all’interno della sua autovettura, ferma in mezzo alla carreggiata ma con il motore ancora acceso.

La Decisione della Cassazione sulla Guida in Stato di Ebbrezza

La Suprema Corte ha respinto il ricorso, dichiarandolo inammissibile perché manifestamente infondato e generico. Secondo gli Ermellini, la tesi difensiva, che richiedeva una interpretazione ‘dinamica’ della guida, era priva di pregio e non si confrontava adeguatamente con le motivazioni dei giudici dei gradi precedenti. Il ricorso si era limitato a mere formule di stile, ignorando il fatto cruciale accertato dal Tribunale: la donna dormiva in auto, sì, ma questa si trovava ferma in mezzo alla strada e con il motore acceso, una situazione che di per sé costituisce un pericolo per la circolazione.

Le Motivazioni della Corte

Il cuore della sentenza risiede nella nozione giuridica di ‘circolazione stradale’. La Cassazione ha colto l’occasione per sottolineare e ribadire un orientamento giurisprudenziale ormai granitico. In materia di circolazione stradale, il concetto di ‘guida’ non è limitato al solo movimento del veicolo.

La Corte afferma chiaramente che la ‘fermata’ costituisce una fase della circolazione. Di conseguenza, è del tutto irrilevante, ai fini della contestazione del reato, che il veicolo condotto dall’imputato fosse fermo o in moto al momento del controllo. Questo principio, spiegano i giudici, vale anche quando la fermata si trasforma in una sosta prolungata nel tempo.

A supporto di questa tesi, la sentenza cita numerosi precedenti conformi, tra cui uno relativo a un’auto in sosta su una carreggiata autostradale con all’interno l’imputato in stato di incoscienza. La logica è chiara: trovarsi alla guida di un veicolo fermo sulla pubblica via, specialmente con il motore acceso, equivale a essere inseriti nel flusso della circolazione stradale e, pertanto, a costituire un potenziale pericolo se si è in stato di alterazione.

Conclusioni

La decisione in esame conferma un principio di diritto di fondamentale importanza pratica: non è necessario essere ‘beccati’ mentre si guida per essere accusati di guida in stato di ebbrezza. È sufficiente trovarsi al posto di guida di un veicolo fermo sulla pubblica via in condizioni di poter riprendere la marcia in qualsiasi momento (ad esempio, con il motore acceso). Dormire in auto per smaltire gli effetti dell’alcol, sebbene possa sembrare una scelta prudente, non mette al riparo da conseguenze legali se il veicolo si trova in una posizione che rientra nella nozione di ‘circolazione stradale’, come una carreggiata. Questa sentenza serve da monito: la responsabilità penale inizia nel momento in cui ci si pone alla guida, non solo quando si preme l’acceleratore.

È possibile essere condannati per guida in stato di ebbrezza se il veicolo è fermo?
Sì. La Corte di Cassazione ha stabilito che la ‘fermata’ è una fase della circolazione stradale. Pertanto, il reato si configura anche se il veicolo è fermo in mezzo alla carreggiata con il motore acceso, in quanto il conducente si trova comunque ‘alla guida’ del mezzo.

Qual è la differenza tra ‘fermata’ e ‘guida effettiva’ ai fini del reato?
Ai fini del reato di guida in stato di ebbrezza, non vi è una differenza rilevante. La giurisprudenza considera la fermata, anche se protratta nel tempo (sosta), come parte integrante della circolazione. Non è necessaria una condotta di guida ‘dinamica’ (veicolo in movimento) per essere sanzionati.

Perché il ricorso dell’imputata è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché manifestamente infondato e generico. L’imputata si è limitata a sostenere l’insussistenza di una guida dinamica senza confrontarsi con le motivazioni dei giudici, i quali avevano evidenziato che si trovava addormentata nell’auto ferma in mezzo alla carreggiata con il motore acceso, una situazione che rientra pienamente nella nozione di circolazione stradale.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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