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Guida in stato di ebbrezza: alcoltest valido sempre?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza. L’ordinanza chiarisce che la dicitura ‘volume insufficiente’ sullo scontrino dell’alcoltest non invalida la prova se l’apparecchio non segnala un errore e rileva un tasso alcolemico superiore ai limiti. Viene inoltre confermata la nozione ampia di ‘incidente stradale’, che include anche la semplice fuoriuscita dalla carreggiata senza il coinvolgimento di terzi, quale circostanza aggravante del reato.

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Pubblicato il 5 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in stato di ebbrezza: quando l’alcoltest è valido e cosa si intende per incidente

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione affronta temi cruciali in materia di guida in stato di ebbrezza, fornendo chiarimenti sulla validità dell’alcoltest e sulla definizione di incidente stradale ai fini dell’applicazione dell’aggravante. La decisione ribadisce principi consolidati, sottolineando come le contestazioni generiche e meramente esplorative non possano trovare accoglimento in sede di legittimità.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un automobilista condannato in primo grado e in appello per il reato di guida in stato di ebbrezza, aggravato dall’aver provocato un incidente stradale. L’imputato aveva perso il controllo del proprio motoveicolo, uscendo di strada. Contro la sentenza della Corte d’Appello, l’interessato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diverse violazioni di legge, tra cui:

* Il mancato accoglimento della richiesta di rinnovare l’istruttoria.
* La nullità dell’accertamento alcolimetrico per la mancata informazione sulla facoltà di farsi assistere da un difensore.
* L’erroneo riconoscimento dell’aggravante dell’incidente stradale.
* Il diniego del proscioglimento per particolare tenuità del fatto.

L’analisi dei motivi di ricorso per guida in stato di ebbrezza

La Corte di Cassazione ha ritenuto i motivi di ricorso manifestamente infondati, assertivi e privi della necessaria specificità. I giudici hanno osservato come le censure mosse non fossero altro che una riproposizione di argomenti già esaminati e motivatamente respinti nei gradi di merito, senza un reale confronto critico con la decisione impugnata.

La validità dell’alcoltest e la dicitura ‘volume insufficiente’

Un punto centrale del ricorso riguardava la presunta irregolarità dell’alcoltest. La difesa sosteneva l’invalidità della prova a causa della dicitura “volume insufficiente” presente sullo scontrino. La Corte, tuttavia, ha richiamato un orientamento consolidato secondo cui il reato di guida in stato di ebbrezza è configurabile anche in questa ipotesi. Ciò che conta è che l’apparecchio non segnali espressamente un errore e che, al contempo, indichi un tasso alcolemico superiore alle soglie di punibilità. Le richieste di perizia sul funzionamento dell’etilometro sono state considerate meramente esplorative, in assenza di concreti segnali di malfunzionamento.

L’aggravante dell’incidente stradale

Altro tema cruciale era la contestazione dell’aggravante per aver provocato un incidente. Secondo la Suprema Corte, la nozione di “incidente stradale” ai fini dell’articolo 186, comma 2-bis, del Codice della Strada è molto ampia. Comprende qualsiasi avvenimento inatteso che interrompe il normale svolgimento della circolazione e può causare pericolo alla collettività. Non è necessario il coinvolgimento di terzi o di altri veicoli. Pertanto, anche la sola fuoriuscita di strada del veicolo condotto dall’imputato, avendo perso il controllo del mezzo, è sufficiente a integrare tale aggravante, in quanto costituisce un evento che lede la sicurezza della circolazione stradale.

Le motivazioni della Corte

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile basandosi sulla logicità, congruenza e correttezza giuridica della motivazione della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ribadito che la prova dell’avviso al conducente della facoltà di farsi assistere da un difensore è adeguatamente fornita dalla menzione di tale circostanza nel verbale di accertamenti urgenti, atto che gode di valore fidefaciente. Il fatto che l’imputato avesse sottoscritto tale verbale ha ulteriormente rafforzato la posizione dell’accusa. La Corte ha chiarito che l’orario di compilazione del verbale, successivo all’esecuzione del test, è una conseguenza logica e ovvia dello svolgimento delle operazioni.

Conclusioni

L’ordinanza in esame conferma con fermezza alcuni pilastri della giurisprudenza in materia di guida in stato di ebbrezza. In primo luogo, la validità dell’alcoltest non è pregiudicata da indicazioni accessorie come “volume insufficiente”, se il risultato è chiaro e l’apparecchio non segnala errori. In secondo luogo, la nozione di incidente stradale è estesa a qualsiasi evento che turbi la circolazione e crei un pericolo, anche senza il coinvolgimento di altri. Questa decisione serve da monito sulla serietà con cui vengono trattate tali infrazioni e sull’importanza di presentare ricorsi fondati su critiche specifiche e motivate, anziché su contestazioni generiche e già respinte in passato.

La dicitura ‘volume insufficiente’ sullo scontrino dell’alcoltest rende la prova nulla?
No. Secondo la Corte, la contravvenzione di guida in stato di ebbrezza è configurabile anche in questo caso, a condizione che l’apparecchio non segnali espressamente la presenza di un errore e riporti un tasso alcolemico superiore alle soglie previste dalla legge.

Cosa si intende per ‘incidente stradale’ come aggravante della guida in stato di ebbrezza?
Per ‘incidente stradale’ si intende qualsiasi avvenimento inatteso che, interrompendo il normale svolgimento della circolazione, possa provocare pericolo alla collettività. Non è necessario il coinvolgimento di altri veicoli o persone; anche la semplice fuoriuscita di strada è sufficiente a integrare l’aggravante.

Come si prova che l’automobilista è stato avvisato della facoltà di farsi assistere da un avvocato?
È sufficiente che di tale circostanza sia fatta menzione negli atti di polizia giudiziaria, come il verbale di accertamenti urgenti. Questi atti hanno un valore fidefaciente, ovvero fanno piena prova fino a querela di falso, specialmente se sottoscritti dall’interessato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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