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Guida in stato di ebbrezza: aggravante notturna

Un automobilista condannato per guida in stato di ebbrezza aggravata dall’aver causato un incidente di notte, ha presentato ricorso in Cassazione. Contestava la prova dell’orario del sinistro e il mancato riconoscimento delle attenuanti. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando la decisione dei giudici di merito. Secondo la Corte, la prova dell’orario può essere desunta logicamente dai verbali di intervento delle forze dell’ordine, rendendo certa l’applicazione dell’aggravante.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Guida in Stato di Ebbrezza: La Cassazione sull’Aggravante dell’Incidente Notturno

Il reato di guida in stato di ebbrezza è una delle violazioni più comuni del Codice della Strada, ma le sue conseguenze possono diventare particolarmente severe in presenza di specifiche circostanze aggravanti. Una di queste è l’aver provocato un incidente stradale in orario notturno. Con l’ordinanza in esame, la Corte di Cassazione torna a pronunciarsi su questo tema, chiarendo come si determina l’orario del sinistro e quali sono i limiti dell’impugnazione avverso le decisioni di merito.

I Fatti del Caso

Un automobilista veniva condannato per il reato di cui all’art. 186 del Codice della Strada. La sua posizione era aggravata dal fatto di aver provocato un sinistro stradale – andando a collidere contro un palo – in orario notturno, ovvero dopo le ore 22:00. L’imputato decideva di ricorrere in Cassazione, contestando principalmente due punti: la sussistenza della citata aggravante, sostenendo che non vi fosse prova certa che l’incidente fosse avvenuto dopo le 22, e il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, nonostante nel sinistro non fossero state coinvolte altre persone.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la sentenza della Corte d’Appello. I giudici di legittimità hanno ritenuto i motivi del ricorso manifestamente infondati, in quanto riproponevano questioni già correttamente valutate e risolte nei precedenti gradi di giudizio, senza apportare una critica specifica e puntuale alla motivazione della sentenza impugnata.

La prova dell’orario dell’incidente nella guida in stato di ebbrezza

Uno dei punti centrali della decisione riguarda la prova dell’aggravante dell’orario notturno. La Corte territoriale aveva stabilito che l’incidente era avvenuto ‘senz’altro’ dopo le 22:00 sulla base di elementi precisi:
1. Il verbale di intervento della Polizia Municipale, giunta sul posto alle 23:10.
2. Le dichiarazioni testimoniali di un agente, dal cui verbale risultava che la richiesta di intervento era pervenuta dai Carabinieri alle 22:50.
3. L’annotazione che i Carabinieri, già sul posto, avevano segnalato un sinistro avvenuto ‘poco prima’.

Secondo la Cassazione, la conclusione della Corte d’Appello è logica e congrua. L’espressione ‘poco prima’ rispetto a una chiamata delle 22:50 esclude ragionevolmente che l’incidente possa essere accaduto più di un’ora prima. Questa valutazione, basata su elementi fattuali e logici, non è sindacabile in sede di legittimità.

Il mancato riconoscimento delle attenuanti

Anche la questione delle attenuanti generiche è stata respinta. I giudici di merito avevano negato le attenuanti in ragione della significativa gravità del fatto, evidenziata sia dall’elevato tasso alcolemico, sia dalla produzione stessa dell’incidente. Il fatto che non fossero stati coinvolti terzi è stato considerato una circostanza ‘del tutto occasionale’ e non un elemento a favore del reo. La Cassazione ha ribadito che la valutazione delle circostanze e il giudizio di bilanciamento tra aggravanti e attenuanti rientrano nel potere discrezionale del giudice di merito, e la sua decisione è insindacabile se, come in questo caso, è sorretta da una motivazione sufficiente e non illogica.

Le Motivazioni

La motivazione della Corte si fonda su principi consolidati. In primo luogo, il ricorso per cassazione non può essere una mera riproposizione delle stesse doglianze già esaminate in appello. È necessaria una critica specifica e argomentata della sentenza impugnata, che in questo caso mancava. In secondo luogo, la valutazione degli elementi di prova, come le testimonianze e i verbali di polizia, spetta ai giudici di merito e non può essere rivalutata dalla Cassazione se la motivazione è logica e coerente. La Corte ha ritenuto che il ragionamento seguito per determinare l’orario del sinistro fosse inattaccabile. Infine, la decisione sulle attenuanti è stata considerata ben motivata, basandosi su parametri legali (art. 133 c.p.) come la gravità del fatto e i precedenti dell’imputato.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio fondamentale: l’inammissibilità del ricorso per cassazione, quando i motivi sono manifestamente infondati, preclude l’esame di altre questioni, inclusa l’eventuale prescrizione del reato maturata nel frattempo. Per gli automobilisti, la lezione è chiara: la guida in stato di ebbrezza è un reato grave, e le conseguenze si inaspriscono notevolmente se si causa un incidente, specialmente nelle ore notturne. La prova dell’orario non deve essere necessariamente ‘diretta’ (es. un testimone che guarda l’orologio), ma può essere raggiunta anche attraverso un ragionamento logico basato sugli orari di intervento delle forze dell’ordine, come dimostra questo caso.

Come si prova che un incidente stradale è avvenuto dopo le 22:00 ai fini dell’aggravante per guida in stato di ebbrezza?
La prova può essere fornita anche in via indiretta e logica. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto sufficienti gli orari registrati nei verbali delle forze dell’ordine: la chiamata dei Carabinieri alle 22:50 per un incidente avvenuto ‘poco prima’ e l’intervento della Polizia Municipale alle 23:10 sono stati considerati elementi idonei a collocare temporalmente il fatto dopo le ore 22:00.

Il fatto che un incidente stradale non coinvolga altre persone può essere considerato un’attenuante?
No, secondo la sentenza non necessariamente. I giudici hanno ritenuto che il mancato coinvolgimento di terzi fosse una circostanza del tutto occasionale e non un elemento meritevole di valutazione positiva per concedere le attenuanti generiche, soprattutto a fronte di un elevato tasso alcolemico e della gravità della condotta di guida.

Un ricorso in Cassazione dichiarato inammissibile può impedire la declaratoria di prescrizione del reato?
Sì. La giurisprudenza consolidata, richiamata nella decisione, afferma che l’inammissibilità del ricorso per cassazione dovuta a manifesta infondatezza dei motivi non consente la formazione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, preclude la possibilità per il giudice di rilevare e dichiarare cause di non punibilità, come la prescrizione, anche se maturate dopo la sentenza d’appello.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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