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Gravità indiziaria: lanciare droga dal finestrino

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 8362/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo accusato di detenzione di stupefacenti. L’imputato, passeggero su un autocarro, aveva gettato dal finestrino un chilo di cocaina durante un inseguimento della polizia. La Corte ha confermato la sussistenza della gravità indiziaria, ritenendo l’azione un contributo attivo al reato e non una mera connivenza passiva. È stato chiarito che, ai fini delle misure cautelari, anche un singolo indizio può essere sufficiente se di particolare rilevanza.

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Pubblicato il 3 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gravità Indiziaria: Lanciare Droga dal Finestrino è Concorso nel Reato

La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 8362 del 2024, è intervenuta su un caso di detenzione e trasporto di sostanze stupefacenti, offrendo chiarimenti cruciali sul concetto di gravità indiziaria e sulla differenza tra concorso attivo nel reato e mera connivenza. La decisione analizza la condotta di un passeggero che, durante un inseguimento, si disfa di un ingente quantitativo di cocaina lanciandolo dal finestrino del veicolo. Vediamo insieme i dettagli della vicenda e i principi di diritto affermati dalla Suprema Corte.

I Fatti: Inseguimento e Lancio del Pacco di Droga

Il caso ha origine da un controllo di polizia. Due fratelli a bordo di un autocarro, anziché fermarsi all’alt, si danno alla fuga. Durante il concitato inseguimento, i militari notano che dal finestrino del lato passeggero viene lanciato un involucro. Recuperato, il pacco si rivela contenere un chilogrammo di cocaina. A seguito di ciò, viene applicata una misura cautelare dell’obbligo di dimora al passeggero del veicolo, ritenuto l’autore materiale del lancio e quindi concorrente nel reato di detenzione e trasporto di stupefacenti.

La Difesa e la Valutazione sulla Gravità Indiziaria

La difesa dell’indagato ha presentato ricorso, sostenendo l’insussistenza di una gravità indiziaria a suo carico. Secondo la tesi difensiva, l’unico elemento sarebbe il lancio dal finestrino, un atto che, in assenza di altre prove, non dimostrerebbe il suo coinvolgimento. Si è ipotizzato che a lanciare l’involucro potesse essere stato il fratello conducente, nonostante fosse impegnato nella guida durante la fuga. La difesa ha quindi tentato di derubricare la condotta a una mera connivenza non punibile.

Dal Singolo Indizio alla Prova Grave

Il Tribunale del riesame prima, e la Cassazione poi, hanno respinto questa ricostruzione. La Suprema Corte ha ribadito un principio fondamentale in materia di misure cautelari: a differenza del giudizio di condanna, dove sono necessari più indizi gravi, precisi e concordanti (art. 192 c.p.p.), per l’applicazione di una misura cautelare è sufficiente anche un solo indizio, purché sia di “grave significato”.

Dalla Connivenza al Concorso Attivo nel Reato

Il punto centrale della sentenza riguarda la qualificazione giuridica del gesto. Gettare l’involucro contenente la droga non è stato considerato un atteggiamento passivo. Al contrario, è stato qualificato come un contributo fattivo e consapevole, finalizzato a occultare la prova del reato e a garantire l’impunità. Questa azione positiva integra pienamente gli estremi del concorso nel reato (art. 110 c.p.), escludendo la possibilità di configurare una semplice e non punibile connivenza.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, sottolineando come le censure proposte dalla difesa si risolvessero in una richiesta di rilettura dei fatti, attività preclusa nel giudizio di legittimità. Il Tribunale del riesame aveva fornito una motivazione logica e coerente, ritenendo implausibile che il conducente, impegnato in una fuga precipitosa, avesse potuto lanciare il pacco dal finestrino opposto. L’azione di disfarsi dello stupefacente, compiuta dal passeggero, è stata quindi correttamente interpretata come una condotta che manifesta una partecipazione attiva e una piena consapevolezza dell’attività illecita in corso. La Corte ha pertanto confermato la sussistenza della gravità indiziaria necessaria per il mantenimento della misura cautelare.

Le Conclusioni

La sentenza n. 8362/2024 offre un’importante lezione sulla valutazione della prova indiziaria nella fase cautelare. Stabilisce con chiarezza che un’azione materialmente diretta a nascondere il corpo del reato, come lanciare la droga dal finestrino, non è un mero contegno passivo, ma un atto che dimostra un pieno inserimento nel piano criminale. Questa decisione rafforza il principio secondo cui la partecipazione a un reato può manifestarsi anche attraverso condotte che, pur non essendo il nucleo centrale dell’illecito, sono funzionali alla sua riuscita o all’occultamento delle sue tracce.

Gettare un pacco di droga dal finestrino durante una fuga è considerato semplice connivenza?
No, la Cassazione ha stabilito che tale azione è un contributo fattivo e consapevole che integra il concorso nel reato, superando la mera connivenza non punibile, in quanto è finalizzata a occultare la prova del crimine.

Un singolo indizio è sufficiente per applicare una misura cautelare?
Sì, secondo la Corte, ai fini dell’applicazione di una misura cautelare è sufficiente anche un unico elemento probatorio, a condizione che sia di “grave significato”, a differenza di quanto richiesto per una sentenza di condanna definitiva.

In sede di ricorso per cassazione si possono riesaminare i fatti del caso?
No, il ricorso per cassazione è un giudizio di legittimità. La Corte non può rivalutare le prove o fornire una ricostruzione dei fatti diversa da quella, purché logicamente motivata, stabilita dai giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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