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Gravità indiziaria e associazione mafiosa: il limite

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un Pubblico Ministero contro l’annullamento di una misura cautelare in carcere per associazione mafiosa. La decisione si fonda sul principio che la Cassazione non può riesaminare i fatti, ma solo verificare la legalità e la logicità della motivazione del provvedimento impugnato. In questo caso, il Tribunale del riesame aveva fornito una motivazione completa e coerente per escludere la gravità indiziaria circa l’esistenza di un clan, rendendo la sua valutazione incensurabile in sede di legittimità.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gravità Indiziaria per Associazione Mafiosa: i Limiti del Sindacato di Legittimità

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 25618/2025, affronta un tema cruciale della procedura penale: i confini del proprio sindacato sulla valutazione della gravità indiziaria in materia di misure cautelari per il reato di associazione di tipo mafioso. La pronuncia ribadisce con fermezza che il ruolo del giudice di legittimità non è quello di fornire una nuova interpretazione dei fatti, ma di controllare la coerenza logica e la correttezza giuridica della decisione presa dal giudice di merito. Analizziamo insieme i passaggi di questa importante decisione.

Il Percorso Giudiziario: dall’Arresto all’Annullamento

La vicenda processuale ha origine da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari (GIP) nei confronti di un soggetto, ritenuto promotore e organizzatore di un’articolazione territoriale della ‘ndrangheta. Successivamente, l’indagato presentava un’istanza di revoca della misura, che veniva rigettata dal GIP.

Contro tale rigetto, la difesa proponeva appello al Tribunale del Riesame, il quale, in riforma della decisione del GIP, accoglieva l’istanza. La motivazione centrale del Tribunale era la mancanza di un quadro di gravità indiziaria sufficiente a sostenere l’esistenza stessa della cosca mafiosa contestata, presupposto indispensabile per il reato associativo.

Le Doglianze del Pubblico Ministero e la gravità indiziaria

Il Pubblico Ministero, non condividendo la decisione del Tribunale del Riesame, proponeva ricorso per cassazione, articolando diverse censure. Secondo l’accusa, il Tribunale avrebbe commesso un errore di valutazione, travisando i fatti e violando la legge. In particolare, il PM sosteneva che il Tribunale avesse:

* Svalutato erroneamente sentenze assolutorie di altri procedimenti che, al contrario, contenevano elementi utili a confermare l’operatività del clan.
* Ignorato le dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia.
* Interpretato in modo atomistico e non complessivo le risultanze delle intercettazioni.
* Violato l’art. 416-bis cod. pen. escludendo il reato per l’assenza di un numero minimo di associati identificati, in contrasto con la giurisprudenza consolidata.

L’obiettivo del ricorso era, in sostanza, dimostrare che una lettura corretta degli atti avrebbe dovuto condurre a una conferma della misura cautelare basata su una solida gravità indiziaria.

La Decisione della Cassazione: Inammissibilità e Ruolo del Giudice di Legittimità

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso del Pubblico Ministero inammissibile. La motivazione di questa decisione si fonda su un principio cardine del nostro ordinamento processuale: la netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità.

La Corte ha chiarito che il ricorso per cassazione non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sul fatto. Il suo compito non è stabilire quale sia la ‘migliore’ ricostruzione dei fatti, ma verificare che la motivazione del provvedimento impugnato sia:

1. Effettiva e non meramente apparente.
2. Logica e non manifestamente viziata.
3. Non contraddittoria nelle sue diverse parti.

Nel caso di specie, il Tribunale del Riesame aveva fornito una motivazione articolata e dettagliata, esaminando numerose fonti di prova (sentenze, dichiarazioni, intercettazioni) e spiegando perché, a suo avviso, esse non fossero sufficienti a provare l’esistenza del clan mafioso. Sebbene tale conclusione fosse opposta a quella del PM, la motivazione a suo sostegno non era né illogica né inesistente.

le motivazioni

Le motivazioni della Corte di Cassazione si basano sulla chiara distinzione tra un controllo di legittimità e un riesame del merito. Il ricorso del Pubblico Ministero, sebbene formalmente incentrato su vizi di legge e di motivazione, mirava in realtà a ottenere una nuova valutazione delle prove, un compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito. La Corte ha rilevato che il Tribunale del Riesame aveva condotto un’analisi completa e approfondita del materiale probatorio, includendo sentenze di assoluzione, dichiarazioni di collaboratori e intercettazioni. La conclusione del Tribunale — secondo cui gli elementi raccolti delineavano un conflitto per il controllo di attività criminali ma non provavano l’esistenza di una struttura associativa mafiosa — è stata ritenuta il frutto di un ragionamento logico e coerente. Pertanto, essendo la motivazione del Tribunale né apparente né manifestamente illogica, la sua valutazione era insindacabile in sede di legittimità.

le conclusioni

In conclusione, la Corte di Cassazione, dichiarando l’inammissibilità del ricorso, ha riaffermato un principio fondamentale del processo penale: il sindacato di legittimità non può sostituire la propria valutazione fattuale a quella, adeguatamente motivata, del giudice di merito. La decisione del Tribunale del Riesame, pur essendo discutibile dal punto di vista dell’accusa, era stata costruita su un percorso argomentativo completo e plausibile. Di conseguenza, il tentativo del Pubblico Ministero di proporre una lettura alternativa delle prove è stato respinto, consolidando il principio che una motivazione immune da vizi logici evidenti e da violazioni di legge non può essere censurata dalla Suprema Corte.

La Corte di Cassazione può riesaminare le prove, come intercettazioni o testimonianze, in un caso di misura cautelare?
No. Il ruolo della Corte di Cassazione è limitato al ‘controllo di legittimità’, ossia a verificare la corretta applicazione della legge e la coerenza logica della motivazione della decisione impugnata. Non può effettuare una nuova valutazione delle prove.

Cosa si intende per ‘gravità indiziaria’ necessaria per applicare una misura cautelare per associazione mafiosa?
Si intende un quadro di elementi probatori seri e consistenti che facciano ritenere altamente probabile non solo il coinvolgimento dell’indagato, ma anche l’esistenza stessa di una struttura criminale organizzata (la cosca) con le caratteristiche previste dall’art. 416-bis del codice penale.

Perché il ricorso del Pubblico Ministero è stato dichiarato inammissibile?
È stato dichiarato inammissibile perché, secondo la Corte, le censure sollevate non denunciavano reali violazioni di legge o vizi logici manifesti, ma sollecitavano una rilettura dei fatti e una diversa interpretazione del materiale probatorio, attività preclusa al giudice di legittimità.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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