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Gravità indiziaria: Cassazione su art. 416-bis

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro la custodia cautelare per associazione mafiosa. La Corte ha stabilito che il ricorso era generico, in quanto mirava a una nuova valutazione dei fatti invece di evidenziare vizi di legge. La sentenza ribadisce che la valutazione sulla gravità indiziaria effettuata dai giudici di merito è insindacabile in sede di legittimità se basata su un’analisi logica e complessiva degli elementi probatori, quali intercettazioni e dichiarazioni di collaboratori di giustizia.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gravità indiziaria e associazione mafiosa: i limiti del ricorso in Cassazione

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12243/2024, torna a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: i presupposti per l’applicazione delle misure cautelari e i limiti del sindacato di legittimità sulla gravità indiziaria. Il caso in esame riguarda un ricorso presentato da un indagato per partecipazione a un sodalizio di stampo mafioso, contro l’ordinanza che ne disponeva la custodia in carcere. La decisione offre importanti spunti sulla corretta valutazione delle prove in fase cautelare e sulla natura del ricorso per cassazione.

I Fatti: Il Contesto dell’Ordinanza Cautelare

Un individuo veniva raggiunto da un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Catanzaro, con l’accusa di far parte di un’associazione criminale di tipo mafioso, ai sensi dell’art. 416-bis del codice penale. L’ordinanza si basava su un complesso quadro probatorio, che includeva dichiarazioni di diversi collaboratori di giustizia, rapporti con noti esponenti di altre cosche e, soprattutto, i risultati di attività di intercettazione.

Il Tribunale del riesame confermava la misura, ritenendo sussistenti i gravi indizi di colpevolezza. Secondo i giudici, gli elementi raccolti, se letti in modo unitario e convergente, dimostravano l’inserimento stabile dell’indagato nell’organizzazione criminale.

Il Ricorso in Cassazione e la questione sulla gravità indiziaria

La difesa dell’indagato proponeva ricorso per cassazione, lamentando una violazione di legge e un vizio di motivazione. Secondo il ricorrente, l’ordinanza impugnata era illogica, contraddittoria e carente. In particolare, si contestava:

1. La mancanza di prove sull’esistenza stessa del sodalizio mafioso.
2. La genericità delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, che non specificavano il ruolo o i reati commessi dall’indagato.
3. Una lettura parcellizzata e atomistica degli elementi indiziari, senza considerare le argomentazioni difensive presentate.
4. L’inadeguatezza delle prove, come le frequentazioni con altri soggetti o le intercettazioni, a dimostrare una partecipazione attiva al sodalizio.

In sostanza, la difesa chiedeva alla Corte di Cassazione una rivalutazione completa del materiale probatorio, sostenendo che non raggiungesse la soglia della gravità indiziaria richiesta dalla legge.

La Decisione della Corte: I Limiti del Giudizio di Legittimità

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo principi consolidati in materia di giudizio di legittimità.

La Valutazione Unitaria degli Indizi

La Corte ha criticato l’approccio difensivo, definendolo una lettura “parcellizzata ed atomistica” degli elementi indiziari. Al contrario, il Tribunale del riesame aveva correttamente operato una valutazione complessiva e unitaria, trovando coerenza e concordanza tra le varie fonti di prova: le dichiarazioni dei collaboratori, le frequentazioni, i legami con altre cosche e, in modo determinante, il contenuto delle conversazioni intercettate. Queste ultime, in particolare, mostravano la piena “intraneità” dell’indagato alla cosca.

La Genericità del Ricorso come Causa di Inammissibilità

Il motivo principale dell’inammissibilità risiede nel fatto che il ricorso non denunciava reali vizi di legge o manifeste illogicità della motivazione. Piuttosto, si limitava a riproporre le stesse argomentazioni già esaminate e respinte dal Tribunale del riesame, prospettando una diversa interpretazione delle prove. La Cassazione ha ricordato che il suo compito non è quello di stabilire quale sia la “migliore ricostruzione dei fatti”, ma solo di verificare se la motivazione del giudice di merito sia logica, coerente e rispettosa dei principi di diritto.

Le Motivazioni della Sentenza

La motivazione della Corte si fonda sulla netta distinzione tra giudizio di merito e giudizio di legittimità. Il ricorso per cassazione non è un terzo grado di giudizio dove poter ridiscutere l’attendibilità delle fonti o la rilevanza dei dati probatori. Il controllo della Cassazione è limitato alla verifica della tenuta logico-giuridica della motivazione. Nel caso di specie, l’ordinanza del Tribunale del riesame era stata ritenuta esaustiva, congrua e immune da vizi logici, avendo analizzato adeguatamente tutti gli elementi e ricondotti a un quadro unitario che supportava la sussistenza della gravità indiziaria. Le censure della difesa, pur investendo formalmente la motivazione, si risolvevano in una richiesta di nuova valutazione del merito, inammissibile in sede di legittimità.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

Questa sentenza conferma un orientamento giurisprudenziale consolidato e offre due importanti indicazioni pratiche:

1. Per la difesa: un ricorso per cassazione in materia cautelare ha scarse possibilità di successo se si limita a contestare la valutazione delle prove fatta dal giudice del riesame. È necessario, invece, individuare specifici vizi di violazione di legge o palesi e macroscopiche illogicità nel ragionamento del giudice.
2. Per l’accusa e i giudici di merito: la valutazione della gravità indiziaria deve sempre basarsi su un’analisi globale e non frammentaria degli elementi raccolti. È la convergenza di più indizi, anche se singolarmente non decisivi, a costruire quel quadro di serietà richiesto per l’applicazione di una misura restrittiva della libertà personale.

Quando un ricorso per cassazione contro una misura cautelare viene considerato inammissibile?
Quando è generico, non specifica vizi di legge o manifeste illogicità, e si limita a riproporre le stesse argomentazioni già respinte dal giudice del riesame, chiedendo di fatto una nuova valutazione delle prove, attività che esula dalle competenze della Corte di Cassazione.

Come deve essere valutata la gravità indiziaria per giustificare la custodia in carcere per associazione mafiosa?
Deve essere valutata attraverso un’analisi complessiva e unitaria di tutti gli elementi a disposizione (intercettazioni, dichiarazioni di collaboratori, frequentazioni). Non è sufficiente una lettura frammentata dei singoli indizi, ma è la loro concordanza e convergenza a creare il quadro di serietà richiesto dalla legge.

Può la Corte di Cassazione riesaminare l’attendibilità delle prove, come le dichiarazioni dei collaboratori di giustizia?
No, il controllo della Corte di Cassazione è limitato alla correttezza giuridica e alla logicità della motivazione del provvedimento impugnato. Non può entrare nel merito della ricostruzione dei fatti né valutare l’attendibilità delle fonti di prova, compito che spetta esclusivamente ai giudici di merito.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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