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Gravità indiziaria: Cassazione e limiti del ricorso

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro un’ordinanza di custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico. La Corte ribadisce che non può rivalutare nel merito la gravità indiziaria, ma solo verificare la logicità della motivazione del tribunale del riesame, che in questo caso è stata ritenuta corretta e non viziata.

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Pubblicato il 26 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gravità Indiziaria e Misure Cautelari: i Limiti del Ricorso in Cassazione

La recente sentenza della Corte di Cassazione, Sezione Penale, n. 2540 del 2024, offre un’importante lezione sui limiti del sindacato di legittimità in materia di misure cautelari. La Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un indagato contro l’ordinanza di custodia in carcere per narcotraffico, ribadendo che la valutazione sulla gravità indiziaria operata dal Tribunale del Riesame non può essere messa in discussione nel merito, se non per vizi di manifesta illogicità o violazione di legge. Analizziamo i punti salienti della decisione.

I Fatti alla Base del Provvedimento

Il caso nasce da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari che applicava la custodia cautelare in carcere a un soggetto, indagato per una serie di reati, tra cui associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti (capo 35) e altri reati specifici legati alla droga (capi 51, 52, 53, 54). Il Tribunale del Riesame confermava integralmente tale misura, spingendo la difesa a presentare ricorso per cassazione.

I Motivi del Ricorso: Una Difesa a Tutto Campo

La difesa dell’indagato ha articolato il ricorso su diversi punti, cercando di smontare l’impianto accusatorio che giustificava la misura cautelare.

La Presunta Violazione del “Ne Bis in Idem”

Il primo motivo lamentava che uno dei fatti contestati (capo 51) era già stato oggetto di un separato processo, con sentenze di primo e secondo grado. Si deduceva quindi la violazione del principio secondo cui non si può essere processati due volte per lo stesso reato.

La Contestazione sulla Gravità Indiziaria e il Contributo Concorsuale

Per altri capi d’imputazione (capi 52 e 54), il ricorrente contestava la sussistenza di un suo contributo concorsuale. Secondo la difesa, la sua semplice presenza nell’abitazione del custode della sostanza o il suo tentativo di dissuadere altri dal recuperare un credito con la forza non erano sufficienti a dimostrare una partecipazione al reato. Al più, sosteneva, si sarebbe potuta configurare l’ipotesi di favoreggiamento personale, reato per il quale la misura cautelare non è consentita.

La Critica all’ipotesi di Associazione a Delinquere

Il cuore del ricorso riguardava la contestazione del reato associativo (capo 35). La difesa argomentava che non vi era prova di un inserimento stabile dell’indagato nel sodalizio criminale. I contatti con pochi soggetti e l’assenza di una ripartizione di proventi più ampia non potevano, a suo dire, dimostrare l’appartenenza a un’organizzazione strutturata.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha respinto tutte le censure, dichiarando il ricorso inammissibile per diverse ragioni, principalmente legate alla natura del giudizio di legittimità.

Il Ruolo Limitato della Corte sulla Gravità Indiziaria

Il punto centrale della decisione è il principio consolidato secondo cui la Corte di Cassazione non può rivalutare la ricostruzione del quadro indiziario. Il suo compito non è quello di fornire una lettura alternativa degli elementi di prova, ma solo di verificare se la motivazione del provvedimento impugnato sia:

* Conforme a specifiche norme di legge.
* Logica e non manifestamente contraddittoria.

Nel caso di specie, il ricorrente chiedeva sostanzialmente alla Corte di riconsiderare gli indizi in modo diverso da come aveva fatto il Tribunale del Riesame, un’operazione non consentita in sede di legittimità. La motivazione del Riesame è stata ritenuta logica e coerente, non basata su una lettura parcellizzata degli indizi, ma su una visione d’insieme che collegava i vari reati-fine al reato associativo.

La Logicità della Ricostruzione del Tribunale del Riesame

La Cassazione ha evidenziato come il Tribunale avesse correttamente motivato la gravità indiziaria. La presenza dell’indagato non era stata ritenuta occasionale, e il suo ruolo all’interno del gruppo era stato desunto da conversazioni telefoniche e ambientali che ne delineavano una funzione fondamentale, anche nel consegnare i proventi dello spaccio ai vertici del sodalizio. Inoltre, la Corte ha ricordato che per configurare l’associazione finalizzata al narcotraffico è sufficiente una durevole comunanza di scopo (immettere droga sul mercato), a prescindere dalla diversità degli scopi personali dei singoli partecipi.

Conclusioni: Inammissibilità e Principio di Diritto

La sentenza si conclude con la declaratoria di inammissibilità del ricorso e la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali. La decisione riafferma un principio cardine del sistema processuale: il ricorso per cassazione contro le misure cautelari non è un terzo grado di giudizio sul merito dei fatti. È, invece, un controllo sulla legalità e sulla coerenza logica della motivazione. Quando il Tribunale del Riesame fornisce una spiegazione plausibile e non contraddittoria del perché sussiste una grave quadro indiziario, supportata da elementi concreti, tale valutazione non può essere censurata dalla Suprema Corte.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti che hanno portato a una misura cautelare?
No, la Corte di Cassazione non può riesaminare i fatti o fornire una diversa valutazione delle prove. Il suo compito è limitato a verificare se la motivazione del giudice precedente è manifestamente illogica o viola specifiche norme di legge.

L’eccezione di “ne bis in idem” (non essere processati due volte per lo stesso fatto) può essere sollevata davanti al giudice dell’impugnazione cautelare?
Secondo la sentenza, no. L’eccezione deve essere sollevata davanti al giudice del procedimento principale, non in sede di impugnazione di una misura cautelare, la cui competenza è circoscritta alla verifica della gravità indiziaria ai fini della misura stessa.

Per configurare un’associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti, è necessario che tutti i membri abbiano gli stessi scopi personali?
No. La sentenza ribadisce che per la configurabilità del reato è sufficiente che esista una comunanza di scopo durevole, ovvero l’interesse a immettere la sostanza stupefacente sul mercato. La diversità degli scopi personali e degli utili perseguiti dai singoli partecipanti non impedisce la costituzione del rapporto associativo.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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