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Gravità indiziaria: Cassazione annulla misura cautelare

La Corte di Cassazione ha annullato un’ordinanza di arresti domiciliari per traffico di stupefacenti, sottolineando la mancanza di una solida gravità indiziaria. La decisione del Tribunale del riesame è stata giudicata congetturale e carente, poiché non ha valutato adeguatamente le intercettazioni, le ipotesi alternative della difesa e l’esito negativo delle perquisizioni, violando i principi per l’applicazione delle misure cautelari.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gravità indiziaria: quando gli indizi non bastano per gli arresti domiciliari

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28153 del 2025, torna a pronunciarsi sui requisiti necessari per l’applicazione di una misura cautelare, riaffermando un principio fondamentale: la libertà personale non può essere limitata sulla base di mere congetture. Il caso analizzato riguarda un’ordinanza di arresti domiciliari per spaccio di stupefacenti, annullata proprio per la mancanza di una solida gravità indiziaria. Questa pronuncia offre spunti cruciali sulla corretta valutazione delle prove, specialmente in assenza di riscontri oggettivi come il sequestro della sostanza illecita.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari con l’accusa di aver effettuato due cessioni di stupefacenti. La decisione del Giudice per le indagini preliminari veniva confermata dal Tribunale di Lecce in sede di riesame. Tuttavia, la difesa presentava ricorso in Cassazione, che annullava una prima volta l’ordinanza per carenze motivazionali.

Nonostante ciò, il Tribunale, chiamato a riesaminare il caso, confermava nuovamente la misura. L’indagato, tramite il suo difensore, ricorreva per la seconda volta alla Suprema Corte, lamentando che il Tribunale non avesse tenuto conto dei rilievi mossi in precedenza e avesse basato la sua decisione su un quadro indiziario debole e contraddittorio.

I Motivi del Ricorso e la valutazione della gravità indiziaria

Il ricorso si fondava su due pilastri: la carenza di gravità indiziaria e l’insussistenza delle esigenze cautelari.

La difesa evidenziava come il Tribunale avesse ignorato elementi cruciali a favore dell’indagato:
1. Esito negativo delle perquisizioni: Nessuna sostanza stupefacente era stata trovata in possesso dell’accusato.
2. Spiegazioni alternative: I dati GPS, che mostravano i viaggi dell’indagato in una zona con una profumeria all’ingrosso, supportavano la sua versione di approvvigionarsi per la propria attività, offrendo una spiegazione lecita ai suoi spostamenti.
3. Mancanza di attualità: I fatti contestati risalivano al 2022 e l’unico precedente a carico dell’uomo era molto datato (oltre vent’anni).

Il Tribunale, secondo la difesa, aveva costruito un’accusa basata su interpretazioni congetturali di conversazioni intercettate, senza che queste fossero supportate da prove concrete.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. La motivazione della sentenza è un’importante lezione sul rigore necessario nella valutazione della gravità indiziaria. La Suprema Corte ha stabilito che l’ordinanza impugnata non era coerente con le indicazioni fornite nel precedente annullamento.

Il Tribunale non ha:
* Analizzato a fondo le intercettazioni: Non ha esplorato il reale significato probatorio delle espressioni captate, limitandosi a un’interpretazione univoca.
* Considerato ipotesi alternative: Non ha verificato se i rapporti tra l’indagato e il presunto acquirente potessero avere ragioni diverse dallo spaccio, dato che gli incontri avvenivano in un’osteria gestita da quest’ultimo.
* Valutato correttamente le prove a discarico: Ha ignorato l’esito negativo delle perquisizioni e ha definito ‘apodittica’ (cioè immotivata) la dichiarazione del presunto acquirente che, pur ammettendo le proprie responsabilità, scagionava l’indagato.

La Cassazione ha definito l’affermazione della ‘contiguità al contesto di spaccio’ come ‘del tutto congetturale’, specialmente in assenza di sequestri di droga. In questi casi, il giudice ha l’obbligo di considerare con la massima attenzione le ipotesi ricostruttive alternative fornite dalla difesa.

Le Conclusioni

Con questa sentenza, la Corte di Cassazione annulla nuovamente l’ordinanza e rinvia il caso al Tribunale di Lecce per un nuovo giudizio. Quest’ultimo dovrà attenersi scrupolosamente ai criteri indicati, procedendo a una rivalutazione completa e rigorosa della piattaforma indiziaria. La decisione ribadisce che per limitare la libertà di una persona non bastano sospetti o supposizioni, ma sono necessari indizi gravi, precisi e concordanti, la cui valutazione deve essere logica, coerente e immune da salti nel vuoto o interpretazioni forzate.

Cosa si intende per ‘gravità indiziaria’ sufficiente per una misura cautelare?
Secondo la sentenza, la gravità indiziaria richiede elementi seri e concreti che supportino l’accusa, non mere congetture. La valutazione del giudice deve essere logica, approfondita e deve considerare tutte le circostanze del caso, incluse le prove a discarico.

L’esito negativo di una perquisizione ha peso nella valutazione degli indizi?
Sì, la Corte di Cassazione ha specificato che il giudice del riesame avrebbe dovuto considerare attentamente il fatto che le perquisizioni a carico del ricorrente avessero avuto esito negativo, in quanto elemento che indebolisce il quadro accusatorio.

Cosa deve fare il giudice quando la difesa offre una spiegazione alternativa ai fatti?
Il giudice ha il dovere di dare adeguato conto delle ipotesi ricostruttive alternative offerte dalla difesa. In assenza di prove oggettive (come il sequestro di stupefacenti), non può ignorare o sminuire senza una solida motivazione le spiegazioni lecite fornite dall’indagato per i suoi comportamenti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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