LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Gravi indizi di colpevolezza: ricorso generico

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un indagato contro la custodia cautelare in carcere per associazione a delinquere, furto e riciclaggio. I motivi del ricorso sono stati ritenuti generici, in quanto si limitavano a proporre una diversa valutazione dei fatti senza evidenziare vizi logici o violazioni di legge nella decisione del tribunale del riesame sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 30 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gravi Indizi di Colpevolezza: Quando il Ricorso in Cassazione è Inammissibile

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 5186 del 2024, offre un importante chiarimento sui requisiti di ammissibilità del ricorso contro le ordinanze che dispongono misure cautelari. La decisione sottolinea come la valutazione dei gravi indizi di colpevolezza effettuata dal giudice di merito non possa essere messa in discussione con motivi generici, che si limitano a proporre una diversa lettura dei fatti senza individuare specifiche violazioni di legge o vizi logici. Approfondiamo questa pronuncia per capire i confini del sindacato di legittimità in materia cautelare.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da un’ordinanza del Giudice per le Indagini Preliminari del Tribunale di Salerno, che applicava la misura della custodia cautelare in carcere a un individuo. Le accuse erano di notevole gravità: partecipazione a un’associazione a delinquere finalizzata alla commissione di furti, riciclaggio, tentato furto e furto.

L’indagato proponeva istanza di riesame al Tribunale di Napoli, che però confermava la misura restrittiva. Contro questa decisione, l’interessato presentava ricorso per cassazione, lamentando principalmente due aspetti: un vizio di motivazione sulla sussistenza dei gravi indizi per i reati di riciclaggio e tentato furto, e un’errata valutazione delle esigenze cautelari e della sua pericolosità, nonostante fosse incensurato e avesse un ruolo ritenuto marginale.

La Decisione della Corte e i gravi indizi di colpevolezza

La Seconda Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito un principio fondamentale del procedimento cautelare: in questa fase non si richiede la prova piena della colpevolezza, come nel giudizio di merito, ma la sola sussistenza di gravi indizi di colpevolezza. Qualsiasi elemento probatorio che fondi un giudizio di qualificata probabilità sulla responsabilità dell’indagato è sufficiente.

Il ricorso per cassazione, pertanto, non può trasformarsi in un terzo grado di giudizio sui fatti. È ammissibile solo se denuncia una violazione di specifiche norme di legge o una manifesta illogicità della motivazione, non quando, come nel caso di specie, si limita a proporre una diversa valutazione delle circostanze già esaminate dal giudice di merito.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha articolato le ragioni dell’inammissibilità su due punti principali.

1. La Genericità del Primo Motivo di Ricorso

Il primo motivo, relativo alla presunta insussistenza degli indizi per riciclaggio e tentato furto, è stato giudicato generico. L’indagato, secondo la Corte, non si è confrontato con la dettagliata e logica motivazione fornita dal Tribunale del riesame. Si è limitato a reiterare le stesse censure già presentate in sede di riesame, invocando di fatto una diversa valutazione del compendio indiziario, attività preclusa in sede di legittimità.

Inoltre, la Corte ha osservato che il ricorso non contestava la gravità indiziaria per i reati più seri, ovvero l’associazione a delinquere e un altro episodio di furto. Di conseguenza, anche se i motivi sui singoli capi di imputazione fossero stati accolti, il provvedimento cautelare sarebbe rimasto valido, poiché giustificato dagli altri reati non contestati.

2. La Genericità del Secondo Motivo di Ricorso e le esigenze cautelari

Anche il secondo motivo, riguardante le esigenze cautelari e la pericolosità, è stato ritenuto generico. Il Tribunale aveva motivato la sua decisione valorizzando le modalità della condotta, la natura permanente e organizzata dell’accordo criminale e il concreto rischio di recidiva. Il ricorrente, invece, non ha tenuto conto di queste argomentazioni, limitandosi a insistere sulla propria condizione di incensurato, elemento già valutato e ritenuto non sufficiente a escludere la pericolosità.

Le Conclusioni

La sentenza ribadisce con fermezza che il controllo della Corte di Cassazione sulle misure cautelari è un controllo di legittimità e non di merito. Per ottenere un annullamento, non basta sostenere che i fatti potevano essere interpretati diversamente; è necessario dimostrare che il giudice del riesame ha violato la legge o ha seguito un percorso argomentativo palesemente illogico o contraddittorio. La valutazione sulla sussistenza dei gravi indizi di colpevolezza rimane prerogativa del giudice di merito, il cui giudizio è sindacabile solo entro questi stretti limiti. La decisione comporta per il ricorrente la condanna al pagamento delle spese processuali e di una somma di 3.000 euro alla cassa delle ammende.

Quale livello di prova è necessario per applicare una misura cautelare come la custodia in carcere?
La legge non richiede una prova piena della colpevolezza, ma la sussistenza di ‘gravi indizi di colpevolezza’, ovvero elementi sufficientemente seri da far ritenere altamente probabile la responsabilità dell’indagato per i reati contestati.

Perché il ricorso alla Corte di Cassazione è stato dichiarato inammissibile in questo caso?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto ‘generico’. L’indagato non ha indicato specifiche violazioni di legge o manifeste illogicità nel ragionamento del giudice, ma ha semplicemente proposto una diversa interpretazione degli elementi a suo carico, operazione che non è permessa in sede di ricorso per cassazione.

Una misura cautelare può essere mantenuta anche se gli indizi per alcuni reati sono contestati?
Sì. In questo caso, la Corte ha specificato che la misura cautelare sarebbe comunque rimasta efficace perché il ricorso non contestava la gravità degli indizi per altri reati, come l’associazione a delinquere e un altro furto, che da soli erano sufficienti a giustificare la misura.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati