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Giustizia riparativa: requisiti per l’ammissione

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti. La Corte ha stabilito che per l’accesso a programmi di giustizia riparativa è necessaria l’attivazione di centri pubblici conformi alla legge (D.Lgs. 150/2022) e non basta la mera esistenza di una struttura. Inoltre, ha confermato il diniego della sostituzione della pena con misure alternative, poiché l’imputato, avendo già beneficiato in passato di misure simili e essendo ricaduto nel reato, ha dimostrato l’inidoneità di tali sanzioni a svolgere una funzione special-preventiva.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giustizia Riparativa: La Cassazione sui Requisiti di Ammissione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sui presupposti per l’accesso ai programmi di giustizia riparativa e sui limiti all’applicazione delle pene sostitutive in caso di recidiva. La pronuncia analizza il ricorso di un imputato condannato per detenzione di stupefacenti, toccando temi procedurali e sostanziali di grande attualità nel panorama del diritto penale.

I Fatti di Causa

Il caso origina dalla condanna di un soggetto a due anni di reclusione per la detenzione a fini di spaccio di un ingente quantitativo di hashish, sufficiente per oltre 9.300 dosi. La condanna, pronunciata in primo grado con rito abbreviato, veniva integralmente confermata dalla Corte di Appello di Torino.

L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per Cassazione, affidandosi a quattro distinti motivi di impugnazione, che spaziavano da vizi procedurali a questioni relative alla determinazione della pena e all’accesso a percorsi alternativi alla detenzione.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha lamentato principalmente quattro aspetti:

1. Nullità del decreto di citazione in appello: Si sosteneva che l’atto non contenesse l’avvertimento, previsto dalla normativa, circa le possibili sanzioni e misure applicabili, inclusa la confisca.
2. Mancanza di motivazione: Il ricorrente contestava l’assenza di un’adeguata giustificazione da parte della Corte di Appello sia sul diniego delle circostanze attenuanti generiche sia sulla quantificazione della pena.
3. Diniego della giustizia riparativa: L’imputato si opponeva al rigetto della sua istanza di ammissione a un programma di giustizia riparativa, che la Corte territoriale aveva motivato con la mancata attivazione dei centri pubblici preposti.
4. Mancata sostituzione della pena: Infine, veniva criticata la decisione di non sostituire la pena detentiva con la sanzione della detenzione domiciliare.

La Decisione della Suprema Corte e i requisiti per la giustizia riparativa

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso infondato in ogni suo punto, respingendolo integralmente. La sentenza fornisce un’analisi dettagliata di ciascun motivo, offrendo spunti di riflessione significativi.

Analisi dei Motivi di Ricorso

La Corte ha affrontato sistematicamente ogni doglianza. Per quanto riguarda il primo motivo, ha qualificato l’eventuale vizio del decreto di citazione come una ‘nullità a regime intermedio’, che avrebbe dovuto essere eccepita nel primo atto utile successivo alla notifica, e non per la prima volta in Cassazione. La tardività dell’eccezione ne ha quindi comportato l’inammissibilità.

Sul secondo motivo, relativo alla mancanza di motivazione, i giudici hanno rilevato che le censure sulle attenuanti generiche e sulla pena non erano state adeguatamente formulate nei motivi di appello. In virtù dell’effetto devolutivo del giudizio di gravame, la Corte di Appello non era tenuta a pronunciarsi su questioni non specificamente devolute alla sua attenzione.

Le motivazioni

Il cuore della pronuncia risiede nell’analisi dei motivi relativi alla giustizia riparativa e alla sostituzione della pena. La Corte ha confermato la decisione dei giudici di merito, sottolineando che l’ammissione a un programma di giustizia riparativa non è un diritto incondizionato, ma è subordinata all’effettiva operatività di specifici ‘Centri per la giustizia riparativa di riferimento’. Questi organismi devono essere istituiti e gestiti secondo le precise modalità procedurali indicate dal d.lgs. n. 150/2022. La semplice esistenza di una struttura sul territorio non è sufficiente se questa non rispetta i requisiti di legge. Poiché il ricorrente non ha fornito prova della costituzione di un centro conforme alle norme, la decisione di inammissibilità della richiesta è stata ritenuta corretta.

Infine, riguardo al diniego della detenzione domiciliare, la Cassazione ha ritenuto congrua la motivazione della Corte di Appello. I giudici di merito avevano evidenziato come l’imputato avesse già beneficiato in passato di una pena sostitutiva, ma fosse nuovamente ricaduto nel crimine. Questo comportamento dimostrava, in maniera ‘plasticamente evidente’, l’inidoneità della misura alternativa a svolgere la necessaria funzione special-preventiva, ovvero a dissuadere il condannato dal commettere ulteriori reati.

Le conclusioni

La sentenza ribadisce principi fondamentali del diritto processuale e sostanziale. In primo luogo, sottolinea la necessità di rispettare i termini perentori per l’eccezione delle nullità procedurali. In secondo luogo, chiarisce che l’accesso ai nuovi istituti, come la giustizia riparativa, è strettamente legato all’implementazione delle strutture previste dal legislatore. Infine, conferma un orientamento consolidato secondo cui la concessione di benefici e pene alternative deve essere attentamente valutata alla luce della personalità del reo e della sua precedente condotta, al fine di garantire l’effettiva funzione rieducativa e preventiva della sanzione penale.

Quando deve essere eccepito un vizio procedurale come la presunta incompletezza di un decreto di citazione a giudizio?
Un’eventuale nullità del decreto di citazione, se non assoluta, deve essere eccepita, a pena di decadenza, nel primo atto successivo alla notificazione dell’atto viziato. Non può essere sollevata per la prima volta con il ricorso per cassazione.

Quali sono i presupposti per poter essere ammessi a un programma di giustizia riparativa?
Per l’ammissione a un programma di giustizia riparativa è necessario che siano stati istituiti e siano operativi i ‘Centri per la giustizia riparativa’ gestiti secondo le specifiche modalità previste dal D.Lgs. n. 150 del 2022. La mera esistenza sul territorio di un centro non è sufficiente se non è provato che questo sia stato costituito e funzioni secondo le forme di legge.

La commissione di un nuovo reato dopo aver già beneficiato di una pena sostitutiva preclude la possibilità di ottenerla di nuovo?
Sì, la Corte ha ritenuto che la ricaduta nel crimine dopo aver già goduto in passato di una pena sostitutiva dimostra l’inidoneità di tale misura a svolgere una funzione special-preventiva per quel soggetto. Pertanto, costituisce una motivazione congrua per negare la concessione di una nuova sanzione sostitutiva.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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