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Giustificato motivo espulsione: la salute prima di tutto

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per inottemperanza a un ordine di espulsione, sottolineando l’importanza del ‘giustificato motivo espulsione’. Il caso riguardava un cittadino straniero con gravi problemi di salute preesistenti all’ordine. La Corte ha stabilito che il giudice di merito ha errato nel non considerare adeguatamente le prove mediche, che avrebbero potuto dimostrare l’impossibilità di ottemperare al provvedimento, rendendo la condotta non punibile. Il processo è stato rinviato per un nuovo esame.

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Pubblicato il 29 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giustificato Motivo Espulsione: La Cassazione Sottolinea l’Importanza della Salute

L’inottemperanza a un ordine di espulsione è un reato, ma cosa succede se gravi problemi di salute impediscono di lasciare il Paese? Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio cruciale: la presenza di un giustificato motivo espulsione, come una patologia preesistente, può escludere la punibilità. Questa decisione chiarisce che i giudici devono valutare attentamente tutte le prove documentali che attestano le condizioni di salute dello straniero, anche se emerse formalmente dopo l’ordine.

I Fatti del Caso: Un Ordine di Espulsione Ignorato

Un cittadino straniero veniva condannato dal Giudice di Pace per essere rimasto illegalmente sul territorio italiano nonostante avesse ricevuto un ordine di espulsione del Questore nel giugno 2019. L’uomo, tuttavia, non aveva ottemperato al provvedimento e, di conseguenza, era stato processato per il reato di cui all’art. 14, comma 5-quater, del Testo Unico sull’Immigrazione.

La Difesa: Condizioni di Salute Preesistenti come Giustificato Motivo

L’imputato, tramite il suo legale, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo di non aver potuto lasciare l’Italia a causa di gravi problemi di salute, tra cui dipendenza da alcol e disturbi psichici, che lo affliggevano già da prima del 2019. A supporto di questa tesi, la difesa ha prodotto una serie di documenti, tra cui:
* Permessi di soggiorno per cure mediche ottenuti nel 2020.
* Una decisione della Commissione Territoriale che, pur negando la protezione internazionale, riconosceva gravi patologie e trasmetteva gli atti per il rilascio di un permesso speciale.
* Attestazioni di ricoveri psichiatrici avvenuti sia prima (2018) che subito dopo (dicembre 2019) l’ordine di espulsione.

Secondo la difesa, il Giudice di Pace aveva erroneamente ignorato queste prove, non riconoscendo la sussistenza di un giustificato motivo che rendeva impossibile l’adempimento dell’ordine.

La Decisione della Cassazione sul Giustificato Motivo Espulsione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, annullando la sentenza di condanna e rinviando il caso per un nuovo giudizio al Giudice di Pace di Como. La Corte ha ritenuto che il giudice di primo grado avesse commesso un errore di valutazione, trincerandosi dietro un’affermazione apodittica sulla posteriorità della documentazione medica rispetto ai fatti, senza un’analisi approfondita.

Le Motivazioni

I giudici supremi hanno ribadito un principio di diritto consolidato: la configurabilità del reato di inosservanza dell’ordine del questore è esclusa se esiste un giustificato motivo espulsione. Se la successiva concessione di un permesso di soggiorno per cure mediche si fonda su condizioni patologiche che preesistevano all’ordine, la condotta di chi non ha lasciato il Paese risulta priva di offensività penale.

La Corte ha sottolineato che è illogico pensare che gravi disturbi psichici possano insorgere improvvisamente. La documentazione prodotta, inclusi i ricoveri antecedenti all’ordine, era più che sufficiente a imporre al giudice un’attenta verifica. Ignorare tali prove e non motivare adeguatamente sulla loro irrilevanza costituisce un vizio della sentenza. Il giudice di merito avrebbe dovuto verificare se, nel giugno 2019, le condizioni patologiche soggettive dell’imputato fossero tali da rendere legittimo il mancato rientro nel Paese di origine.

Le Conclusioni

Questa sentenza è di fondamentale importanza perché rafforza la tutela del diritto alla salute dello straniero, anche in un contesto di immigrazione irregolare. Stabilisce che il giudice ha il dovere di esaminare concretamente la situazione personale e sanitaria dell’imputato, senza fermarsi a una valutazione puramente formale o cronologica dei documenti. La presenza di un giustificato motivo, se provata, deve portare all’assoluzione, poiché rende la condotta inesigibile e, quindi, non punibile. Il caso torna ora al Giudice di Pace, che dovrà riesaminare i fatti alla luce di questi chiari principi.

Una grave malattia può costituire un giustificato motivo per non obbedire a un ordine di espulsione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, gravi patologie, specialmente se preesistenti all’ordine di espulsione e tali da rendere difficoltoso o pericoloso il rientro nel Paese di origine, possono integrare un giustificato motivo che esclude la punibilità per il reato di inottemperanza.

È necessario che la condizione di salute sia documentata prima dell’ordine di espulsione per essere considerata un giustificato motivo?
No, non necessariamente. La sentenza chiarisce che anche la documentazione successiva all’ordine (come permessi per cure o relazioni mediche) deve essere attentamente valutata dal giudice, se è idonea a dimostrare che la patologia era già presente al momento in cui l’ordine doveva essere eseguito. La logica e l’esperienza comune suggeriscono che certe patologie non nascono all’improvviso.

Cosa succede se un giudice ignora le prove mediche presentate dalla difesa?
Se un giudice non valuta adeguatamente le prove documentali relative allo stato di salute dell’imputato o le scarta con una motivazione carente, illogica o contraddittoria, la sentenza è viziata. Come in questo caso, la Corte di Cassazione può annullare la decisione e disporre un nuovo processo per un esame più approfondito dei fatti.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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