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Giurisdizione reati militari: chi giudica i civili?

La Corte di Cassazione interviene su un conflitto di giurisdizione tra tribunale ordinario e militare. Il caso riguarda civili accusati di peculato militare. La Corte stabilisce che la giurisdizione per reati militari commessi da soggetti che non appartengono alle Forze Armate spetta al giudice ordinario. Il criterio dirimente non è la natura del reato, ma lo status dell’imputato al momento del fatto.

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Pubblicato il 25 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giurisdizione Reati Militari: la Cassazione Chiarisce chi Giudica i Civili

La questione della giurisdizione per reati militari commessi da civili è un tema complesso che si pone al confine tra la giustizia ordinaria e quella speciale. Con la sentenza n. 26439 del 2025, la Corte di Cassazione ha risolto un conflitto di giurisdizione, riaffermando un principio costituzionale fondamentale: in tempo di pace, il fattore decisivo per radicare la competenza del tribunale militare è lo status di militare dell’imputato, non la natura del reato contestato. Questa pronuncia offre importanti chiarimenti su come le sfere di competenza siano distinte e definite.

I Fatti del Caso: un Conflitto tra Tribunali

La vicenda processuale ha origine da un procedimento a carico di alcuni soggetti civili, accusati di concorso in peculato militare. Inizialmente, il Tribunale ordinario di Roma, investito del caso, ha declinato la propria giurisdizione. Secondo il giudice ordinario, la natura militare del reato contestato era sufficiente per attribuire la competenza al Tribunale militare, dichiarando di conseguenza la propria “incompetenza giurisdizionale”.

Gli atti sono stati quindi trasmessi al Giudice per le indagini preliminari (GIP) del Tribunale militare di Roma. Quest’ultimo, tuttavia, ha sollevato un conflitto negativo di giurisdizione, sostenendo una tesi opposta. Per il GIP militare, il criterio per determinare la competenza non è il tipo di reato, ma la qualifica soggettiva dell’imputato. Poiché gli accusati non erano membri delle Forze Armate, la giurisdizione non poteva che appartenere al giudice ordinario. Di fronte a questo stallo, il caso è stato rimesso alla Corte di Cassazione per la risoluzione del conflitto.

La Questione sulla Giurisdizione per Reati Militari

Il nucleo del problema giuridico risiede nell’interpretazione dell’articolo 103 della Costituzione. Questa norma, all’ultimo comma, stabilisce che “i tribunali militari in tempo di pace hanno giurisdizione soltanto per i reati militari commessi da appartenenti alle Forze Armate”. La disposizione costituzionale lega in modo indissolubile la giurisdizione speciale militare a due requisiti concorrenti: la natura militare del reato e, soprattutto, lo status di militare del suo autore al momento della commissione del fatto. La controversia tra i due tribunali verteva proprio su quale di questi due elementi dovesse prevalere.

L’Intervento della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione, chiamata a dirimere il conflitto, ha ritenuto fondate le argomentazioni del GIP militare. Ha confermato che la situazione in esame costituiva un tipico conflitto negativo di giurisdizione, in cui sia un giudice ordinario che uno speciale ricusavano la propria competenza a decidere.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

Nel decidere, la Suprema Corte ha basato il proprio ragionamento direttamente sul dettato costituzionale. L’articolo 103 della Costituzione è inequivocabile nel limitare la giurisdizione dei tribunali militari in tempo di pace ai soli reati commessi da personale delle Forze Armate. La qualifica di “militare” dell’imputato non è un elemento accessorio, ma il presupposto fondamentale per l’attivazione della giurisdizione speciale.

La Corte ha ribadito che, quando un civile commette un reato previsto dalla legge penale militare, la competenza a giudicarlo spetta inderogabilmente al giudice ordinario. Quest’ultimo applicherà la legge penale militare, ma all’interno della propria sfera di giurisdizione. La natura del reato (militare) non può attrarre il suo autore (civile) nella giurisdizione speciale, poiché la Costituzione ha posto un limite chiaro basato sullo status personale.

Le Conclusioni: la Prevalenza dello Status dell’Imputato

In conclusione, la Corte di Cassazione ha risolto il conflitto dichiarando la giurisdizione del Tribunale ordinario di Roma, a cui ha disposto la trasmissione degli atti. La decisione riafferma un principio cardine del nostro ordinamento: la giurisdizione speciale è di stretta interpretazione e non può essere estesa oltre i confini esplicitamente tracciati dalla Costituzione. Per i reati militari commessi da civili, la competenza resta saldamente nelle mani della magistratura ordinaria, a garanzia di un sistema giudiziario coerente e rispettoso delle previsioni costituzionali.

Chi ha la giurisdizione per giudicare un civile che commette un reato militare?
La giurisdizione spetta al giudice ordinario, come il Tribunale ordinario, e non al tribunale militare.

Qual è il criterio decisivo per stabilire la giurisdizione militare in tempo di pace?
Il criterio fondamentale è lo status dell’imputato: la giurisdizione militare si applica solo se il reato è commesso da un appartenente alle Forze Armate al momento del fatto.

Cosa accade quando un tribunale ordinario e uno militare negano entrambi la propria competenza su un caso?
Si genera un conflitto negativo di giurisdizione, che viene risolto dalla Corte di Cassazione, la quale stabilisce quale dei due giudici sia competente a decidere.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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