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Giudizio di rinvio: i limiti alla domanda nuova

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 9152/2025, ha rigettato il ricorso di un imputato, stabilendo principi chiari sui limiti del giudizio di rinvio. La Corte ha chiarito che non è possibile presentare domande nuove, come il riconoscimento della continuazione tra reati, se queste non rientrano nei punti specifici annullati dalla precedente sentenza di Cassazione. La richiesta, in tal caso, deve essere presentata al giudice dell’esecuzione. Inoltre, è stato confermato che la Corte d’appello può rigettare una richiesta di concordato e decidere nel merito nella stessa udienza se l’imputato ha formulato conclusioni subordinate, poiché ciò implica una rinuncia alla separazione delle fasi.

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Pubblicato il 12 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudizio di Rinvio: la Cassazione Fissa i Paletti sulle Nuove Domande

Con una recente sentenza, la Corte di Cassazione ha affrontato un’importante questione procedurale riguardante i limiti delle richieste ammissibili nel giudizio di rinvio. La pronuncia chiarisce che l’ambito di questo particolare giudizio è circoscritto esclusivamente ai punti della sentenza annullati in precedenza dalla stessa Cassazione, precludendo l’introduzione di domande nuove. Questa decisione ha importanti implicazioni pratiche per la strategia difensiva e la gestione del processo penale.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine dal ricorso di un imputato contro una sentenza della Corte di Appello emessa, appunto, in sede di rinvio. In precedenza, la Cassazione aveva parzialmente annullato la condanna, limitatamente alla valutazione di una circostanza aggravante del reato di usura. La Corte d’Appello, nel nuovo giudizio, aveva parzialmente accolto le istanze dell’imputato, riconoscendo il vincolo della continuazione con alcuni reati oggetto di una precedente condanna, ma negandolo per altri. Aveva inoltre rigettato la richiesta di ‘concordato in appello’ e, rideterminando la pena, aveva confermato un giudizio di equivalenza tra le circostanze aggravanti e le attenuanti generiche.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

L’imputato ha presentato ricorso alla Suprema Corte basandosi su tre motivi principali:
1. Violazione del diritto di difesa: La Corte d’Appello avrebbe errato nel decidere contestualmente sulla richiesta di concordato e sul merito dell’appello, impedendo alla difesa di modulare diversamente l’accordo o di discutere appieno i motivi.
2. Vizio di motivazione sul diniego della continuazione: La Corte avrebbe illogicamente escluso la continuazione con altri reati basandosi solo su un criterio temporale, senza considerare l’unicità del disegno criminoso.
3. Vizio di motivazione sulle circostanze: La motivazione sull’aggravante dello stato di bisogno della vittima sarebbe stata carente, così come quella sul mancato riconoscimento della prevalenza delle attenuanti generiche.

Il Giudizio di Rinvio e l’Inammissibilità della Domanda Nuova

Il punto centrale della decisione della Cassazione riguarda il secondo motivo di ricorso. La Corte ha dichiarato la richiesta di riconoscimento della continuazione radicalmente inammissibile. Gli Ermellini hanno ribadito un principio consolidato: l’oggetto del giudizio di rinvio è limitato, ai sensi degli artt. 624 e 627 c.p.p., esclusivamente alla parte della decisione annullata. Non è possibile, quindi, presentare motivi aggiunti o domande nuove che esulino da tale perimetro.

Nel caso specifico, la questione della continuazione non era stata oggetto dell’annullamento con rinvio. Pertanto, la Corte d’Appello non avrebbe neppure dovuto esaminare tale richiesta. La Suprema Corte ha precisato che la sede corretta per far valere la continuazione con reati giudicati con sentenze divenute definitive in un momento successivo è quella del giudice dell’esecuzione.

La Gestione del Concordato in Appello

Anche il primo motivo è stato respinto. La Cassazione ha osservato che, dal verbale d’udienza, risultava che la difesa aveva concluso chiedendo l’accoglimento della richiesta di concordato e, in subordine, l’accoglimento dei motivi di appello. Tale modalità, secondo la Corte, costituisce una rinuncia implicita alla separazione tra la fase di decisione sul concordato e quella sul merito. L’imputato era pienamente consapevole che, in caso di rigetto del concordato, il giudice si sarebbe pronunciato sull’appello. Di conseguenza, non sussiste alcuna nullità o violazione del diritto di difesa.

Le motivazioni

La Corte di Cassazione ha ritenuto infondati tutti i motivi di ricorso. Sulla questione procedurale del concordato, ha valorizzato il comportamento processuale della difesa, interpretandolo come un consenso alla definizione unitaria del giudizio. Sul tema centrale del giudizio di rinvio, ha riaffermato con forza il principio della devoluzione limitata, per cui le domande nuove sono inammissibili se non strettamente connesse ai punti annullati. Infine, riguardo al terzo motivo, ha giudicato la motivazione della Corte d’Appello sulla sussistenza dell’aggravante e sul bilanciamento delle circostanze come logica e priva di vizi, sottolineando come la professionalità della condotta illecita e la gravità dei reati giustificassero ampiamente il giudizio di equivalenza anziché la prevalenza delle attenuanti.

Le conclusioni

La sentenza in esame offre due importanti indicazioni operative. In primo luogo, ribadisce che la strategia difensiva nel giudizio di rinvio deve essere attentamente calibrata sui soli punti oggetto dell’annullamento, poiché ogni tentativo di ampliare il thema decidendum a questioni nuove sarà dichiarato inammissibile. In secondo luogo, evidenzia come le formulazioni utilizzate nelle conclusioni in udienza abbiano un peso decisivo: chiedere l’accoglimento dei motivi di appello in via subordinata a una richiesta di rito alternativo può essere interpretato come una rinuncia a specifiche garanzie procedurali. Per questioni come la continuazione con reati coperti da giudicato formatosi successivamente, la via maestra resta quella dell’incidente di esecuzione.

È possibile presentare una nuova domanda, come il riconoscimento della continuazione, durante il giudizio di rinvio?
No, la Corte di Cassazione ha stabilito che il giudizio di rinvio è strettamente limitato ai punti della decisione annullati. Non è possibile presentare domande nuove che non fossero oggetto del precedente giudizio di appello, a meno che l’annullamento non riguardi proprio quel punto.

Se un imputato chiede il concordato in appello e, in subordine, l’accoglimento dei motivi, la Corte può decidere su entrambi contemporaneamente?
Sì. Secondo la sentenza, formulando le conclusioni anche nel merito in via subordinata, l’appellante rinuncia implicitamente alla separazione delle fasi decisionali. Pertanto, la Corte può rigettare il concordato e pronunciarsi immediatamente sul merito dell’appello senza incorrere in nullità.

Cosa deve fare un imputato per ottenere il riconoscimento della continuazione con reati giudicati in una sentenza divenuta definitiva dopo il giudizio di appello?
L’imputato non può sollevare la questione nel giudizio di rinvio. La richiesta deve essere presentata dinanzi al giudice dell’esecuzione, che è l’organo competente a unificare le pene per reati commessi in continuazione e giudicati separatamente.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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