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Giudizio di rinvio: gli obblighi del giudice

La Corte di Cassazione annulla una sentenza d’appello per la terza volta, ribadendo i precisi obblighi del giudice nel giudizio di rinvio. La sentenza chiarisce che una mera riduzione della pena non è sufficiente se non accompagnata da una motivazione che segua puntualmente le indicazioni della Suprema Corte, specialmente dopo un annullamento parziale. Il caso riguarda tre imputati condannati per associazione di stampo mafioso e altri reati, ma solo il ricorso di uno di essi viene accolto proprio per questo vizio procedurale.

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Pubblicato il 9 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Giudizio di Rinvio: La Cassazione Fissa i Paletti per il Giudice

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 12696 del 2024, è tornata a pronunciarsi su un tema cruciale della procedura penale: i poteri e i doveri del giudice nel giudizio di rinvio. La decisione sottolinea come il giudice incaricato di riesaminare un caso, dopo un annullamento da parte della Suprema Corte, non abbia carta bianca, ma debba seguire scrupolosamente le indicazioni fornite, specialmente nella rideterminazione della pena. Un principio fondamentale per garantire la coerenza e la legalità del processo.

I Fatti Processuali: Un Complesso Percorso Giudiziario

Il caso trae origine da una condanna emessa dal GIP del Tribunale di Catanzaro nei confronti di tre individui per associazione di tipo mafioso (art. 416-bis c.p.) e una serie di altri gravi reati. La sentenza veniva parzialmente riformata in appello nel 2020.

Successivamente, la Corte di Cassazione, nel 2022, annullava con rinvio la sentenza d’appello, ma solo per aspetti specifici:
* Per due imputati, l’annullamento riguardava esclusivamente il trattamento sanzionatorio.
* Per il terzo, l’annullamento concerneva anche la sussistenza di alcune aggravanti.

La Corte d’appello di Catanzaro, in qualità di giudice del giudizio di rinvio, emetteva una nuova sentenza nel 2023, rideterminando le pene. È contro questa ultima decisione che i tre imputati hanno proposto nuovamente ricorso in Cassazione.

I Motivi del Ricorso e le Diverse Sorti degli Imputati

I tre ricorsi presentavano doglianze distinte:
1. Imputato A: Lamentava una motivazione carente sulla rideterminazione della pena. Sosteneva che la Corte d’appello, pur a fronte dell’assoluzione da quattro capi d’imputazione disposta nella precedente fase, non avesse adeguatamente ricalibrato la sanzione, violando le indicazioni della Cassazione.
2. Imputato B: Contestava il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche, sostenendo che la Corte avesse travisato le prove a suo favore.
3. Imputato C: Denunciava errori nel riconoscimento della recidiva, nel calcolo della pena e nel diniego delle attenuanti generiche.

La Suprema Corte ha accolto solo il primo ricorso, dichiarando inammissibili gli altri due.

La Disciplina del Giudizio di Rinvio

Il cuore della decisione riguarda il ricorso accolto. La Cassazione ha censurato l’operato della Corte d’appello perché, nel rideterminare la pena dell’imputato A, si era limitata a giustificare gli aumenti per i singoli reati satellite, senza però effettuare quella “valutazione comparativa” espressamente richiesta dalla precedente sentenza di annullamento. Il giudice del giudizio di rinvio avrebbe dovuto confrontare il disvalore complessivo dei reati per cui era rimasta la condanna con quello dei reati dai quali l’imputato era stato assolto, per giungere a una “corrispondente diminuzione della pena complessiva”.

La semplice riduzione della pena finale di un anno è stata ritenuta insufficiente, poiché priva di una motivazione che desse conto del percorso logico-giuridico imposto dalla Cassazione.

Le Motivazioni

La Corte ha ribadito con forza il principio sancito dall’art. 627, comma 4, c.p.p.: “Il giudice di rinvio si uniforma alla sentenza della Corte di cassazione per ciò che concerne ogni questione di diritto con essa decisa”. Questo vincolo non è formale, ma sostanziale. Il giudice del rinvio non può eludere le indicazioni della Suprema Corte con motivazioni apparenti o limitandosi a un risultato numerico (la riduzione della pena) senza spiegare come e perché vi è giunto in conformità al principio di diritto enunciato.

Per quanto riguarda gli altri due ricorsi, la Corte li ha ritenuti inammissibili. Le motivazioni della Corte d’appello sul diniego delle attenuanti generiche (basate sul ruolo di spicco nell’associazione e sulla gravità delle condotte) e sulla sussistenza della recidiva (fondata su numerosi precedenti specifici) sono state giudicate congrue, logiche e immuni da vizi di legittimità. Le censure dei ricorrenti sono state qualificate come generiche o manifestamente infondate, in quanto tentavano di ottenere una rivalutazione del merito non consentita in sede di legittimità.

Le Conclusioni

Questa sentenza è un importante monito sul funzionamento del giudizio di rinvio. La decisione chiarisce che l’obbligo di conformarsi al dictum della Cassazione non si esaurisce in un adeguamento formale, ma richiede un’adesione logica e sostanziale ai principi stabiliti. Quando la Cassazione annulla una sentenza indicando un preciso percorso motivazionale per la rideterminazione della pena, il giudice del rinvio deve seguirlo pedissequamente, esplicitando ogni passaggio del suo ragionamento. In caso contrario, la nuova sentenza sarà viziata e suscettibile di un ulteriore annullamento, come avvenuto nel caso di specie, garantendo così il rispetto della legalità e la corretta applicazione della legge.

Cosa deve fare il giudice nel giudizio di rinvio dopo un annullamento della Cassazione?
Il giudice del rinvio ha l’obbligo di uniformarsi alla sentenza della Corte di Cassazione per ogni questione di diritto da essa decisa. Deve quindi riesaminare il caso attenendosi strettamente ai principi e alle indicazioni fornite dalla Suprema Corte nella sentenza di annullamento.

Perché la Corte ha annullato la sentenza solo per uno degli imputati?
La sentenza è stata annullata per un solo imputato perché, nel suo caso, il giudice del rinvio non aveva adeguatamente motivato la nuova pena. Non aveva effettuato la valutazione comparativa tra i reati per cui era rimasta la condanna e quelli da cui era stato assolto, come invece richiesto dalla Cassazione. Per gli altri due imputati, le motivazioni della corte d’appello sono state ritenute corrette e sufficienti.

È sufficiente che il giudice di rinvio riduca la pena per adempiere alle indicazioni della Cassazione?
No, una mera riduzione numerica della pena non è sufficiente. La sentenza impugnata è stata annullata proprio perché il giudice, pur avendo ridotto la pena, non ha fornito una motivazione adeguata che spiegasse il percorso logico seguito per arrivare a quella determinazione, in conformità con le specifiche istruzioni della Corte di Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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