Giudicato Penale: Quando una Condanna è Davvero Definitiva?
Il principio del giudicato penale rappresenta un pilastro fondamentale del nostro ordinamento, garantendo la certezza del diritto e l’irrevocabilità delle decisioni giudiziarie. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito con forza l’intangibilità del giudicato, anche nel contesto di un giudizio di rinvio. La vicenda offre uno spunto prezioso per comprendere i limiti entro cui è possibile ridiscutere una condanna, una volta che la responsabilità penale sia stata accertata in via definitiva.
Il Caso in Esame: Un Percorso Giudiziario Complesso
La vicenda processuale trae origine da una condanna per reati legati agli stupefacenti, emessa nel 2015. A seguito di un primo ricorso, la Corte di Cassazione, con una sentenza del 2022, aveva annullato la decisione di secondo grado, ma solo limitatamente al trattamento sanzionatorio. La Corte aveva quindi rinviato il caso alla Corte d’Appello di Perugia per una nuova determinazione della pena, alla luce di una modifica della cornice edittale intervenuta per effetto di una pronuncia della Corte Costituzionale.
La Corte d’Appello, attenendosi a quanto disposto, aveva ridotto la pena inflitta. Tuttavia, l’imputato proponeva un nuovo ricorso per cassazione, lamentando questa volta il mancato riconoscimento dell’ipotesi di reato di lieve entità, prevista dal comma 5 dell’art. 73 del D.P.R. 309/1990.
L’Appello e i Limiti Imposti dal Giudicato Penale
Il motivo del ricorso si scontrava con un ostacolo insormontabile: il giudicato penale. La Corte Suprema ha infatti dichiarato il ricorso inammissibile, in quanto manifestamente infondato. Il punto cruciale della decisione risiede nella distinzione tra la statuizione sulla responsabilità penale e la determinazione della pena.
La precedente sentenza della Cassazione (quella del 2022) aveva annullato la condanna solo ‘in parte’, ovvero solo per quanto concerneva il calcolo della sanzione. Ciò significa che la parte della sentenza relativa all’accertamento della colpevolezza e alla qualificazione giuridica del fatto era diventata definitiva e irrevocabile. Di conseguenza, nel successivo giudizio di rinvio, non era più possibile mettere in discussione la natura del reato per chiedere l’applicazione di una fattispecie più lieve.
L’Oggetto del Giudizio di Rinvio
Il giudizio di rinvio, per sua natura, non riapre l’intero processo, ma è vincolato ai punti specifici per i quali la Cassazione ha disposto l’annullamento. In questo caso, l’unico compito della Corte d’Appello era ricalcolare la pena detentiva sulla base del nuovo quadro normativo. Qualsiasi richiesta volta a modificare l’accertamento della responsabilità, come quella di qualificare il fatto come di ‘lieve entità’, esulava dall’oggetto del giudizio e, pertanto, non poteva essere presa in considerazione.
Le Motivazioni della Suprema Corte
La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione evidenziando che l’istanza dell’imputato non poteva “essere oggetto di nessun vaglio”. La ragione è che al momento della pronuncia di annullamento con rinvio, era già intervenuto il “passaggio in giudicato della statuizione concernente la penale responsabilità dell’imputato”.
In sostanza, la difesa tentava di introdurre un tema di discussione che era stato precluso dalla precedente decisione. Il principio del ‘ne bis in idem’ processuale, implicito nel concetto di giudicato, impedisce di tornare a giudicare su questioni che hanno già trovato una loro definizione stabile e non più contestabile. L’inammissibilità del ricorso è stata quindi la logica e inevitabile conseguenza, a cui è seguita la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.
Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza
Questa ordinanza riafferma un principio cardine della procedura penale: la formazione progressiva del giudicato penale. Quando la Cassazione annulla una sentenza solo su punti specifici, tutte le altre parti della decisione diventano definitive. Per gli operatori del diritto e per i cittadini, questo significa che le strategie difensive devono essere articolate in modo completo fin dalle prime fasi del processo. Non è possibile ‘riservarsi’ delle argomentazioni per fasi successive, sperando di poter riaprire capitoli processuali che la legge considera ormai chiusi in modo irrevocabile.
È possibile chiedere il riconoscimento di un’ipotesi di reato più lieve durante un giudizio di rinvio?
No, non è possibile se la decisione sulla responsabilità penale è già diventata definitiva (passata in giudicato). Come chiarito dalla Corte, il giudizio di rinvio era limitato esclusivamente alla rideterminazione della pena e non poteva riesaminare aspetti di merito già decisi in modo irrevocabile.
Cosa significa che una statuizione è coperta da ‘giudicato penale’?
Significa che quella specifica parte della sentenza (ad esempio, l’affermazione di colpevolezza per un determinato reato) è diventata definitiva e non può più essere messa in discussione attraverso i mezzi di impugnazione ordinari. In questo caso, l’annullamento parziale della Cassazione aveva reso definitiva la parte relativa alla responsabilità penale.
Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché era manifestamente infondato. Tentava di riaprire una questione, quella sulla qualificazione giuridica del fatto, che era già stata coperta dal giudicato penale, eccedendo così i limiti del mandato conferito dalla Cassazione alla corte di rinvio, che era unicamente quello di ricalcolare la sanzione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 13241 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 13241 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOMENOME COGNOME
Data Udienza: 08/01/2025
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
NOMECOGNOMENOME nato il 21/09/1982
avverso la sentenza del 16/10/2023 della CORTE APPELLO di PERUGIA
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME
RITENUTO IN FATTO E CONSIDERATO IN DIRITTO
Con sentenza del 16 ottobre 2023 la Corte di appello di Perugia, decidendo in sede di rinvio a seguito di annullamento pronunciato da questa Suprema Corte, in parziale riforma della pronuncia del G.U.P. del Tribunale di Macerata del 13 maggio 2015, ha ridotto la pena inflitta a NOME COGNOME nella misura di anni tre, mesi sei di reclusione ed euro 14.000,00 di multa in ordine a reati ex artt. 81 cpv., 110 cod. pen. e 73, comma 1, D.P.R. 9 ottobre 1990, n. 309.
Avverso tale sentenza ha proposto ricorso per cassazione l’imputato, a mezzo del suo difensore, lamentando, con un unico motivo, violazione di legge in ordine alla mancata configurazione della più lieve ipotesi di cui all’art. 73, comma 5, D.P.R. 309 del 1990, di cui ricorrerebbero i presupposti applicativi.
Il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, in quanto proposto con motivo manifestamente infondato, tenuto conto che oggetto del giudizio di rinvio conclusosi con la sentenza impugnata era unicamente la rideterminazione del trattamento sanzionatorio, ed in particolare della pena detentiva, per essere mutata la cornice edittale di riferimento all’esito della pronuncia della sentenza della Corte costituzionale n. 40/2919 e del successivo intervento normativo.
L’istanza volta a ottenere il riconoscimento dell’ipotesi della lieve entità, pertanto, non può essere oggetto di nessun vaglio, ostandovi il fatto che vi era già stato il passaggio in giudicato della statuizione concernente la penale responsabilità dell’imputato al momento della pronuncia dell’annullamento con rinvio da parte di questa Corte di Cassazione con la sentenza n. 25809 dell’Il maggio 2022.
All’inammissibilità del ricorso segue, per legge, la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali ed alla somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende, non ravvisandosi ragioni di esonero (Corte Cost., sent. n. 186/2000).
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro 3.000,00 in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso in Roma 1’8 gennaio 2025