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Getto pericoloso di cose: quando è reato (art. 674)

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per il reato di getto pericoloso di cose. Avevano versato un liquido da una terrazza, danneggiando la tenda da sole dell’appartamento sottostante. La Corte ha stabilito che il reato sussiste anche se viene danneggiato solo un oggetto, poiché l’azione crea un potenziale pericolo di offendere, imbrattare o molestare le persone. Le questioni procedurali sollevate sono state ritenute tardive.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Getto Pericoloso di Cose: Quando Lanciare Liquidi dal Balcone è Reato

L’ordinanza in esame affronta un caso emblematico di getto pericoloso di cose, un reato che spesso nasce da banali liti di vicinato ma che pone questioni giuridiche di notevole interesse. La Corte di Cassazione, con questa decisione, ribadisce un principio fondamentale: per la configurabilità del reato previsto dall’art. 674 del codice penale, non è necessario che una persona venga fisicamente colpita, ma è sufficiente la potenziale idoneità dell’azione a offendere, imbrattare o molestare le persone.

I Fatti del Caso: Liquido sulla Tenda del Vicino

Due soggetti sono stati accusati di aver versato un liquido, presumibilmente acido, dalla loro terrazza, causando l’imbrattamento e il deterioramento della tenda da sole installata sul balcone dell’appartamento sottostante. Contro la sentenza di primo grado, che li riteneva responsabili, gli imputati hanno proposto ricorso per Cassazione, sollevando sia questioni procedurali che di merito.

In particolare, lamentavano l’illegittimità di un’ordinanza con cui il giudice di primo grado aveva revocato l’ammissione dei loro testimoni a discarico, invitando le parti a formulare le conclusioni. Sostenevano, inoltre, che il reato di getto pericoloso di cose non fosse configurabile, poiché il danno aveva riguardato esclusivamente un oggetto (la tenda) e non direttamente una persona.

La Decisione della Suprema Corte sul Getto Pericoloso di Cose

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, respingendo tutte le censure mosse dalle difese. La decisione si fonda su argomentazioni sia di carattere processuale che sostanziale, offrendo importanti chiarimenti sulla corretta applicazione delle norme in gioco.

Le Motivazioni

Dal punto di vista procedurale, la Corte ha osservato che l’eccezione relativa alla revoca dei testimoni era tardiva. Una nullità di ordine generale, come quella derivante da una revoca immotivata dei mezzi di prova, deve essere eccepita immediatamente dalla parte presente in udienza, ai sensi dell’art. 182, comma 2, del codice di procedura penale. In caso contrario, la nullità si considera sanata. Allo stesso modo, la richiesta di rinnovazione dell’istruttoria è stata giudicata inammissibile in sede di legittimità, poiché comporta una valutazione di merito che esula dai poteri della Cassazione.

Sul punto centrale, ovvero la configurabilità del reato di getto pericoloso di cose, i giudici hanno fornito la motivazione più significativa. Hanno ribadito che la contravvenzione prevista dall’art. 674 c.p. non richiede che l’offesa, l’imbrattamento o la molestia si verifichino effettivamente nei confronti di una persona. Ciò che rileva è la potenzialità lesiva della condotta. Il versamento di un liquido da un piano superiore a uno inferiore, dove si trova un balcone frequentato da persone, integra di per sé una situazione di potenziale pericolo. L’azione è intrinsecamente capace di raggiungere e molestare chi si trova in quello spazio. La natura specifica del liquido (acido o meno) è stata considerata irrilevante per la configurazione del reato, che si concentra sull’effetto potenziale dell’azione piuttosto che sul danno materiale alla cosa.

Le Conclusioni

La decisione della Corte di Cassazione consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: il reato di getto pericoloso di cose tutela la sicurezza e la tranquillità delle persone nello spazio privato e pubblico. L’elemento chiave non è il danno a un oggetto, ma il rischio che l’azione possa ledere le persone. Lanciare acqua, liquidi di qualsiasi tipo o altri oggetti da un balcone verso un’area sottostante, anche se privata ma di altrui uso, è una condotta che espone a responsabilità penale proprio perché crea una situazione di pericolo e molestia potenziale. Questa interpretazione estensiva della norma serve a prevenire comportamenti antisociali e a garantire il rispetto della sfera personale altrui, anche quando non si verifica un danno fisico diretto.

Quando lanciare liquidi o oggetti da un balcone costituisce il reato di getto pericoloso di cose?
Costituisce reato quando l’azione avviene verso un luogo di pubblico transito o di uso comune o altrui (come il balcone di un vicino) ed è potenzialmente idonea a offendere, imbrattare o molestare le persone, anche se l’effetto dannoso non si verifica concretamente.

Per configurare il reato di getto pericoloso di cose è necessario che una persona venga colpita o danneggiata?
No, non è necessario. La Corte di Cassazione ha chiarito che il reato sussiste anche se viene danneggiato solo un oggetto, come una tenda da sole. Ciò che conta è il potenziale pericolo e la molestia che l’azione può arrecare alle persone che usano quello spazio.

Un’irregolarità procedurale, come la revoca dell’ammissione di un testimone, può essere contestata in qualsiasi momento?
No. Secondo la sentenza, una nullità di ordine generale, se la parte è presente, deve essere eccepita immediatamente in udienza. Se non viene fatto, la nullità si considera sanata e non può essere fatta valere in un momento successivo, come nel ricorso per Cassazione.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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