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Gasolio agricolo: quando il reato non è di lieve entità

Un imprenditore condannato per il possesso di un’ingente quantità di gasolio agricolo ha presentato ricorso in Cassazione, che è stato dichiarato inammissibile. La Corte ha confermato che il superamento della soglia penale e la destinazione imprenditoriale del carburante escludono la possibilità di applicare la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

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Pubblicato il 9 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Gasolio Agricolo: La Cassazione Nega la Tenuità del Fatto per Grandi Quantità

Con una recente ordinanza, la Corte di Cassazione ha affrontato il tema dei reati connessi al possesso di gasolio agricolo, fornendo importanti chiarimenti sui presupposti per l’integrazione del reato e sull’impossibilità di invocare la particolare tenuità del fatto in presenza di quantitativi ingenti. La decisione conferma la linea dura della giurisprudenza verso condotte che, pur potendo apparire minori, nascondono un significativo disvalore penale, soprattutto se inserite in un contesto imprenditoriale.

I Fatti del Processo

Un imprenditore agricolo veniva condannato in primo grado dal Tribunale di Foggia alla pena di 6 mesi di reclusione e 5.000 euro di multa. La condanna, successivamente confermata dalla Corte di Appello di Bari, riguardava il possesso illecito di un’ingente quantità di carburante agricolo. L’imputato decideva quindi di presentare ricorso per cassazione, articolando la sua difesa su due motivi principali: l’erronea applicazione della legge e il vizio di motivazione.

I Motivi del Ricorso dell’Imputato

La difesa dell’imputato si concentrava su due punti critici:

1. Erronea applicazione della legge: Secondo il ricorrente, i giudici di merito non avevano raggiunto una prova certa né sulla reale destinazione agricola del carburante sequestrato, né sulla sua effettiva quantità. Di conseguenza, a suo dire, non era stato provato con certezza il superamento della soglia minima di rilevanza penale.
2. Vizio di motivazione: Il ricorrente lamentava l’omessa applicazione dell’art. 131 bis del codice penale, sostenendo che la Corte d’Appello non avesse adeguatamente motivato il rigetto della richiesta di riconoscere la particolare tenuità del fatto.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo entrambi i motivi manifestamente infondati e offrendo un’analisi chiara delle ragioni.

Prova della Natura e Quantità del Gasolio Agricolo

Sul primo punto, la Corte ha sottolineato come la decisione dei giudici di merito fosse esente da vizi logici o giuridici. Per dimostrare la destinazione agricola del carburante, non erano necessari specifici accertamenti chimici. Erano infatti stati considerati sufficienti elementi quali:
– Il tipico colore verde del gasolio agricolo.
– Le dichiarazioni confessorie rese dallo stesso imputato e sottoscritte nei verbali di sequestro e campionatura.

Anche riguardo alla quantità, la motivazione è stata ritenuta adeguata. I giudici avevano valorizzato la circostanza che all’interno delle cisterne di proprietà dell’imputato fossero stati rinvenuti circa 1.400 litri di gasolio, un quantitativo ben superiore alla soglia di rilevanza penale fissata a 100 kg.

L’Esclusione della Particolare Tenuità del Fatto

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Cassazione ha evidenziato che la Corte d’Appello aveva correttamente esaminato ed escluso l’applicabilità dell’art. 131 bis c.p. La decisione si basava su due elementi chiave:
– Il rilevante quantitativo di carburante detenuto.
– L’utilizzo imprenditoriale che ne veniva fatto.

Questi fattori, nel loro insieme, delineano un’offesa di una gravità tale da non poter essere qualificata come ‘particolarmente tenue’.

Le Conclusioni

L’ordinanza ribadisce un principio consolidato: la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non può prescindere da un’analisi concreta della condotta e delle sue implicazioni. Il possesso di un quantitativo di gasolio agricolo di gran lunga superiore ai limiti di legge, specialmente se destinato a un’attività imprenditoriale, costituisce un reato la cui gravità non può essere sminuita. La decisione conferma inoltre che, ai fini probatori, elementi indiziari chiari e concordanti, come il colore del prodotto e le ammissioni dell’imputato, possono essere pienamente sufficienti a fondare una sentenza di condanna. A seguito della declaratoria di inammissibilità, il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di 3.000 euro alla Cassa delle ammende.

È necessaria un’analisi chimica per provare la natura agricola del gasolio sequestrato?
No, secondo la Corte non è sempre necessaria. Elementi come il tipico colore verde del carburante e le dichiarazioni confessorie rese dall’imputato possono essere considerati prove sufficienti.

Il possesso di una grande quantità di gasolio agricolo può essere considerato un reato di ‘particolare tenuità’?
No. La Corte ha stabilito che un quantitativo rilevante (in questo caso, circa 1.400 litri) e l’utilizzo imprenditoriale del carburante sono elementi che escludono l’applicabilità dell’art. 131-bis c.p. sulla particolare tenuità del fatto.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
La sentenza impugnata diventa definitiva. Inoltre, come previsto dall’art. 616 c.p.p., il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, che in questo caso è stata fissata a 3.000,00 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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