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Futili motivi: quando il ricorso è inammissibile

Un uomo condannato per lesioni personali aggravate da futili motivi, legati a un ordine per una pizza, e da recidiva, ha presentato ricorso in Cassazione. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che non può riesaminare i fatti già valutati dai giudici di merito. È stata confermata sia la responsabilità penale sia la congruità della pena, sottolineando l’ampia discrezionalità del giudice nel negare le attenuanti generiche di fronte a una personalità negativa e a precedenti penali.

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Pubblicato il 19 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Futili motivi: quando la sproporzione rende il reato più grave

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un caso di lesioni personali aggravate da futili motivi e recidiva, offrendo importanti chiarimenti sui limiti del sindacato di legittimità e sulla discrezionalità del giudice di merito nella commisurazione della pena. La vicenda, scaturita da una circostanza apparentemente banale come un ordine per una pizza, si è trasformata in un episodio di violenza penalmente rilevante, culminato in una condanna confermata in tutti i gradi di giudizio.

I Fatti di Causa

Un individuo veniva condannato in primo grado dal Tribunale e successivamente dalla Corte d’Appello per il reato di lesioni personali. La particolarità del caso risiedeva nelle circostanze aggravanti contestate: i futili motivi e la recidiva specifica infraquinquennale. Secondo la ricostruzione dei giudici di merito, la violenta aggressione era stata scatenata da una discussione nata per l’ordinativo di una pizza. L’imputato, ritenendo ingiusta la sentenza d’appello, decideva di presentare ricorso per Cassazione, affidandolo a due principali motivi di doglianza.

Il Ricorso per Cassazione e l’aggravante per futili motivi

Il ricorrente contestava la decisione della Corte d’Appello su due fronti:

1. Vizio di motivazione: Sosteneva l’illogicità della motivazione che aveva portato alla sua condanna, ipotizzando che una diversa valutazione delle prove o una differente ricostruzione dei fatti avrebbe potuto portare a un esito diverso. In sostanza, chiedeva alla Cassazione di riesaminare il merito della vicenda.
2. Eccessività della pena: Lamentava una pena eccessiva, in particolare per la mancata concessione delle circostanze attenuanti generiche, che avrebbero potuto mitigare il trattamento sanzionatorio.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, dichiarandolo inammissibile. Le argomentazioni della Suprema Corte sono state nette e in linea con il suo orientamento consolidato.

Sul Primo Motivo: L’insindacabilità della Ricostruzione dei Fatti

La Corte ha ribadito un principio cardine del giudizio di legittimità: non è suo compito sovrapporre la propria valutazione delle prove a quella compiuta dai giudici di merito. Il ruolo della Cassazione è verificare la correttezza logico-giuridica del ragionamento seguito nella sentenza impugnata, non effettuare una nuova valutazione dei fatti. Nel caso specifico, i giudici hanno ritenuto che la Corte d’Appello avesse motivato in modo logico e coerente la sussistenza dell’aggravante dei futili motivi, identificando correttamente la sproporzione tra la causa scatenante (l’ordine di una pizza) e la reazione violenta. Il motivo di ricorso è stato inoltre giudicato generico, poiché non specificava in modo concreto le ragioni di diritto o i dati di fatto a sostegno delle proprie tesi.

Sul Secondo Motivo: La Discrezionalità del Giudice sulla Pena

Anche il secondo motivo è stato giudicato manifestamente infondato. La Cassazione ha ricordato che la graduazione della pena, inclusa la concessione o il diniego delle circostanze attenuanti generiche, rientra nella piena discrezionalità del giudice di merito. Tale discrezionalità deve essere esercitata nel rispetto dei principi stabiliti dagli articoli 132 e 133 del Codice Penale. Nel caso in esame, la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la sua decisione, valorizzando elementi decisivi come le concrete modalità della condotta e la personalità negativa dell’imputato, emersa dai suoi precedenti penali. È stato inoltre precisato che, per negare le attenuanti generiche, il giudice non è tenuto a esaminare analiticamente ogni singolo elemento favorevole o sfavorevole, essendo sufficiente una motivazione che dia conto delle ragioni fondanti la decisione.

Le motivazioni

Le motivazioni della Corte si fondano sulla netta distinzione tra il giudizio di merito, che accerta i fatti e valuta le prove, e il giudizio di legittimità, che controlla la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione. La Corte ha ritenuto che il ricorso tentasse, inammissibilmente, di trasformare il giudizio di Cassazione in un terzo grado di merito. La decisione di confermare l’aggravante per futili motivi si basa sulla palese sproporzione tra l’evento scatenante e la violenza che ne è seguita. Analogamente, la scelta di non concedere le attenuanti generiche è stata giustificata non solo dalla gravità del fatto, ma anche dalla personalità del reo, desunta dai precedenti penali, che indica una maggiore pericolosità sociale e una tendenza a delinquere.

Le conclusioni

L’ordinanza conferma che un ricorso per Cassazione non può limitarsi a proporre una lettura alternativa dei fatti, ma deve individuare specifici vizi di legge o di logica manifesta nella sentenza impugnata. In secondo luogo, ribadisce l’ampio potere discrezionale del giudice di merito nel determinare la pena, potere che, se esercitato con motivazione congrua e non contraddittoria, è insindacabile in sede di legittimità. Infine, il caso evidenzia come la valutazione della personalità del reo, basata anche sui precedenti penali, sia un elemento cruciale non solo per la commisurazione della pena base, ma anche per la decisione sulla concessione dei benefici, come le attenuanti generiche.

La Corte di Cassazione può riesaminare i fatti di un processo?
No, la Corte di Cassazione non può sovrapporre la propria valutazione delle risultanze processuali a quella compiuta dai giudici dei gradi precedenti. Il suo compito è saggiare la tenuta logica della pronuncia e la corretta applicazione delle norme giuridiche, non ricostruire i fatti.

Perché è stata confermata l’aggravante dei futili motivi in questo caso?
Perché i giudici di merito hanno ritenuto, con motivazione logica, che la violenta aggressione fosse scaturita da una causa del tutto sproporzionata e banale, ovvero l’ordinativo di una pizza. La Cassazione ha ritenuto corretta questa valutazione.

Il giudice è obbligato a concedere le circostanze attenuanti generiche?
No, la concessione o il diniego delle circostanze attenuanti generiche rientra nella discrezionalità del giudice di merito. Per negarle, non è necessario che il giudice analizzi tutti gli elementi favorevoli o sfavorevoli, ma è sufficiente che motivi la sua decisione sulla base di elementi ritenuti decisivi, come le modalità della condotta e la personalità negativa dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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