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Furto minore: i limiti secondo la Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un uomo condannato per furto di meloni. La difesa sosteneva si trattasse di furto minore, ma la Corte ha ribadito che tale ipotesi si applica solo ai residui post-raccolta. È stata inoltre negata la non punibilità per particolare tenuità del fatto a causa del valore della merce e di precedenti analoghi dell’imputato.

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Pubblicato il 14 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto minore di prodotti agricoli: quando si applica? Un caso di furto di meloni

Il concetto di furto minore, specialmente in ambito agricolo, è spesso fonte di dibattito. Un’ordinanza recente della Corte di Cassazione offre un importante chiarimento sui limiti di applicazione di questa fattispecie e sulla valutazione della non punibilità per particolare tenuità del fatto. La decisione scaturisce dal ricorso di un individuo condannato per aver sottratto dei meloni da una piantagione.

I Fatti del Caso

Un uomo veniva sorpreso dal proprietario di un fondo agricolo mentre era intento a sottrarre dei meloni. Allertati i carabinieri, questi giungevano sul posto e coglievano l’individuo in flagrante, mentre caricava la merce sulla sua autovettura. Condannato nei gradi di merito per furto, l’imputato presentava ricorso in Cassazione, basando la sua difesa su due argomentazioni principali.

I Motivi del Ricorso e la tesi del furto minore

La difesa dell’imputato sosteneva che il fatto dovesse essere riqualificato come furto minore ai sensi dell’art. 626, n. 3 del codice penale. Questa norma riguarda il cosiddetto ‘spigolamento’ o ‘rastrellamento’, ovvero la raccolta di residui lasciati nei campi dopo che il raccolto principale è già stato completato. In secondo luogo, veniva chiesta l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto, prevista dall’art. 131-bis del codice penale.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo entrambe le tesi difensive. I giudici hanno chiarito che il ricorso si limitava a riproporre questioni già correttamente esaminate e respinte dalla Corte d’Appello, senza una critica puntuale delle motivazioni della sentenza impugnata. Secondo la Cassazione, il tentativo del ricorrente era quello di ottenere una nuova valutazione dei fatti, compito precluso al giudice di legittimità.

Le motivazioni

La Corte ha fornito una motivazione chiara e logica per rigettare le richieste del ricorrente.

Per quanto riguarda la qualificazione come furto minore, i giudici hanno sottolineato che tale ipotesi è configurabile solo quando le operazioni di raccolta principali sono già state effettuate e l’agente si appropria dei residui ‘sfuggiti’ al proprietario. Nel caso di specie, era emerso che il ciclo di raccolta non era ancora iniziato, escludendo quindi categoricamente la possibilità di parlare di ‘spigolamento’. Si trattava, a tutti gli effetti, di un furto comune ai sensi dell’art. 624 c.p.

Anche la richiesta di applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto è stata ritenuta manifestamente infondata. La Corte territoriale aveva correttamente negato il beneficio basandosi su elementi concreti e significativi. In particolare, sono state considerate decisive le modalità della condotta, la circostanza che l’imputato si fosse già reso protagonista di furti simili nella settimana precedente e il valore non trascurabile della merce sottratta, quantificato in circa 130 euro. Questi elementi, valutati secondo i criteri dell’art. 133 c.p., indicavano un grado di offensività tale da non poter essere considerato ‘tenue’.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame consolida due importanti principi giuridici. In primo luogo, riafferma la distinzione netta tra furto comune e furto minore in ambito agricolo: quest’ultimo è strettamente legato alla raccolta di ciò che è rimasto dopo la raccolta ufficiale, e non può essere invocato quando il raccolto è ancora in corso o non è nemmeno iniziato. In secondo luogo, la decisione evidenzia come la valutazione sulla particolare tenuità del fatto non sia automatica, ma dipenda da un’analisi complessa e congiunta di tutte le peculiarità del caso, inclusi il valore del bene, le modalità dell’azione e la condotta pregressa dell’imputato.

Quando un furto di prodotti agricoli si qualifica come furto minore?
Si qualifica come furto minore (ai sensi dell’art. 626, n. 3 c.p.) solo quando consiste nel raccogliere i residui (spigolare, rastrellare) che sono rimasti nel fondo dopo che le operazioni principali di raccolta sono state già completate.

Perché è stata negata la non punibilità per particolare tenuità del fatto?
È stata negata perché i giudici hanno considerato decisive le modalità della condotta, il fatto che l’imputato avesse commesso furti analoghi nella settimana precedente e il valore significativo della merce rubata (circa 130 euro), elementi che escludono la particolare tenuità.

Un ricorso in Cassazione può chiedere una nuova valutazione dei fatti?
No, la Corte di Cassazione è un giudice di legittimità, non di merito. Il suo compito è verificare la corretta applicazione della legge e la logicità della motivazione, ma non può riesaminare e rivalutare gli elementi di fatto già accertati nei precedenti gradi di giudizio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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