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Furto in privata dimora: quando è reato? Cassazione

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto in privata dimora. Il caso riguardava un furto avvenuto in un container adibito a dimora diurna. La Corte ha ribadito la nozione ampia di “privata dimora”, che include qualsiasi luogo, anche transitorio, dove si svolgono atti della vita privata. È stata inoltre respinta la richiesta di attenuante per danno di speciale tenuità, poiché il valore del bene sottratto non è stato considerato irrisorio.

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Pubblicato il 17 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in privata dimora: un container può essere considerato abitazione?

Il concetto di furto in privata dimora è spesso associato all’immagine di un’intrusione in una casa o in un appartamento. Tuttavia, la legge penale italiana offre una tutela più ampia, come chiarito da una recente ordinanza della Corte di Cassazione. Questa decisione analizza il caso di un furto avvenuto all’interno di un container, sollevando questioni importanti sulla definizione di ‘privata dimora’ e sull’applicazione di alcune circostanze attenuanti. L’analisi della Suprema Corte fornisce spunti essenziali per comprendere i confini di questa aggravante.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato, ai sensi degli artt. 624-bis e 625 c.p. L’imputato si era introdotto in un container e aveva sottratto un piano cottura. La particolarità del caso risiedeva nel fatto che la persona offesa utilizzava quel container come propria dimora diurna, svolgendovi quindi atti della vita privata. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando la qualificazione del reato e la mancata concessione di un’attenuante.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

La difesa dell’imputato ha basato il ricorso su tre motivi principali:

1. Vizio processuale: Si lamentava la mancata acquisizione delle registrazioni di conversazioni telefoniche, sostenendo che tale omissione rendesse inutilizzabile una prova a carico.
2. Errata applicazione della legge penale: Il ricorrente contestava che un container potesse essere qualificato come ‘privata dimora’ ai fini della configurabilità del reato di cui all’art. 624-bis c.p.
3. Mancato riconoscimento dell’attenuante: Si richiedeva l’applicazione della circostanza attenuante del danno di speciale tenuità (art. 62, n. 4 c.p.), sostenendo che il valore del bene sottratto (un piano cottura del valore di circa 400-500 euro) fosse esiguo, anche in considerazione del tempo trascorso dall’acquisto.

L’Analisi della Cassazione sul furto in privata dimora

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, respingendo tutte le doglianze della difesa con argomentazioni precise.

Sul vizio processuale: Il primo motivo è stato giudicato privo di specificità. La difesa non aveva argomentato in che modo la prova mancante avrebbe potuto concretamente influenzare l’esito del processo. Non basta lamentare un’omissione, ma occorre dimostrarne la decisività.
Sulla nozione di privata dimora: Questo è il cuore della decisione. La Corte ha ribadito un principio consolidato: la nozione di privata dimora è più ampia di quella di abitazione. Essa comprende ogni luogo in cui la persona compie, anche in modo transitorio e contingente, atti della vita privata. Poiché la persona offesa utilizzava il container come propria abitazione diurna, tale luogo rientrava a pieno titolo nella tutela offerta dall’art. 624-bis c.p. Il furto in privata dimora era quindi correttamente configurato.
Sull’attenuante del danno tenue: Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile. L’attenuante in questione richiede che il pregiudizio economico sia ‘lievissimo, ossia di valore economico pressoché irrisorio’. Un bene del valore di oltre 400 euro non può essere considerato tale. La Corte ha sottolineato che la manifesta infondatezza di questa richiesta non avrebbe comunque portato a un esito favorevole per l’imputato in un eventuale giudizio di rinvio.

Le Motivazioni della Decisione

La decisione della Suprema Corte si fonda su principi giuridici consolidati. La ratio dell’aggravante del furto in privata dimora non è solo proteggere il patrimonio, ma anche la sfera di intimità e sicurezza personale che si esplica nei luoghi privati. Pertanto, la definizione di ‘privata dimora’ viene interpretata estensivamente per includere non solo l’abitazione principale, ma anche luoghi come camper, tende, baracche o, come in questo caso, un container, a condizione che vi si svolgano atti della vita privata. L’inammissibilità del ricorso è stata dichiarata per la genericità del primo motivo e la manifesta infondatezza degli altri due. La Corte ha anche condannato il ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende, ravvisando una ‘colpa’ nell’aver proposto un’impugnazione palesemente priva di fondamento.

Le Conclusioni

Questa ordinanza conferma due importanti principi. In primo luogo, la tutela penale della sfera privata è ampia e non legata a rigide definizioni di ‘casa’. Qualsiasi luogo deputato allo svolgimento di attività personali, anche temporanee, merita la protezione rafforzata prevista per il furto in privata dimora. In secondo luogo, l’attenuante del danno di speciale tenuità ha un ambito di applicazione molto ristretto, limitato a casi in cui il valore del bene sottratto è veramente insignificante. La decisione serve da monito sulla necessità di formulare ricorsi specifici e fondati, pena la declaratoria di inammissibilità e la condanna a sanzioni pecuniarie.

Cosa si intende per ‘privata dimora’ ai fini del reato di furto?
La nozione di privata dimora è più ampia di quella di abitazione. Include qualsiasi luogo, anche utilizzato in modo transitorio o contingente, in cui una persona svolge atti della propria vita privata. Pertanto, anche un container adibito a dimora diurna rientra in questa categoria.

Quando si applica l’attenuante del danno di ‘speciale tenuità’?
Questa circostanza attenuante si applica solo quando il danno economico causato dal reato è ‘lievissimo’, ovvero di valore ‘pressoché irrisorio’. Secondo la Corte, un valore di 400-500 euro non rientra in questa categoria.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, tra le altre ragioni, quando i motivi sono generici e non specificano come le presunte violazioni abbiano inciso sulla decisione, oppure quando i motivi sono manifestamente infondati, cioè palesemente privi di qualsiasi possibilità di accoglimento.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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