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Furto in pertinenza: quando l’orto è privata dimora

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un individuo condannato per furto in pertinenza. Il caso riguardava il prelievo di verdure da un orto contiguo a un’abitazione. La Corte ha confermato che tale area costituisce pertinenza di privata dimora, rendendo il reato più grave, e ha definito il ricorso manifestamente infondato, condannando il ricorrente al pagamento delle spese e di una sanzione pecuniaria.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in pertinenza: la Cassazione conferma la condanna per il ladro di verdure

L’ordinanza della Corte di Cassazione in esame affronta un caso di furto in pertinenza, chiarendo in modo definitivo quando un orto adiacente a un’abitazione debba essere considerato parte integrante della privata dimora. La decisione sottolinea la manifesta infondatezza di un ricorso basato su motivazioni generiche, ribadendo principi consolidati in materia di qualificazione del reato e di ammissibilità dei ricorsi.

I Fatti del Processo

Il procedimento ha origine dalla condanna di un uomo da parte della Corte d’Appello per il reato di furto. L’imputato era stato sorpreso a prelevare delle verdure da un orto. La particolarità del caso risiede nel fatto che la persona offesa si era accorta del furto direttamente dalla propria abitazione, dalla quale aveva potuto osservare l’uomo aggirarsi nell’orto. Questo dettaglio è stato cruciale per qualificare l’area non come un semplice terreno, ma come una pertinenza della dimora privata, aggravando così la posizione dell’imputato. Contro tale sentenza, l’uomo ha proposto ricorso per Cassazione, sostenendo un vizio di motivazione.

La Decisione della Corte di Cassazione sul furto in pertinenza

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendolo manifestamente infondato. Secondo i giudici, la sentenza della Corte d’Appello era basata su una motivazione appropriata, logica e priva di vizi giuridici. Le conclusioni dei giudici di merito si fondavano su acquisizioni probatorie definite e significative, che non lasciavano spazio a dubbi interpretativi.

Il Concetto di Pertinenza di Privata Dimora

Il punto centrale della decisione riguarda la qualificazione dell’orto come pertinenza. La Corte ha stabilito che la circostanza che la persona offesa potesse vedere l’intruso dalla sua abitazione era un segno evidente del legame funzionale e spaziale tra l’orto e la casa. Si trattava, quindi, di un orto contiguo all’abitazione, rientrante a pieno titolo nella nozione di furto in pertinenza di privata dimora. A tal proposito, la Corte ha specificato che le prove raccolte dagli agenti di polizia intervenuti sul posto erano sufficienti a stabilire questo collegamento, rendendo superflua e ultronea la ricerca effettuata tramite servizi di mappatura online menzionata nel corso del giudizio.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha motivato la propria decisione di inammissibilità evidenziando come l’unico motivo di ricorso fosse generico e non cogliesse nel segno. La pronuncia impugnata aveva correttamente ricostruito i fatti, stabilendo in modo inequivocabile che il furto era avvenuto in un’area da considerarsi pertinenza di una privata dimora. La motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta immune da vizi logico-giuridici, in quanto basata su elementi concreti e sull’osservazione diretta dei luoghi da parte degli agenti intervenuti. Di conseguenza, non emergendo alcuna ragione valida per un esonero, la Corte ha applicato l’articolo 616 del codice di procedura penale.

Conclusioni

La decisione riafferma un principio importante: il furto commesso in aree strettamente connesse a un’abitazione, come un orto o un giardino, assume una gravità maggiore rispetto a un furto semplice. L’ordinanza serve anche da monito sull’importanza di formulare ricorsi specifici e fondati, poiché motivi generici e manifestamente infondati portano non solo alla dichiarazione di inammissibilità, ma anche alla condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. In questo caso, la sanzione è stata fissata in 3.000 euro a favore della Cassa delle ammende, a conferma della serietà con cui l’ordinamento tratta i ricorsi pretestuosi.

Quando un orto può essere considerato pertinenza di privata dimora ai fini del reato di furto?
Un orto è considerato pertinenza di privata dimora quando è contiguo all’abitazione e la sua posizione consente agli occupanti di osservare ciò che vi accade direttamente dalla casa, dimostrando un legame funzionale e spaziale con la vita domestica.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile dalla Corte di Cassazione?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato. La Corte ha stabilito che la motivazione della sentenza precedente era logica, appropriata e basata su prove concrete, e che il motivo di ricorso non sollevava questioni giuridiche valide.

Quali sono le conseguenze per chi presenta un ricorso manifestamente infondato?
Secondo l’art. 616 del codice di procedura penale, la parte che ha proposto un ricorso dichiarato inammissibile viene condannata al pagamento delle spese del procedimento e di una sanzione pecuniaria a favore della Cassa delle ammende, che nel caso specifico è stata quantificata in 3.000 euro.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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