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Furto in parcheggio: quando è furto in abitazione?

La Corte di Cassazione, con l’ordinanza n. 45026/2024, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto in abitazione. Il caso riguardava un furto in parcheggio condominiale. La Corte ha ribadito che tali aree sono da considerarsi pertinenze dell’abitazione, integrando così la fattispecie più grave prevista dall’art. 624-bis del codice penale, anche in presenza di una servitù di passaggio pubblico.

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Pubblicato il 13 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in parcheggio condominiale: è furto in abitazione? La Cassazione fa chiarezza

Un furto commesso all’interno di un’area comune come un parcheggio condominiale può essere considerato un semplice furto o rientra nella più grave fattispecie del furto in abitazione? La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, torna sul tema, consolidando un orientamento di fondamentale importanza. L’analisi del caso di un furto in parcheggio condominiale offre spunti decisivi per comprendere l’estensione della tutela penale offerta al domicilio e alle sue pertinenze.

I Fatti di Causa

Il caso trae origine dal ricorso presentato da un individuo condannato nei primi due gradi di giudizio per il reato di furto in abitazione, aggravato dalla destrezza. L’imputato aveva sottratto beni all’interno di un parcheggio condominiale. La difesa ha contestato la qualificazione giuridica del fatto, sostenendo che un’area condominiale adibita a parcheggio non potesse essere considerata né un’abitazione né una sua pertinenza ai sensi dell’art. 624-bis del codice penale, e che quindi il reato dovesse essere derubricato a furto semplice.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Settima Sezione Penale della Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando in toto la sentenza impugnata. I giudici di legittimità hanno ritenuto la decisione della Corte d’Appello correttamente motivata e in linea con il consolidato orientamento giurisprudenziale in materia. Di conseguenza, è stata confermata la condanna per furto in abitazione, con l’aggiunta della condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e di una somma in favore della Cassa delle ammende.

Le Motivazioni: la qualificazione del furto in parcheggio condominiale

Il cuore della decisione risiede nella nozione di ‘pertinenza’ del luogo di privata dimora. La Corte ha ribadito con forza che un parcheggio condominiale, anche se non di uso esclusivo dei singoli condomini, costituisce a tutti gli effetti una pertinenza dello stabile e delle abitazioni in esso presenti.

Questo orientamento si basa su un principio consolidato, citando una precedente sentenza (n. 4215/2013) che aveva già stabilito un punto fermo: integra il reato di furto in abitazione la sottrazione illecita di beni mobili posti all’interno di aree condominiali. La Corte ha precisato che la qualificazione non cambia neppure se sull’area insiste una servitù pubblica di passaggio pedonale. La ragione è che tale area è funzionalmente collegata alla vita privata che si svolge negli appartamenti, rappresentandone un’estensione e un accessorio.

I giudici hanno quindi ritenuto irrilevanti le argomentazioni difensive che tentavano di sminuire il legame tra il luogo del furto e la sfera di vita privata della persona offesa. Ciò che conta è il rapporto funzionale e di servizio tra l’area (il parcheggio) e il bene principale (l’abitazione).

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa pronuncia consolida un importante principio di diritto: la tutela penale accordata al domicilio si estende a tutte le sue pertinenze, comprese le aree comuni come i parcheggi condominiali. L’implicazione pratica è chiara: chi commette un furto in tali aree non risponderà del reato di furto semplice (art. 624 c.p.), ma della più grave fattispecie di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.), che prevede pene significativamente più severe. La decisione rafforza la protezione dei luoghi che, pur non essendo abitazioni in senso stretto, sono strettamente collegati ad esse e alla vita privata dei residenti.

Un furto commesso in un parcheggio condominiale può essere considerato furto in abitazione?
Sì, la Corte di Cassazione conferma che un parcheggio condominiale è considerato pertinenza delle abitazioni dello stabile. Di conseguenza, un furto commesso al suo interno integra il reato di furto in abitazione ai sensi dell’art. 624-bis del codice penale.

La natura del reato cambia se il parcheggio è aperto al passaggio pubblico?
No. Secondo la giurisprudenza consolidata richiamata nella sentenza, la circostanza che sull’area condominiale insista una servitù pubblica di passaggio non esclude la qualificazione del reato come furto in abitazione.

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché le argomentazioni difensive, volte a negare la natura di pertinenza del parcheggio, sono state ritenute in contrasto con i principi ermeneutici consolidati e costanti della Corte di Cassazione in materia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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