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Furto in magazzino: annullato senza querela

La Corte di Cassazione ha annullato una condanna per furto aggravato, riqualificando il reato commesso in un magazzino commerciale come furto semplice. A seguito della Riforma Cartabia, tale reato è procedibile solo a querela di parte. Poiché la querela non era stata sporta, l’azione penale non poteva essere iniziata, comportando l’annullamento della sentenza senza rinvio.

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Pubblicato il 18 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in Magazzino: Annullato Senza Querela

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha chiarito un punto fondamentale sulla differenza tra un furto in magazzino e un furto in abitazione, annullando una condanna per un vizio di procedibilità legato alla mancanza di querela. Questa decisione evidenzia l’impatto della Riforma Cartabia sulla perseguibilità di alcuni reati contro il patrimonio e sottolinea l’importanza di una corretta qualificazione giuridica del luogo in cui il reato viene commesso.

I Fatti del Caso

Un individuo veniva condannato in primo e secondo grado per il reato di furto in abitazione aggravato dalla violenza sulle cose. Il furto era avvenuto all’interno di un immobile che la persona offesa utilizzava come magazzino per depositare gli articoli destinati alla vendita nel suo vicino esercizio commerciale. L’imputato, attraverso il suo difensore, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che la qualificazione del reato fosse errata: il luogo del furto non era un’abitazione o una privata dimora, ma un semplice magazzino commerciale.

Il Ricorso e la Qualificazione del Reato

Il principale motivo di ricorso si basava sulla violazione di legge penale. La difesa sosteneva che il reato dovesse essere riqualificato da furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) a furto semplice aggravato (artt. 624 e 625 c.p.). La differenza è sostanziale: per configurare il più grave reato di furto in abitazione, è necessario che il luogo sia destinato, anche solo in parte, a ospitare atti della vita privata. Nel caso di specie, era emerso che il locale era utilizzato esclusivamente per lo stoccaggio di merci, escludendo qualsiasi funzione abitativa o legata alla sfera privata della vittima.

Furto in Magazzino e la Decisione della Corte

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito il principio, già consolidato dalle Sezioni Unite, secondo cui la nozione di “privata dimora” implica lo svolgimento di atti della vita privata, anche se non continuativi. Poiché nel caso in esame il magazzino era destinato unicamente allo “svolgimento permanente dell’attività lavorativa con esclusione in esso del pubblico accesso”, non poteva essere qualificato come privata dimora ai sensi dell’art. 624-bis c.p.

Le Motivazioni

La Corte ha quindi proceduto a riqualificare il fatto come furto aggravato ai sensi degli articoli 624 e 625, n. 2, del codice penale. Questa nuova qualificazione ha avuto una conseguenza decisiva sulla procedibilità del reato. A seguito delle modifiche introdotte dal d.lgs. 150/2022 (la cosiddetta Riforma Cartabia), il delitto di furto semplice, anche se aggravato, è diventato procedibile a querela della persona offesa.

Nel fascicolo processuale, tuttavia, non era presente alcuna querela, ma solo una denuncia dei fatti. La denuncia è un atto con cui si porta a conoscenza dell’autorità un reato, mentre la querela contiene anche la specifica richiesta di procedere penalmente contro il responsabile. In assenza di tale condizione di procedibilità, l’azione penale non poteva essere iniziata.

Le Conclusioni

Di conseguenza, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza di condanna senza rinvio. La decisione finale non si basa su un’assoluzione nel merito, ma su un presupposto processuale insuperabile: la mancanza della querela necessaria per perseguire il reato dopo la sua corretta riqualificazione. Questo caso dimostra come una precisa definizione del luogo del commesso reato e le recenti riforme legislative possano avere un impatto determinante sull’esito di un procedimento penale, portando all’estinzione dell’azione penale per un vizio originario.

Un furto in un magazzino commerciale può essere considerato ‘furto in abitazione’?
No. Secondo la sentenza, un luogo si qualifica come ‘privata dimora’ solo se in esso si svolgono atti della vita privata. Un magazzino utilizzato esclusivamente per depositare merce per un’attività commerciale non rientra in questa categoria, pertanto un furto al suo interno non costituisce il reato di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.).

Cosa accade se un reato viene riqualificato in uno procedibile a querela, ma la querela non è mai stata presentata?
L’azione penale non può essere iniziata o proseguita. Come stabilito dalla Corte, se manca la condizione di procedibilità della querela per il reato (correttamente qualificato), la sentenza di condanna deve essere annullata senza rinvio, poiché il procedimento non avrebbe dovuto avere inizio.

Qual è l’impatto della Riforma Cartabia in questo caso di furto in magazzino?
La Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022) ha modificato il regime di procedibilità per il reato di furto semplice (art. 624 c.p.), rendendolo perseguibile solo a seguito di querela della persona offesa. Questa modifica è stata decisiva nel caso specifico, perché una volta che il reato è stato riqualificato da furto in abitazione (procedibile d’ufficio) a furto semplice, la mancanza della querela ha reso l’azione penale improcedibile.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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