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Furto in garage: quando è furto in abitazione?

La Corte di Cassazione chiarisce che il furto in garage, quando questo è una pertinenza di un’abitazione, integra il reato di furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) e non un furto semplice. Con l’ordinanza in esame, la Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di due soggetti condannati per aver sottratto un’auto da un box privato, ribadendo che la nozione di ‘privata dimora’ si estende anche alle sue pertinenze, come i garage, tutelando così la sfera di privata sicurezza della persona.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in garage: la Cassazione conferma che si tratta di furto in abitazione

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione torna a fare chiarezza su una questione di grande rilevanza pratica: il furto in garage è da considerarsi un furto semplice o rientra nella più grave fattispecie del furto in abitazione? La risposta, consolidata dalla giurisprudenza, è netta e tutela in modo ampio la sfera privata del cittadino. L’ordinanza in esame conferma che sottrarre un bene da un garage di pertinenza di un’abitazione integra il reato previsto dall’art. 624-bis del codice penale.

I Fatti del Caso

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per aver sottratto un’autovettura custodita all’interno di un garage privato. La Corte d’Appello, riformando parzialmente la prima sentenza, confermava la loro responsabilità per il reato di furto in abitazione aggravato. Gli imputati, non concordando con tale qualificazione giuridica, proponevano ricorso per Cassazione, sostenendo che il fatto dovesse essere riclassificato come furto semplice o, in subordine, come ricettazione. La loro tesi si basava sull’idea che un garage non potesse essere considerato una ‘privata dimora’ ai sensi della legge.

La Decisione della Corte: il furto in garage come violazione della sfera privata

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, rigettando completamente le argomentazioni difensive. La decisione si fonda su due pilastri principali: uno di carattere procedurale e l’altro di natura sostanziale, che rappresenta il cuore del principio giuridico.

Inammissibilità per Genericità dei Motivi

In primo luogo, i giudici hanno rilevato che i ricorsi erano una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già presentati e puntualmente respinti dalla Corte d’Appello. In sede di legittimità, non è sufficiente riproporre le medesime doglianze, ma è necessario formulare una critica argomentata e specifica contro la logica giuridica della sentenza impugnata. La mancanza di questa specificità ha reso i ricorsi solo ‘apparenti’ e, quindi, inammissibili.

La Nozione di ‘Pertinenza a Privata Dimora’

Il punto centrale della decisione riguarda la corretta interpretazione dell’art. 624-bis c.p. La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato: la nozione di ‘privata dimora’ non si limita all’abitazione in senso stretto, ma si estende a tutti quei luoghi, come cantine, cortili e garage, che ne costituiscono pertinenza. Questi spazi, pur non essendo destinati all’abitazione, sono legati da un rapporto funzionale con la casa e rientrano nella sfera di privata sicurezza e tranquillità che la norma intende proteggere.

Le Motivazioni della Decisione

La Corte territoriale, la cui decisione è stata avallata dalla Cassazione, ha correttamente applicato i principi affermati dalla giurisprudenza di legittimità. Citando una precedente sentenza (Cass. Pen., n. 50105/2023), i giudici hanno sottolineato che anche i garage a servizio dell’abitazione principale devono essere riconosciuti come ‘pertinenza a privata dimora’.
Di conseguenza, la sottrazione dell’autovettura custodita nel garage è stata correttamente qualificata come delitto di furto in abitazione. La ratio della norma è quella di fornire una tutela rafforzata non solo al patrimonio, ma anche all’inviolabilità del domicilio e alla sicurezza della persona, che si estende a tutti gli spazi in cui si svolge la vita privata, anche se in modo non continuativo.
Inoltre, la Corte ha ritenuto infondata anche la richiesta di riqualificare il reato in ricettazione, poiché le prove raccolte (confronto con foto segnaletiche e filmati di sorveglianza) dimostravano in modo congruo e logico il coinvolgimento diretto degli imputati nel furto.

Conclusioni e Implicazioni Pratiche

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale fondamentale per la tutela della sicurezza dei cittadini. La decisione chiarisce che la protezione accordata alla ‘privata dimora’ è ampia e comprende tutti gli spazi accessori che, per loro natura, sono strettamente collegati alla vita domestica. Commettere un furto in garage non è un’azione di poco conto, ma un reato grave, punito con pene significativamente più severe rispetto al furto semplice. La sentenza serve da monito: la legge tutela l’intera sfera di dominio privato di una persona, inclusi i luoghi dove custodisce i propri beni, come l’automobile.

Il furto di un’auto in un garage è considerato furto in abitazione?
Sì, secondo la sentenza, un garage che è a servizio di un’abitazione principale è considerato una ‘pertinenza a privata dimora’. Di conseguenza, il furto commesso al suo interno integra il reato più grave di furto in abitazione, come previsto dall’art. 624-bis del codice penale.

Perché il ricorso degli imputati è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi presentati erano una mera ripetizione di quelli già discussi e respinti dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione deve contenere una critica specifica e argomentata alla sentenza impugnata, non limitarsi a riproporre le stesse difese.

Qual è la differenza legale tra un furto semplice e un furto in un garage di pertinenza?
La differenza è sostanziale. Il furto in abitazione o nelle sue pertinenze (come un garage) è un reato più grave del furto semplice perché lede non solo il patrimonio, ma anche la sfera privata e la sicurezza personale della vittima. Per questo motivo, è punito con pene più severe.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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