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Furto in garage: quando è considerata privata dimora?

Un soggetto condannato per furto in garage ricorre in Cassazione, sostenendo che il locale non fosse pertinenza dell’abitazione a causa della distanza. La Suprema Corte ha rigettato il ricorso, stabilendo che per qualificare un furto in garage come furto in privata dimora (art. 624-bis c.p.), non è necessaria la contiguità fisica. Sono invece decisivi il legame funzionale con l’abitazione e il carattere privato del luogo, che ne preclude l’accesso a terzi. La Corte ha confermato che anche un garage a 20-30 metri di distanza rientra nel concetto di pertinenza tutelata.

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Pubblicato il 13 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in garage: quando scatta il reato di furto in abitazione?

Il furto in garage è una problematica diffusa, ma la sua qualificazione giuridica può fare una grande differenza in termini di pena. È un furto semplice o un più grave furto in abitazione? La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 14406 del 2024, torna sul tema, chiarendo i confini del concetto di “privata dimora” e delle sue pertinenze. La decisione sottolinea che non è la distanza fisica a contare, ma il legame funzionale e il carattere privato del luogo.

I Fatti del Caso

Il caso nasce dal ricorso di un uomo condannato in primo e secondo grado per il reato di furto in abitazione, previsto dall’art. 624-bis del codice penale. L’imputato aveva sottratto della merce da un garage. La sua difesa sosteneva che il reato dovesse essere derubricato a furto semplice, poiché il garage non poteva essere considerato una pertinenza dell’abitazione della vittima. Il motivo? Una presunta mancanza di “contiguità spaziale”, dato che il box auto si trovava a circa 20-30 metri di distanza dall’appartamento.

Oltre a questo punto principale, il ricorrente lamentava anche un’insufficiente riduzione della pena e un vizio procedurale: la mancata comunicazione, da parte della Corte d’Appello, della possibilità di richiedere pene sostitutive alla detenzione.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso infondato su tutti i fronti, confermando la condanna per furto in abitazione. La sentenza fornisce un’analisi dettagliata e rigorosa dei principi che regolano la materia, consolidando un orientamento giurisprudenziale volto a una tutela rafforzata del domicilio in tutte le sue articolazioni.

Le Motivazioni: Il Concetto Esteso di Privata Dimora nel furto in garage

Il cuore della pronuncia risiede nell’interpretazione del concetto di “privata dimora” e “pertinenza”. La Corte chiarisce che la tutela offerta dall’art. 624-bis c.p. non si limita all’abitazione in senso stretto, ma si estende a tutti quei luoghi che, pur non essendo destinati alla residenza, ne condividono le caratteristiche di riservatezza e inaccessibilità a terzi senza il consenso del titolare.

1. Nozione di Privata Dimora: La norma tutela lo spazio riservato in cui si manifesta la personalità dell’individuo. Perché un luogo rientri in questa categoria, è necessario che l’accesso a estranei sia inibito e che sia garantita la privacy, precludendo la possibilità di essere “percepiti dall’esterno”.

2. La Pertinenza e il Legame Funzionale: Con specifico riferimento al garage, la Cassazione ribadisce che la qualifica di pertinenza non dipende dalla stretta contiguità fisica. Ciò che conta è il legame funzionale: il bene deve essere destinato in modo durevole al servizio o all’ornamento del bene principale (l’abitazione). Nel caso specifico, il garage era utilizzato esclusivamente dalla persona offesa, vi si poteva accedere solo con il suo consenso ed era funzionalmente asservito all’appartamento, nonostante la distanza di 20-30 metri. Questi elementi sono stati ritenuti sufficienti per integrare il concetto di pertinenza di una privata dimora.

Le Motivazioni sugli Altri Punti del Ricorso

Anche gli altri due motivi di ricorso sono stati respinti:
Trattamento sanzionatorio: La Corte ha ritenuto la censura inammissibile, ricordando che la determinazione della pena è un potere discrezionale del giudice di merito. In questo caso, la Corte d’Appello aveva adeguatamente motivato la mancata concessione della massima riduzione di pena, valorizzando la gravità della condotta, l’intensità del dolo e i numerosi precedenti penali dell’imputato.
Pene sostitutive: La Cassazione ha chiarito che l’omesso avviso sulla possibilità di accedere a pene sostitutive non invalida la sentenza. Tale avviso presuppone che il giudice ritenga sussistenti le condizioni per la loro applicazione. La motivazione della sentenza, evidenziando la gravità del fatto e la personalità del reo, conteneva già una valutazione implicita negativa sulla meritevolezza di tali benefici.

Le Conclusioni

La sentenza n. 14406/2024 consolida un principio di fondamentale importanza pratica: per la configurabilità del reato di furto in abitazione, la nozione di pertinenza va intesa in senso ampio e funzionale. Un garage, una cantina o un solaio, anche se fisicamente separati dall’appartamento, rientrano nella sfera di tutela della privata dimora se sono ad essa funzionalmente collegati e se il loro accesso è protetto dalla libera intrusione di terzi. Questa interpretazione estensiva garantisce una protezione più efficace del domicilio, inteso come proiezione spaziale della sfera privata dell’individuo, contro le aggressioni patrimoniali.

Un furto in un garage è sempre considerato furto in abitazione?
Non sempre, ma lo è quando il garage costituisce una “pertinenza” di una privata dimora. Secondo la sentenza, ciò si verifica quando il garage è destinato in modo durevole al servizio dell’abitazione e l’accesso è precluso a terzi senza il consenso del proprietario, garantendo così la riservatezza del luogo.

La distanza tra il garage e l’abitazione è determinante per qualificare il reato?
No. La sentenza chiarisce che una stretta contiguità fisica non è un requisito necessario. Anche un garage situato a 20-30 metri di distanza, come nel caso esaminato, è considerato pertinenza se sussiste un collegamento funzionale con l’abitazione e se il suo accesso è privato e non aperto al pubblico.

Cosa significa che la nozione di “privata dimora” è più ampia di quella di “abitazione”?
Significa che la tutela penale rafforzata prevista per il furto in abitazione (art. 624-bis c.p.) non si limita alla casa in cui si vive, ma si estende a tutti i luoghi in cui si svolgono atti della vita privata. Questo include spazi come garage, cantine o studi professionali, a condizione che siano caratterizzati da riservatezza e che l’accesso non sia libero.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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