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Furto in B&B: è aggravato? La Cassazione decide

La Corte di Cassazione ha stabilito che un furto in B&B integra il reato aggravato di furto in abitazione, poiché la camera di una struttura ricettiva è considerata “privata dimora”. Con la sentenza n. 8043/2025, la Corte ha respinto il ricorso di un imputato, condannato per aver sottratto beni a due turisti. I giudici hanno chiarito che anche un soggiorno temporaneo stabilisce un legame sufficiente a qualificare lo spazio come privato. Inoltre, il reato è stato ritenuto consumato, e non solo tentato, poiché l’impossessamento dei beni era già avvenuto al momento dell’intervento, casuale, delle forze dell’ordine.

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Pubblicato il 13 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in B&B: La Stanza è Privata Dimora? La Cassazione Fa Chiarezza

Il furto in una stanza di un Bed & Breakfast è un reato semplice o un più grave furto in abitazione? Questa domanda, cruciale per le implicazioni sulla pena, è stata al centro di una recente pronuncia della Corte di Cassazione, la n. 8043 del 2025. La Corte ha stabilito con fermezza che la camera di una struttura ricettiva, anche per un soggiorno breve, rientra a pieno titolo nel concetto di “privata dimora”, aggravando così la posizione di chi vi commette un furto. Analizziamo insieme la decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda un uomo condannato in primo e secondo grado per furto aggravato in abitazione e possesso di arnesi da scasso. Il reato era stato commesso all’interno della camera di un B&B a Firenze, ai danni di due turisti stranieri, ai quali erano stati sottratti dispositivi elettronici, un orologio e altri effetti personali. L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando due questioni principali: in primo luogo, sosteneva che una camera di B&B non potesse essere considerata “privata dimora”; in secondo luogo, che il reato dovesse essere riqualificato come tentato furto, e non consumato, dato che era stato fermato poco dopo il fatto.

La Questione Giuridica del Furto in B&B

Il cuore della difesa si basava sull’interpretazione dell’articolo 624-bis del codice penale, che punisce più severamente il furto commesso in un luogo di privata dimora. Secondo il ricorrente, una stanza di B&B non possiede i requisiti di stabilità e di esclusività tipici di una dimora privata. In particolare, mancherebbe un rapporto stabile tra l’ospite e il luogo, e non vi sarebbe un pieno diritto di escludere terzi, come il personale di servizio.

La Differenza tra Furto Tentato e Consumato

Il secondo motivo di ricorso verteva sulla distinzione tra tentativo e consumazione del reato. La difesa argomentava che, poiché le vittime avevano sorpreso i ladri subito fuori dalla struttura e allertato immediatamente le forze dell’ordine (che si trovavano casualmente nelle vicinanze), non si era mai verificato un completo spossessamento dei beni. In altre parole, i ladri non avevano mai avuto la piena e autonoma disponibilità della refurtiva, essendo stati costantemente sotto il potenziale controllo delle vittime e, subito dopo, della polizia.

Le Motivazioni della Corte

La Corte di Cassazione ha respinto integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su entrambi i punti.

Sulla Nozione di Privata Dimora

I giudici hanno ribadito che la stanza di una struttura ricettiva (albergo, B&B, ecc.) costituisce a tutti gli effetti un luogo di privata dimora. Il concetto di “stabilità”, hanno spiegato, non va inteso come permanenza prolungata per mesi o anni, ma in senso relativo: per tutto il periodo del soggiorno, anche se breve, quel luogo è destinato allo svolgimento di atti della vita privata del cliente (riposo, intimità). L’ospite acquisisce un vero e proprio ius excludendi alios, ovvero il diritto di escludere chiunque, compreso il personale, che può accedere solo con il consenso del cliente (anche implicito, come nel caso delle pulizie).

Sulla Consumazione del Reato di Furto in B&B

La Corte ha ritenuto il reato pienamente consumato. Il momento decisivo è quello dello spossessamento, cioè quando i beni vengono sottratti alla sfera di controllo della vittima ed entrano nella disponibilità dell’autore del reato. Nel caso di specie, i ladri erano già usciti dalla camera e dalla struttura con la refurtiva. L’intervento delle forze dell’ordine è stato successivo e del tutto casuale, non frutto di un’operazione di sorveglianza preordinata che avrebbe impedito la consumazione del reato. Di conseguenza, l’impossessamento si era già perfezionato.

Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: la tutela della privacy e dell’inviolabilità del domicilio si estende anche ai luoghi di soggiorno temporaneo come B&B e hotel. Chi commette un furto in B&B non risponderà di furto semplice, ma della più grave fattispecie di furto in abitazione. La decisione chiarisce inoltre che, per configurare il tentativo, è necessario che l’azione criminosa venga interrotta prima che l’autore abbia acquisito l’autonoma disponibilità dei beni rubati, cosa che non avviene se la scoperta e l’arresto sono successivi e casuali.

Una stanza di un B&B o di un albergo è considerata “privata dimora” ai fini del reato di furto?
Sì. La Corte di Cassazione conferma che la stanza di una struttura ricettiva, anche per un soggiorno temporaneo, è un luogo di privata dimora. Questo perché l’ospite vi svolge atti della vita privata e ha il diritto di escludere terzi (ius excludendi alios), garantendo così la protezione dello spazio.

Quando un furto si considera consumato e non solo tentato?
Il furto è consumato quando l’autore si impossessa dei beni, sottraendoli alla sfera di controllo della vittima. Se l’autore del reato riesce a uscire dal luogo del furto con la refurtiva, il reato è consumato, anche se viene fermato poco dopo, a meno che non fosse sotto una sorveglianza continua e ininterrotta da parte delle forze dell’ordine.

L’ospite di un B&B può impedire l’accesso alla stanza al personale della struttura?
Sì. Secondo la Corte, l’ospite ha il diritto di escludere chiunque dalla propria stanza. L’accesso del personale per servizi come le pulizie avviene solo con il consenso del cliente, che può essere esplicito o implicito (derivante dal contratto di soggiorno), ma il cliente può sempre opporsi, confermando la natura privata dello spazio.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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