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Furto in abitazione: quando si estende al giardino?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per tentato furto in abitazione. L’imputato sosteneva che il furto in un giardino e ripostiglio dovesse essere qualificato come furto semplice. La Corte ha ribadito che giardino e ripostiglio sono pertinenze dell’abitazione, rendendo corretta la qualificazione del reato come furto in abitazione, in linea con il suo consolidato orientamento giurisprudenziale.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in abitazione: anche il giardino e il ripostiglio sono tutelati

Il concetto di furto in abitazione è spesso associato all’effrazione all’interno delle mura domestiche, ma la sua portata è ben più ampia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione chiarisce come anche le aree esterne, quali giardini e ripostigli, rientrino nel perimetro di tutela penale della dimora privata. Questo principio, consolidato nella giurisprudenza, è fondamentale per comprendere i confini di questo grave reato.

I Fatti del Caso

Il caso esaminato dalla Suprema Corte riguarda un individuo condannato in primo e secondo grado per il reato di tentato furto aggravato in abitazione. L’imputato aveva tentato di sottrarre alcuni attrezzi da lavoro da un ripostiglio situato nel giardino di un’abitazione. La sua difesa ha presentato ricorso in Cassazione, chiedendo la riqualificazione del reato in tentato furto semplice. La tesi difensiva si basava sull’idea che il giardino e il ripostiglio non potessero essere considerati parte integrante della “privata dimora”, ma semplici pertinenze esterne.

La nozione di pertinenza nel furto in abitazione

La questione giuridica centrale ruota attorno alla definizione di “luogo destinato a privata dimora” e delle sue “pertinenze”. Il ricorrente sosteneva che, non essendo entrato nell’edificio principale, il fatto dovesse essere considerato meno grave. Tuttavia, la Corte di Cassazione ha rigettato questa interpretazione, confermando la decisione dei giudici di merito e dichiarando il ricorso manifestamente infondato e, quindi, inammissibile.

Le motivazioni

La Corte ha ribadito un principio ormai consolidato: ai fini della configurabilità del reato di furto in abitazione, la nozione di “pertinenza” include ogni bene che, pur non essendo fisicamente contiguo all’abitazione, è destinato a fornire una diretta utilità economica o è funzionalmente asservito al servizio o all’ornamento dell’immobile principale.

Nel dettaglio, i giudici hanno specificato che il ripostiglio e il giardino sono luoghi destinati allo svolgimento di attività strettamente complementari e strumentali a quelle abitative. Di conseguenza, tentare di commettere un furto in tali aree equivale a violare la sfera privata della dimora, giustificando l’applicazione della più grave fattispecie di reato.

La Corte ha inoltre sottolineato come il ricorso fosse aspecifico, poiché la difesa si era concentrata sulla sottrazione di foglie di palma, mentre l’oggetto del tentato furto erano in realtà degli attrezzi da lavoro. Questa discrepanza ha ulteriormente indebolito la posizione del ricorrente.

Conclusioni

L’ordinanza conferma che la tutela penale della dimora si estende a tutti gli spazi che ne costituiscono pertinenza, anche se non direttamente collegati all’edificio principale. Un garage condominiale, una cantina, un giardino o un capanno degli attrezzi sono considerati parte integrante della sfera di privata dimora, la cui violazione configura il reato di furto in abitazione. Questa decisione rafforza la protezione del domicilio in senso ampio, intendendolo non solo come le mura domestiche, ma come l’insieme dei luoghi in cui si svolge la vita privata di un individuo. Per il ricorrente, la dichiarazione di inammissibilità ha comportato la condanna al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria.

Un furto commesso in un giardino è considerato furto in abitazione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, il giardino, così come il ripostiglio, costituisce una pertinenza dell’abitazione. Pertanto, il tentativo di furto in tali aree viene qualificato come tentato furto in abitazione, un reato più grave del furto semplice.

Cosa si intende per ‘pertinenza di luogo destinato a privata dimora’?
Si intende ogni bene idoneo ad arrecare una diretta utilità economica all’immobile principale o che sia funzionalmente ad esso asservito (ad esempio per servizio o ornamento) in modo durevole. Non è necessario un rapporto di contiguità fisica tra il bene principale e la pertinenza.

Perché il ricorso è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché ritenuto manifestamente infondato e aspecifico. Era infondato perché la tesi difensiva si scontrava con l’orientamento consolidato della giurisprudenza sulla nozione di pertinenza. Era aspecifico perché le argomentazioni del ricorso si riferivano alla sottrazione di beni diversi (foglie di palma) da quelli effettivamente oggetto del tentato furto (attrezzi da lavoro).

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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