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Furto in abitazione: quando il reato è consumato?

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di due imputati condannati per furto in abitazione. Hanno sostenuto che il reato fosse solo tentato, poiché erano stati bloccati all’interno dell’appartamento. La Corte ha stabilito che il reato di furto in abitazione era consumato per tutti, dato che un terzo complice era riuscito a fuggire con la refurtiva, acquisendo così la disponibilità esclusiva dei beni per l’intero gruppo.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in Abitazione: Consumato o Tentato se un Complice Scappa?

Il furto in abitazione rappresenta una delle fattispecie di reato più delicate, data la violazione non solo del patrimonio ma anche della sfera privata della vittima. Una questione giuridica complessa sorge quando il reato è commesso da più persone e le loro sorti durante l’azione criminale divergono. Se un complice riesce a fuggire con la refurtiva mentre gli altri vengono catturati sulla scena del crimine, il reato deve considerarsi consumato o solo tentato per questi ultimi? La Corte di Cassazione, con l’ordinanza in esame, offre un chiarimento decisivo su questo punto.

I Fatti del Caso

Tre individui si introducevano in un appartamento con l’intento di commettere un furto. Durante l’operazione, uno dei tre riusciva ad allontanarsi dall’abitazione portando con sé i beni sottratti. Gli altri due complici, invece, venivano bloccati e arrestati all’interno dei locali prima che potessero fuggire. Condannati in primo grado e in appello per furto aggravato in abitazione, i due soggetti fermati ricorrevano in Cassazione, sostenendo che la loro condotta dovesse essere riqualificata come mero tentativo, non essendosi perfezionato, per loro, l’impossessamento della refurtiva.

La Questione Giuridica sul Furto in Abitazione

Il fulcro del ricorso era la distinzione tra delitto tentato e delitto consumato nel contesto di un reato commesso in concorso di persone. Secondo la difesa, poiché i due ricorrenti non avevano mai conseguito un’autonoma ed esclusiva disponibilità dei beni (la cosiddetta ‘signoria di fatto’), essendo stati bloccati all’interno dell’appartamento, il reato non poteva dirsi consumato. La loro tesi puntava a una valutazione separata delle singole condotte, chiedendo una riqualificazione del fatto in tentativo di furto, punito con una pena inferiore.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha respinto questa tesi, dichiarando il ricorso manifestamente infondato e quindi inammissibile. Il ragionamento dei giudici si basa sul principio dell’unitarietà del reato commesso in concorso. L’azione criminale, pur posta in essere da più soggetti, costituisce un fatto unico. Di conseguenza, gli sviluppi della condotta di un correo si estendono a tutti gli altri.

Nel caso specifico, il complice che è riuscito a uscire dall’appartamento con la refurtiva ha perfezionato l’impossessamento. Nel momento in cui egli ha conseguito l’esclusiva ‘signoria di fatto’ sui beni, il delitto di furto si è consumato. Tale consumazione, secondo la Corte, produce effetti per tutti i concorrenti, inclusi quelli bloccati sulla scena del crimine. La Corte territoriale aveva correttamente evidenziato che, trattandosi di un unico fatto posto in essere in concorso da tutti gli agenti, anche i ricorrenti fermati all’interno dovevano essere ritenuti responsabili del delitto consumato. Pertanto, la richiesta di riqualificazione in tentativo è stata giudicata priva di fondamento.

Conclusioni

Questa ordinanza rafforza un principio consolidato in materia di concorso di persone nel reato. L’esito dell’azione criminale è considerato unitariamente: è sufficiente che anche uno solo dei complici porti a compimento l’azione perché il reato si consideri consumato per tutti. Per gli imputati di furto in abitazione, ciò significa che il solo fatto di essere catturati prima di lasciare l’immobile non è sufficiente a configurare il tentativo se un altro membro del gruppo è riuscito ad assicurarsi il bottino. La decisione ha un’importante implicazione pratica, poiché conferma che la responsabilità penale in caso di concorso si estende in modo solidale a tutti i partecipanti per l’intera azione delittuosa, dal suo inizio fino al suo completamento da parte di chiunque del gruppo.

Se durante un furto in abitazione un complice riesce a scappare con la refurtiva mentre gli altri vengono bloccati, il reato è considerato tentato o consumato per tutti?
Il reato è considerato consumato per tutti. Secondo la Corte, l’azione è unica e commessa in concorso. Il conseguimento della signoria di fatto sulla refurtiva da parte di anche un solo correo perfeziona il delitto per tutti i partecipanti.

Cosa succede quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, i ricorrenti vengono condannati al pagamento delle spese processuali e, se si ravvisa una colpa nella proposizione del ricorso, anche al versamento di una somma di denaro in favore della Cassa delle ammende.

Perché il ricorso è stato ritenuto ‘manifestamente infondato’?
Il ricorso è stato ritenuto manifestamente infondato perché riproponeva le stesse argomentazioni già respinte con motivazione logica e corretta dalla Corte d’Appello, senza introdurre nuovi e validi elementi di critica alla decisione impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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