Furto in abitazione: la Cassazione conferma la procedibilità d’ufficio
Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di furto in abitazione, sciogliendo ogni dubbio sorto a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). La Suprema Corte ha confermato che questo grave reato rimane procedibile d’ufficio, non essendo stato toccato dalle modifiche legislative che hanno esteso il regime della querela di parte a numerose altre fattispecie. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.
I Fatti del Processo
Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato sia in primo grado che in appello per il reato di tentato furto in abitazione. La difesa dell’imputato ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, contestando la sentenza della Corte d’Appello di Messina su diversi fronti.
I Motivi del Ricorso in Cassazione
Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due argomenti principali:
1. Errata valutazione dei fatti: La difesa ha contestato la ricostruzione dei fatti e l’affermazione della responsabilità penale, sostenendo che la Corte d’Appello avesse valutato in modo errato le prove a disposizione.
2. Improcedibilità per difetto di querela: Il punto più rilevante, e quello su cui si è concentrata la Corte, riguardava la procedibilità del reato. Secondo la tesi difensiva, a seguito delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia, anche il furto in abitazione sarebbe dovuto rientrare tra i reati procedibili a querela di parte. Poiché nel caso di specie mancava una formale querela, l’azione penale non avrebbe dovuto essere iniziata.
Analisi del Furto in abitazione e Riforma Cartabia
La Riforma Cartabia ha ampliato notevolmente il catalogo dei reati per i quali è necessaria la querela della persona offesa per poter procedere penalmente. L’obiettivo del legislatore era quello di deflazionare il carico giudiziario e promuovere forme di giustizia riparativa. Tuttavia, questa modifica non ha interessato tutti i reati contro il patrimonio. La Suprema Corte, con questa ordinanza, chiarisce che il legislatore ha volutamente escluso reati di particolare gravità e allarme sociale, come appunto il furto in abitazione, dalla nuova disciplina.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso palesemente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Le motivazioni sono state chiare e nette su entrambi i punti sollevati dalla difesa.
In primo luogo, riguardo alla contestazione sulla valutazione delle prove, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: la Corte di Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella, congrua e logica, fornita dai giudici dei gradi precedenti. La motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta adeguata e priva di vizi logici.
In secondo luogo, e con particolare importanza, la Corte ha smontato la tesi sull’improcedibilità. I giudici hanno affermato senza mezzi termini che il motivo era ‘palesemente destituito di fondamento’. Il furto in abitazione, data la sua natura offensiva non solo del patrimonio ma anche della sfera privata e della sicurezza individuale, non è stato interessato dalle modifiche introdotte dal d.lgs. 150/2022. Di conseguenza, il reato rimane procedibile d’ufficio. Ciò significa che le autorità giudiziarie devono procedere non appena hanno notizia del reato, senza che sia necessaria una specifica richiesta (querela) da parte della vittima.
Conclusioni
L’ordinanza in esame è di fondamentale importanza perché conferma la gravità con cui l’ordinamento giuridico continua a trattare il reato di furto in abitazione. La decisione della Cassazione stabilisce in modo inequivocabile che la Riforma Cartabia non ha depotenziato la tutela penale per chi viola il domicilio altrui. Le vittime di questo reato possono quindi avere la certezza che la giustizia farà il suo corso anche in assenza di una formale querela. Per gli operatori del diritto, è un chiaro promemoria del fatto che le modifiche legislative vanno interpretate con attenzione, tenendo conto della volontà del legislatore e della specifica natura dei singoli reati.
Dopo la Riforma Cartabia, per il reato di furto in abitazione è necessaria la querela della persona offesa?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il reato di furto in abitazione non è stato interessato dalle modifiche introdotte dal d.lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia) e, pertanto, rimane procedibile d’ufficio.
È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti e delle prove effettuata dalla Corte d’Appello?
No, la Cassazione ha ribadito che la ricostruzione e la valutazione del fatto, così come l’apprezzamento del materiale probatorio, sono profili rimessi alla competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello), a meno che la loro motivazione non sia palesemente illogica o contraddittoria.
Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 35085 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 35085 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 26/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da:
COGNOME NOME nato a SANT’AGATA DI MILITELLO il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 30/06/2023 della CORTE APPELLO di MESSINA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
Motivi della decisione
Visti gli atti e la sentenza impugnata;
esaminato il ricorso proposto a mezzo del difensore da COGNOME NOME, ritenuto responsabile nelle conformi sentenze di merito del reato di tentato furto in abitazione.
Rilevato che il ricorrente contesta l’affermazione di penale responsabilità, lamentando inosservanza ed erronea applicazione della legge penale e deducendo, altresì, l’improcedibilità del reato per difetto di querela.
Considerato che le deduzioni sviluppate nel ricorso, concernendo la ricostruzione e la valutazione del fatto, nonché l’apprezzamento del materiale probatorio, investono profili del giudizio rimessi alla esclusiva competenza della Corte di appello, che ha fornito una congrua e adeguata motivazion a, esente da vizi logici, perché basata su corretti criteri di inferenza, espressi in un ragionamento fondato su condivisibili massime di esperienza e convergente con quello del Tribunale.
Ritenuto, quanto al motivo attinente alla procedibilità del rato, che il motivo è palesemente destituito di fondamento: il furto in abitazione non è stato interessato dalle modifiche introdotte dal d.lgs. 150/2022, sicché il reato risulta procedibile d’ufficio.
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P. Q. M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pag mento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
Così deciso il 26 giugno 2024
Il Consigliere estensore
Il Pre idrnte