LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto in abitazione: quando è procedibile d’ufficio

Un individuo, condannato per tentato furto in abitazione, ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo, tra le altre cose, l’improcedibilità del reato per mancanza di querela dopo la Riforma Cartabia. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, specificando che il delitto di furto in abitazione non è stato modificato dalla riforma e rimane quindi procedibile d’ufficio, senza necessità di querela da parte della vittima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 18 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in abitazione: la Cassazione conferma la procedibilità d’ufficio

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha ribadito un principio fondamentale in materia di furto in abitazione, sciogliendo ogni dubbio sorto a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022). La Suprema Corte ha confermato che questo grave reato rimane procedibile d’ufficio, non essendo stato toccato dalle modifiche legislative che hanno esteso il regime della querela di parte a numerose altre fattispecie. Analizziamo insieme la decisione e le sue implicazioni.

I Fatti del Processo

Il caso trae origine da un ricorso presentato da un individuo condannato sia in primo grado che in appello per il reato di tentato furto in abitazione. La difesa dell’imputato ha deciso di portare il caso davanti alla Corte di Cassazione, contestando la sentenza della Corte d’Appello di Messina su diversi fronti.

I Motivi del Ricorso in Cassazione

Il ricorrente ha basato la sua impugnazione su due argomenti principali:
1. Errata valutazione dei fatti: La difesa ha contestato la ricostruzione dei fatti e l’affermazione della responsabilità penale, sostenendo che la Corte d’Appello avesse valutato in modo errato le prove a disposizione.
2. Improcedibilità per difetto di querela: Il punto più rilevante, e quello su cui si è concentrata la Corte, riguardava la procedibilità del reato. Secondo la tesi difensiva, a seguito delle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia, anche il furto in abitazione sarebbe dovuto rientrare tra i reati procedibili a querela di parte. Poiché nel caso di specie mancava una formale querela, l’azione penale non avrebbe dovuto essere iniziata.

Analisi del Furto in abitazione e Riforma Cartabia

La Riforma Cartabia ha ampliato notevolmente il catalogo dei reati per i quali è necessaria la querela della persona offesa per poter procedere penalmente. L’obiettivo del legislatore era quello di deflazionare il carico giudiziario e promuovere forme di giustizia riparativa. Tuttavia, questa modifica non ha interessato tutti i reati contro il patrimonio. La Suprema Corte, con questa ordinanza, chiarisce che il legislatore ha volutamente escluso reati di particolare gravità e allarme sociale, come appunto il furto in abitazione, dalla nuova disciplina.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso palesemente infondato e, di conseguenza, inammissibile. Le motivazioni sono state chiare e nette su entrambi i punti sollevati dalla difesa.

In primo luogo, riguardo alla contestazione sulla valutazione delle prove, i giudici hanno ribadito un principio consolidato: la Corte di Cassazione è giudice di legittimità, non di merito. Ciò significa che non può riesaminare i fatti o sostituire la propria valutazione a quella, congrua e logica, fornita dai giudici dei gradi precedenti. La motivazione della Corte d’Appello è stata ritenuta adeguata e priva di vizi logici.

In secondo luogo, e con particolare importanza, la Corte ha smontato la tesi sull’improcedibilità. I giudici hanno affermato senza mezzi termini che il motivo era ‘palesemente destituito di fondamento’. Il furto in abitazione, data la sua natura offensiva non solo del patrimonio ma anche della sfera privata e della sicurezza individuale, non è stato interessato dalle modifiche introdotte dal d.lgs. 150/2022. Di conseguenza, il reato rimane procedibile d’ufficio. Ciò significa che le autorità giudiziarie devono procedere non appena hanno notizia del reato, senza che sia necessaria una specifica richiesta (querela) da parte della vittima.

Conclusioni

L’ordinanza in esame è di fondamentale importanza perché conferma la gravità con cui l’ordinamento giuridico continua a trattare il reato di furto in abitazione. La decisione della Cassazione stabilisce in modo inequivocabile che la Riforma Cartabia non ha depotenziato la tutela penale per chi viola il domicilio altrui. Le vittime di questo reato possono quindi avere la certezza che la giustizia farà il suo corso anche in assenza di una formale querela. Per gli operatori del diritto, è un chiaro promemoria del fatto che le modifiche legislative vanno interpretate con attenzione, tenendo conto della volontà del legislatore e della specifica natura dei singoli reati.

Dopo la Riforma Cartabia, per il reato di furto in abitazione è necessaria la querela della persona offesa?
No, la Corte di Cassazione ha chiarito che il reato di furto in abitazione non è stato interessato dalle modifiche introdotte dal d.lgs. 150/2022 (Riforma Cartabia) e, pertanto, rimane procedibile d’ufficio.

È possibile contestare in Cassazione la valutazione dei fatti e delle prove effettuata dalla Corte d’Appello?
No, la Cassazione ha ribadito che la ricostruzione e la valutazione del fatto, così come l’apprezzamento del materiale probatorio, sono profili rimessi alla competenza esclusiva dei giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello), a meno che la loro motivazione non sia palesemente illogica o contraddittoria.

Cosa succede se un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una somma di denaro, stabilita dal giudice, in favore della Cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati