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Furto in abitazione: perché è procedibile d’ufficio?

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso di due imputati condannati per furto in abitazione, confermando la legittimità costituzionale della procedibilità d’ufficio per questo reato. La Corte ha stabilito che la maggiore gravità del furto in abitazione, che lede sia il patrimonio che l’inviolabilità del domicilio, giustifica un trattamento diverso rispetto al furto semplice e non viola il principio di eguaglianza.

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Pubblicato il 29 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in Abitazione: Perché la Legge è Più Severa? L’Analisi della Cassazione

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 22018/2025) ha affrontato una questione di grande attualità e rilevanza: la legittimità costituzionale della procedibilità d’ufficio per il reato di furto in abitazione. Questa decisione chiarisce perché, a differenza del furto semplice, lo Stato può perseguire questo crimine anche senza la querela della vittima, offrendo spunti fondamentali sulla diversa gravità attribuita dal legislatore a reati che ledono non solo il patrimonio, ma anche la sfera più intima della persona: il domicilio.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine dalla condanna di due individui per il reato di furto in abitazione, confermata in secondo grado dalla Corte d’Appello di Brescia. Gli imputati, attraverso il loro difensore, hanno presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando tre principali motivi di contestazione. Il fulcro del ricorso risiedeva in una presunta questione di incostituzionalità della normativa che, a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), non ha esteso la procedibilità a querela di parte al delitto di cui all’art. 624-bis del codice penale.

Le Doglianze dei Ricorrenti e la Questione sul Furto in Abitazione

I ricorrenti hanno basato la loro difesa su tre argomenti principali:

1. Questione di Legittimità Costituzionale: Il motivo centrale era la presunta violazione dell’art. 3 della Costituzione (principio di eguaglianza). I difensori sostenevano che fosse irragionevole prevedere la procedibilità d’ufficio per il furto in abitazione, quando reati come il furto semplice, la violazione di domicilio e persino la violenza sessuale sono diventati procedibili a querela. A loro avviso, ciò creava una disparità di trattamento ingiustificata.
2. Vizio di Motivazione sul Riconoscimento: Si contestava la logicità della motivazione con cui i giudici di merito avevano ritenuto valido il riconoscimento fotografico degli imputati da parte della persona offesa.
3. Mancato Riconoscimento della Continuazione: Gli imputati lamentavano che la Corte non avesse riconosciuto il vincolo della continuazione con un precedente reato di rapina impropria, commesso pochi mesi prima, negando così un trattamento sanzionatorio più favorevole.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato tutti i motivi del ricorso, fornendo una spiegazione dettagliata e logica per ciascuna delle sue decisioni.

La Questione Costituzionale: Non c’è Violazione del Principio di Eguaglianza

La Corte ha ritenuto la questione di legittimità costituzionale manifestamente infondata. Gli Ermellini hanno chiarito che il furto in abitazione non è una semplice somma di “furto” e “violazione di domicilio”. Si tratta di una fattispecie autonoma, caratterizzata da una “spiccata aggressione” a due beni giuridici protetti: il patrimonio e l’intimità della persona nella sua proiezione spaziale, ovvero l’abitazione. L’inviolabilità del domicilio è tutelata dall’art. 14 della Costituzione, e la sua violazione per commettere un furto denota una particolare gravità e spregiudicatezza dell’autore.

La Corte ha sottolineato che:

* Le situazioni non sono uguali: Confrontare il furto in abitazione con il furto semplice o la violazione di domicilio è errato, poiché la fattispecie aggravata lede beni giuridici diversi e più complessi.
Il paragone con la violenza sessuale è improprio: La procedibilità a querela per la violenza sessuale ha una ratio* diversa, volta a proteggere la libertà di autodeterminazione della vittima e la sua sfera intima, evitando il trauma di un processo pubblico. Per il furto in abitazione, invece, prevale l’interesse pubblico alla repressione di un reato considerato di particolare allarme sociale.
* La scelta del legislatore è discrezionale ma non irragionevole: La decisione di mantenere la procedibilità d’ufficio rientra nella discrezionalità del legislatore, che ha operato un bilanciamento di interessi non manifestamente irrazionale. La maggiore pericolosità soggettiva di chi si introduce in un’abitazione per rubare giustifica un regime sanzionatorio e procedurale più severo.

Inammissibilità degli Altri Motivi

Anche gli altri due motivi sono stati respinti:

* Sul riconoscimento fotografico: La Corte ha stabilito che la motivazione dei giudici di merito era congrua e logica. Il riconoscimento si basava su filmati nitidi di telecamere di un negozio visitato dagli imputati poco prima del furto, che li riprendevano da diverse angolazioni. Non si trattava, quindi, di un semplice vaglio delle prove, inammissibile in sede di legittimità.
Sulla continuazione: La Cassazione ha confermato la decisione della Corte d’Appello. Per riconoscere la continuazione, è necessaria la prova di un “unico programma criminoso”. Nel caso di specie, la reiterazione dei reati era espressione di un’abitualità criminale e di uno stile di vita, non di un singolo piano premeditato. Tali condotte sono sanzionate da altri istituti, come la recidiva, e non dalla continuazione, che è preordinata al favor rei*.

Le Conclusioni

La sentenza consolida un principio fondamentale: il furto in abitazione è un reato pluri-offensivo di particolare gravità, la cui repressione risponde a un preminente interesse pubblico. La scelta del legislatore di mantenerlo procedibile d’ufficio non è una svista né una violazione del principio di eguaglianza, ma una decisione ponderata che riflette l’allarme sociale e la necessità di tutelare con maggiore forza la sicurezza e l’intimità domestica. Di conseguenza, i ricorsi sono stati rigettati e gli imputati condannati al pagamento delle spese processuali, riaffermando la piena legittimità dell’attuale assetto normativo.

Perché il furto in abitazione è procedibile d’ufficio, a differenza del furto semplice?
Perché è considerato un reato pluri-offensivo di maggiore gravità, che lede non solo il patrimonio, ma anche l’inviolabilità del domicilio e l’intimità della persona, beni tutelati a livello costituzionale. La scelta del legislatore di perseguirlo d’ufficio è ritenuta una decisione ragionevole e non discriminatoria.

La procedibilità d’ufficio per il furto in abitazione viola il principio di eguaglianza rispetto a reati come la violenza sessuale, che è procedibile a querela?
No. Secondo la Corte, il paragone è improprio. La procedibilità a querela per la violenza sessuale ha lo scopo di proteggere la privacy e la libertà di scelta della vittima, mentre la procedibilità d’ufficio per il furto in abitazione risponde all’interesse pubblico di reprimere un reato di particolare allarme sociale.

Quando più reati possono essere considerati in “continuazione”?
Perché sia riconosciuta la continuazione, deve essere fornita la prova che i diversi reati sono stati concepiti ed eseguiti nell’ambito di un unico e medesimo programma criminoso. Non è sufficiente una generica abitudine a delinquere o uno stile di vita criminale, che rientrano invece in altri istituti come la recidiva o l’abitualità nel reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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