LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto in abitazione consumato: quando si perfeziona?

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di due persone condannate per furto. La Corte chiarisce che il furto in abitazione consumato si realizza nel momento in cui gli autori del reato escono dall’appartamento con la refurtiva, acquisendo così l’esclusivo controllo sui beni, anche se vengono fermati successivamente all’interno dell’area condominiale. La sentenza ribadisce che per la consumazione non è necessario che la refurtiva sia definitivamente fuori dalla sfera di vigilanza della vittima.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 15 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in Abitazione Consumato: La Cassazione Chiarisce il Momento Decisivo

Capire la differenza tra un reato tentato e uno consumato è fondamentale nel diritto penale, specialmente quando si tratta di reati contro il patrimonio. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fa luce su un aspetto cruciale del furto in abitazione consumato, definendo con precisione il momento in cui il delitto può dirsi perfezionato. Questa decisione offre spunti importanti per comprendere quando l’azione del ladro supera la soglia del semplice tentativo.

I Fatti del Caso: un Furto e l’Arresto nel Condominio

Il caso ha origine da una condanna per furto aggravato in abitazione emessa in primo grado e confermata dalla Corte d’Appello di Ancona. Le due imputate, dopo essersi introdotte in un appartamento e aver sottratto dei beni, venivano fermate dalle forze dell’ordine prima che potessero uscire dall’area condominiale.

La Tesi Difensiva: Era solo un Tentativo?

Le ricorrenti hanno presentato ricorso in Cassazione sostenendo che il reato non si fosse pienamente consumato. La loro tesi si basava sul fatto che, essendo state bloccate all’interno del complesso condominiale, non avevano ancora consolidato il possesso della refurtiva al di fuori della sfera di controllo e vigilanza della persona offesa. Di conseguenza, a loro avviso, l’azione avrebbe dovuto essere qualificata come mero tentativo di furto e non come un reato consumato.

Le Motivazioni della Cassazione sul Furto in Abitazione Consumato

La Suprema Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili, rigettando completamente la tesi difensiva. I giudici hanno innanzitutto qualificato il ricorso come una semplice riproposizione di argomenti già esaminati e respinti in appello, ritenendolo quindi non specifico e meramente apparente.

Il Principio del Dominio Esclusivo sulla Refurtiva

Entrando nel merito della questione giuridica, la Corte ha ribadito un principio consolidato nella giurisprudenza. Il reato di furto si consuma nel momento in cui l’agente acquisisce il dominio esclusivo sul bene sottratto, anche se per un breve lasso di tempo e nello stesso luogo della sottrazione.

Nel caso specifico, le imputate avevano lasciato l’appartamento della vittima portando con sé la refurtiva e si erano date alla fuga per le scale. In quel preciso istante, secondo la Cassazione, i beni erano usciti completamente dalla sfera di controllo della persona offesa ed erano entrati nella disponibilità esclusiva delle ladre. Questo passaggio di possesso segna il momento della consumazione del reato.

L’Irrilevanza dell’Arresto nell’Area Condominiale

La Corte ha sottolineato che sono irrilevanti, ai fini della consumazione, due circostanze:

1. Il fatto che la ‘res furtiva’ (la cosa rubata) rimanga ancora teoricamente nella sfera di vigilanza della vittima, con possibilità di un pronto recupero.
2. La durata del possesso e le modalità di custodia o trasporto dei beni.

Viene citato un precedente secondo cui risponde di furto in abitazione consumato, e non tentato, chi consegue l’autonoma disponibilità dei beni uscendo dall’abitazione, anche se viene fermato dalle forze dell’ordine prima di uscire dall’area condominiale. L’uscita dall’unità abitativa privata è l’elemento che perfeziona il delitto.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

L’ordinanza in esame consolida un orientamento giurisprudenziale chiaro: per integrare il furto in abitazione consumato, è sufficiente che l’autore del reato si impossessi dei beni e varchi la soglia dell’appartamento della vittima. Da quel momento, il delitto è perfetto e non ha più rilevanza il fatto che l’arresto avvenga nelle immediate vicinanze, come le scale o l’androne del palazzo. Questa interpretazione fornisce un criterio netto per distinguere il tentativo dalla consumazione, confermando che l’acquisizione, anche temporanea, del controllo esclusivo sulla refurtiva è l’elemento determinante.

Quando si considera consumato un furto in abitazione?
Il reato di furto in abitazione si considera consumato nel momento in cui l’autore del reato esce dall’appartamento portando con sé i beni rubati. In quell’istante, infatti, la refurtiva passa sotto il suo dominio esclusivo, uscendo dalla sfera di controllo della persona offesa.

Essere fermati nell’area condominiale dopo il furto qualifica il reato come semplice tentativo?
No. Secondo la Corte di Cassazione, il fatto di essere fermati all’interno dell’area condominiale (es. sulle scale o nell’androne) dopo essere usciti dall’appartamento con la refurtiva non declassa il reato a tentativo. Il delitto si è già perfezionato al momento dell’uscita dall’abitazione.

Perché la Corte ha dichiarato i ricorsi inammissibili?
I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili perché riproponevano in modo ripetitivo le stesse argomentazioni già respinte dalla Corte d’Appello, senza introdurre una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata. Tale modalità rende il ricorso non specifico e, quindi, solo apparentemente valido.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati