LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto in abitazione: anche il parcheggio è protetto?

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto in un parcheggio condominiale. La Corte ha ribadito che il parcheggio, anche se all’aperto, è una pertinenza dell’abitazione, facendo scattare la più grave fattispecie di furto in abitazione. L’inammissibilità è stata dichiarata per la genericità del ricorso, che riproponeva questioni già decise.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto in abitazione: Anche il Parcheggio Condominiale è Tutelato?

La Corte di Cassazione ha recentemente affrontato un caso di furto in abitazione, fornendo chiarimenti cruciali sulla definizione di ‘pertinenza’ di un immobile. Con un’ordinanza, i giudici hanno confermato che anche un parcheggio condominiale, sebbene all’aperto, rientra nel perimetro di tutela rafforzata previsto dalla legge, rendendo inammissibile il ricorso di un imputato. Questa decisione consolida un orientamento giurisprudenziale di grande rilevanza pratica per la sicurezza delle aree comuni.

Il Contesto del Caso: Furto in un’Area Condominiale

I fatti riguardano la condanna di un individuo per diversi episodi di furto aggravato, commessi all’interno di un’area privata condominiale adibita a parcheggio. La difesa dell’imputato aveva impugnato la sentenza di secondo grado, sostenendo che un parcheggio all’aperto non potesse essere considerato parte dell’abitazione o una sua pertinenza, e che quindi il reato non dovesse essere qualificato come furto in abitazione ai sensi dell’art. 624 bis del codice penale.

Inoltre, la difesa aveva sollevato una questione di legittimità costituzionale della norma, ritenendola irragionevole nel non prevedere un’ipotesi di lieve entità per questo tipo di reato.

La Decisione della Cassazione sul furto in abitazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, chiudendo di fatto la questione e confermando la condanna. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi principali: la procedura e il merito.

L’Inammissibilità del Ricorso per Genericità

In primo luogo, i giudici hanno sottolineato che il ricorso era meramente riproduttivo di censure già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. La giurisprudenza costante della Cassazione stabilisce che un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere motivi specifici e confrontarsi criticamente con le argomentazioni della sentenza impugnata. Riproporre le stesse ragioni senza contestare la logica del giudice precedente rende l’atto di impugnazione generico e, di conseguenza, inammissibile.

La Nozione di Pertinenza nel furto in abitazione

Nel merito, la Corte ha ribadito il suo orientamento consolidato sulla nozione di pertinenza. Il reato di furto in abitazione non si limita alle mura domestiche, ma si estende a tutti i luoghi che costituiscono pertinenza della stessa. Secondo i giudici, una pertinenza è un bene che, pur essendo distinto, è destinato in modo durevole a servire o ornare il bene principale, arrecandogli un’utilità economica o funzionale. In questo contesto, un parcheggio condominiale, anche se a cielo aperto ma protetto da sbarre, è innegabilmente destinato al servizio delle abitazioni, costituendone una pertinenza e rientrando quindi nell’ambito di applicazione della norma incriminatrice.

Le Motivazioni della Corte

La motivazione della Corte è chiara e coerente con precedenti decisioni. I giudici hanno spiegato che la ratio dell’art. 624 bis c.p. è quella di offrire una tutela rafforzata ai luoghi in cui si svolge la vita privata delle persone. Questa tutela non può essere frammentata, ma deve coprire anche le aree strettamente connesse e funzionali all’abitazione, come appunto i parcheggi, le cantine o i giardini condominiali. Il furto in tali aree lede non solo il patrimonio, ma anche la sfera di riservatezza e sicurezza personale.

Riguardo alla questione di legittimità costituzionale, la Corte ha ritenuto la scelta del legislatore né irragionevole né in contrasto con i principi costituzionali, richiamando anche una precedente pronuncia della Corte Costituzionale (n. 117 del 2021) che aveva già escluso l’incostituzionalità della mancata previsione di un’ipotesi di lieve entità per il furto in abitazione.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche

L’ordinanza in esame ha importanti implicazioni pratiche. In primo luogo, rafforza la tutela giuridica delle aree condominiali, riconoscendole come estensione dello spazio privato. I residenti possono sentirsi più protetti sapendo che atti illeciti commessi in queste zone sono puniti più severamente. In secondo luogo, serve da monito per chi intende presentare ricorso in Cassazione: i motivi devono essere nuovi, specifici e criticamente argomentati rispetto alla decisione impugnata, altrimenti il rischio di una dichiarazione di inammissibilità, con conseguente condanna alle spese e al pagamento di una sanzione pecuniaria, è molto elevato.

Un furto commesso in un parcheggio condominiale all’aperto può essere considerato furto in abitazione?
Sì. Secondo la Corte di Cassazione, un parcheggio condominiale, anche se a ‘cielo aperto’ ma protetto (es. da sbarre), costituisce pertinenza dell’abitazione. Pertanto, il furto commesso in tale area rientra nella fattispecie aggravata del furto in abitazione (art. 624 bis c.p.).

Perché il ricorso dell’imputato è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile perché i motivi proposti erano una mera riproduzione di argomenti già discussi e respinti dal giudice precedente. La legge richiede che i motivi di ricorso siano specifici e si confrontino criticamente con le ragioni della sentenza impugnata, cosa che in questo caso non è avvenuta.

Cos’è una ‘pertinenza’ ai fini del reato di furto in abitazione?
Ai fini dell’art. 624 bis c.p., una ‘pertinenza’ è qualsiasi bene, anche se fisicamente separato, destinato in modo durevole a servire o ornare il bene principale (l’abitazione), arrecandogli un’utilità economica o funzionale. Questo include aree come parcheggi, cantine o giardini condominiali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati