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Furto di energia elettrica: quando è procedibile d’ufficio

La Cassazione, con la sentenza n. 4732/2025, conferma la condanna per furto di energia elettrica. La Corte stabilisce che il reato è procedibile d’ufficio, anche se l’allaccio abusivo avviene in proprietà privata, poiché l’energia è destinata a un servizio pubblico, configurando un’aggravante specifica.

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Pubblicato il 11 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto di Energia Elettrica: Procedibilità d’Ufficio anche con Allaccio in Casa

Il furto di energia elettrica è un reato che solleva questioni complesse, soprattutto riguardo alla sua procedibilità. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 4732 del 2025, chiarisce un punto fondamentale: il reato è procedibile d’ufficio, ovvero senza necessità di querela da parte della società erogatrice, anche quando l’allaccio abusivo avviene all’interno di una proprietà privata. Vediamo insieme i dettagli del caso e le motivazioni della Suprema Corte.

Il Caso: Un Allaccio Abusivo e la Questione della Querela

Il caso ha origine dalla condanna di una donna per il reato di furto aggravato. L’imputata si era impossessata illecitamente di energia elettrica, di proprietà di una nota società fornitrice, allacciandosi direttamente alla rete esterna per alimentare la propria abitazione, bypassando il contatore.

La difesa ha presentato ricorso in Cassazione sostenendo un vizio di procedura: la mancanza della querela da parte della società offesa. Secondo il difensore, l’aggravante che avrebbe reso il reato procedibile d’ufficio (prevista dall’art. 625, n. 7, cod. pen.) non era applicabile, poiché la manomissione era avvenuta all’interno dell’immobile privato dell’imputata. Senza tale aggravante, il reato sarebbe stato procedibile solo a querela di parte, che in questo caso mancava. Di conseguenza, si sarebbe dovuto dichiarare il non doversi procedere.

L’Aggravante del Servizio Pubblico nel Furto di Energia Elettrica

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. Il fulcro della decisione risiede nell’interpretazione dell’aggravante relativa al fatto commesso su cose ‘destinate a pubblico servizio o a pubblica utilità’.

L’Analisi della Corte di Cassazione

I giudici hanno chiarito che, ai fini della configurabilità di tale aggravante, non è rilevante il luogo fisico in cui avviene la manomissione o l’allaccio abusivo (il cosiddetto ‘by pass’). Ciò che conta è la destinazione della cosa sottratta.

L’energia elettrica, per sua natura, è un bene destinato a un servizio pubblico essenziale. Chi la sottrae illecitamente, la distoglie dalla sua destinazione finale, ovvero la fornitura alla collettività. Questa destinazione pubblica non viene meno neanche se il punto di prelievo fraudolento si trova all’interno di una proprietà privata.

Le Motivazioni della Sentenza

La Corte ha fondato la sua decisione su un consolidato orientamento giurisprudenziale. Viene ribadito che in tema di furto di energia elettrica, l’aggravante di cui all’art. 625, comma primo, n. 7, cod. pen. è configurabile non in base all’esposizione alla pubblica fede dell’energia (che transita nella rete), ma in base alla sua destinazione finale a un pubblico servizio. Tale destinazione permane anche quando la sottrazione avviene tramite un allaccio abusivo a terminali situati in una proprietà privata.

La sentenza specifica che, a seguito della riforma del 2022 (d.lgs. n. 150/2022), il furto resta procedibile d’ufficio se ricorre l’aggravante del fatto commesso su cose destinate a pubblico servizio. Pertanto, la procedibilità non dipende più dall’aggravante delle cose esposte per necessità alla pubblica fede.

Nonostante ciò, la Corte ha comunque osservato che, nel caso specifico, anche quest’ultima aggravante era configurabile, dato che l’allaccio era stato realizzato direttamente sui cavi esterni della rete, per loro natura esposti alla pubblica fede. Tuttavia, la sola destinazione dell’energia a un servizio pubblico era già di per sé sufficiente a rendere il reato procedibile d’ufficio, sanando qualsiasi obiezione della difesa.

Le Conclusioni

La pronuncia della Cassazione consolida un principio di diritto cruciale: il furto di energia elettrica è un reato che, per la natura del bene sottratto, è considerato aggravato e quindi procedibile d’ufficio. La localizzazione dell’allaccio abusivo, se all’interno o all’esterno di un’abitazione, è irrilevante. Ciò che prevale è la tutela del servizio pubblico, un bene giuridico che la legge intende proteggere con maggiore rigore, consentendo l’azione penale anche in assenza di una querela formale da parte dell’azienda erogatrice.

Il furto di energia elettrica è sempre procedibile d’ufficio?
Sì, secondo la sentenza è procedibile d’ufficio perché si configura sempre l’aggravante del fatto commesso su cose destinate a un pubblico servizio, come previsto dall’art. 625, n. 7 del codice penale.

Ha importanza dove avviene l’allaccio abusivo (in casa o sulla rete esterna) ai fini della procedibilità?
No, la sentenza chiarisce che il luogo dell’allaccio abusivo è irrilevante. Ciò che conta è la destinazione dell’energia a un pubblico servizio, che viene lesa indipendentemente da dove avvenga la sottrazione.

Cosa succede se la società elettrica non presenta una querela per il furto?
Non succede nulla che possa impedire il processo. Essendo il reato procedibile d’ufficio a causa dell’aggravante, l’azione penale può essere avviata e proseguita dalle autorità giudiziarie anche in assenza di una querela da parte della società fornitrice di energia.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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