LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto di energia elettrica: quando è procedibile?

Un soggetto, condannato per furto di energia elettrica, ha fatto ricorso in Cassazione sostenendo l’improcedibilità dell’azione penale per mancanza di querela, alla luce della recente riforma. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo che il furto di energia elettrica è sempre procedibile d’ufficio. L’energia, infatti, è considerata un bene destinato a un pubblico servizio, circostanza che costituisce un’aggravante specifica che esclude la necessità della querela.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 26 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto di Energia Elettrica: Procedibilità d’Ufficio anche Dopo la Riforma

Il furto di energia elettrica è una problematica diffusa che presenta interessanti risvolti giuridici, soprattutto alla luce delle recenti modifiche legislative. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione fornisce un chiarimento fondamentale sulla procedibilità di questo reato, confermando che l’azione penale può essere avviata d’ufficio, senza necessità di una querela da parte della società erogatrice. Analizziamo insieme questa importante decisione.

I Fatti del Caso

Il caso trae origine da una condanna per furto aggravato di energia elettrica. L’imputato, attraverso il suo difensore, ha presentato ricorso alla Corte di Cassazione, sollevando una questione di natura prettamente procedurale. La difesa sosteneva che, a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. n. 150/2022), il delitto di furto sarebbe diventato, in via generale, punibile solo a querela della persona offesa. Di conseguenza, in assenza di una formale querela da parte della società elettrica, l’azione penale non avrebbe dovuto essere iniziata o proseguita.

La Questione Giuridica: L’impatto della Riforma sulla Procedibilità

Il fulcro del ricorso verteva sull’interpretazione della nuova formulazione dell’articolo 624 del codice penale. La riforma ha effettivamente esteso il regime di procedibilità a querela a diverse ipotesi di furto che prima erano perseguibili d’ufficio. La tesi difensiva si basava su questa generalizzazione, omettendo però di considerare le eccezioni previste dalla stessa normativa.

La domanda a cui la Corte è stata chiamata a rispondere era se il furto di energia elettrica rientrasse nella nuova regola generale della procedibilità a querela o se, al contrario, continuasse a essere perseguibile d’ufficio.

L’Aggravante Speciale nel Furto di Energia Elettrica

La chiave per risolvere la questione risiede nella natura stessa dell’energia elettrica e nella sua qualificazione giuridica. I giudici di merito avevano contestato all’imputato l’aggravante di aver commesso il fatto su cose destinate a un pubblico servizio, come previsto dall’articolo 625, n. 7, del codice penale.

Secondo un consolidato orientamento giurisprudenziale, richiamato anche nell’ordinanza in esame, l’energia elettrica è sempre considerata un bene destinato a un pubblico servizio. Questo vale a prescindere dal punto in cui avviene la sottrazione, anche se l’allaccio abusivo si trova all’interno di una proprietà privata. Ciò che rileva non è dove transita l’energia, ma la sua destinazione finale, che è appunto quella di alimentare un servizio essenziale per la collettività.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ritenendo la doglianza della difesa manifestamente infondata. I giudici hanno spiegato che il legislatore della Riforma, pur modificando il regime di procedibilità per il furto, ha mantenuto la procedibilità d’ufficio quando ricorre una delle circostanze aggravanti indicate nell’articolo 625, n. 7, del codice penale.

Nello specifico, il nuovo terzo comma dell’articolo 624 c.p. stabilisce che si procede d’ufficio se il reato è aggravato da circostanze quali l’aver commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio. Poiché il furto di energia elettrica integra sempre questa specifica aggravante, la sua procedibilità rimane d’ufficio.

La Corte ha quindi concluso che non è necessaria alcuna querela per perseguire penalmente chi sottrae illecitamente energia elettrica. La natura pubblica del bene sottratto giustifica l’intervento diretto dello Stato, a prescindere dalla volontà della società fornitrice.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Decisione

L’ordinanza della Cassazione consolida un principio di fondamentale importanza pratica. Chi commette un furto di energia elettrica deve essere consapevole che il procedimento penale nei suoi confronti può essere avviato in qualsiasi momento dalle autorità, non appena queste vengano a conoscenza del fatto, senza attendere l’iniziativa della società danneggiata. La decisione riafferma che la destinazione a un servizio pubblico dell’energia prevale su ogni altra considerazione, mantenendo un elevato livello di tutela penale per un bene considerato essenziale per la vita della comunità.

Dopo la Riforma Cartabia, per il furto di energia elettrica è sempre necessaria la querela della persona offesa?
No. La Corte di Cassazione ha chiarito che il furto di energia elettrica rimane procedibile d’ufficio, cioè senza necessità di una formale querela.

Perché il furto di energia elettrica è considerato un reato aggravato?
Perché l’energia elettrica è qualificata come un bene destinato a un pubblico servizio. Questa caratteristica integra la circostanza aggravante prevista dall’art. 625, n. 7, del codice penale, indipendentemente dal fatto che l’allaccio abusivo avvenga in una proprietà privata.

Cosa comporta la presenza dell’aggravante della destinazione a pubblico servizio?
La presenza di questa aggravante rende il reato di furto procedibile d’ufficio, come espressamente previsto dal nuovo art. 624, comma 3, del codice penale. Pertanto, l’autorità giudiziaria ha l’obbligo di procedere penalmente una volta avuta notizia del reato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati