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Furto di energia elettrica: quando è aggravato?

La Corte di Cassazione ha stabilito che il furto di energia elettrica tramite allaccio abusivo alla rete pubblica costituisce sempre reato aggravato ai sensi dell’art. 625, n. 7, c.p., in quanto l’energia è un bene destinato a pubblico servizio. Di conseguenza, il reato è procedibile d’ufficio e non richiede la querela della società fornitrice. La Corte ha annullato una sentenza di un tribunale che, escludendo l’aggravante, aveva dichiarato il non doversi procedere per mancanza di querela.

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Pubblicato il 10 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto di Energia Elettrica: L’Allaccio Abusivo è Sempre Reato Aggravato?

Il furto di energia elettrica tramite allaccio abusivo alla rete di distribuzione è un fenomeno purtroppo diffuso, che solleva importanti questioni legali. Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha fatto chiarezza su un punto cruciale: la qualificazione giuridica del reato e, di conseguenza, le condizioni per procedere penalmente. La questione centrale riguarda la sussistenza di una specifica aggravante, da cui dipende se il reato sia perseguibile d’ufficio o solo su querela della società erogatrice del servizio.

Il Caso: Sottrazione di Elettricità e la Decisione del Tribunale

Nel caso di specie, un individuo era accusato di essersi impossessato di una notevole quantità di energia elettrica, per un valore di oltre 5.000 euro, sottraendola a una società di distribuzione tramite un allaccio abusivo alla rete. Il Tribunale di primo grado, pur riconoscendo il fatto, aveva escluso l’applicazione dell’aggravante prevista dall’articolo 625, n. 7, del codice penale. Quest’ultima punisce più severamente il furto quando commesso su cose destinate a pubblico servizio o a pubblica utilità.

Secondo il giudice di merito, la condotta dell’imputato non incideva sulla “generale destinazione dell’energia elettrica alla pubblica utilità”. Esclusa l’aggravante, il reato di furto semplice sarebbe stato procedibile solo a querela di parte. Poiché la società elettrica non aveva presentato alcuna querela, il Tribunale aveva dichiarato di non doversi procedere nei confronti dell’imputato.

Il Furto di Energia Elettrica e l’Aggravante del Pubblico Servizio

Contro questa decisione, il Procuratore della Repubblica ha proposto ricorso per cassazione, sostenendo l’erronea applicazione della legge penale. Secondo l’accusa, la giurisprudenza consolidata ritiene che il furto di energia elettrica realizzato mediante un allaccio abusivo alla rete di distribuzione integri pienamente l’aggravante in questione. La presenza di tale circostanza rende il reato procedibile d’ufficio, superando così la necessità della querela.

La questione giuridica sottoposta alla Suprema Corte era, quindi, se la sottrazione di energia dalla rete pubblica configuri o meno un furto su un bene destinato a pubblico servizio, rendendo l’azione penale indipendente dalla volontà della persona offesa.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte di Cassazione ha accolto il ricorso del Procuratore, ritenendolo fondato. Gli Ermellini hanno ribadito un principio di diritto ormai consolidato: in tema di furto di energia elettrica, l’aggravante della destinazione a pubblico servizio (art. 625, n. 7, c.p.) è configurabile anche in caso di sottrazione mediante allaccio abusivo a terminali situati in una proprietà privata.

Ciò che rileva, ha spiegato la Corte, non è l’esposizione alla pubblica fede dell’energia mentre transita nella rete, ma la sua destinazione finale. L’energia elettrica presente nella rete di distribuzione è, per sua natura, destinata a un pubblico servizio. L’allaccio abusivo distoglie questa energia dalla sua funzione, ledendo l’interesse pubblico alla corretta erogazione del servizio. Questa destinazione permane anche quando l’energia viene illecitamente deviata.

Il Tribunale ha quindi commesso un errore di diritto nel ritenere decisiva la mancanza di querela, a fronte di un’imputazione che contestava correttamente un’aggravante idonea a rendere il reato perseguibile d’ufficio.

Le Conclusioni: Procedibilità d’Ufficio e Annullamento con Rinvio

In conclusione, la Corte di Cassazione ha annullato la sentenza impugnata, disponendo la trasmissione degli atti alla Corte d’Appello per un nuovo giudizio. La decisione riafferma con forza che il furto di energia elettrica tramite manomissione della rete pubblica è un reato grave, che lo Stato ha interesse a perseguire indipendentemente dalla querela della società fornitrice.

L’implicazione pratica è chiara: chiunque si allacci abusivamente alla rete elettrica commette un furto aggravato e sarà soggetto ad azione penale d’ufficio. Questa sentenza consolida la tutela del servizio elettrico come bene pubblico essenziale e serve da monito contro una pratica illegale e dannosa per la collettività.

L’allaccio abusivo alla rete elettrica per rubare corrente costituisce un furto semplice o aggravato?
Secondo la Corte di Cassazione, costituisce un furto aggravato ai sensi dell’art. 625, n. 7, cod. pen., poiché l’energia viene sottratta a un bene destinato a un pubblico servizio.

Per procedere penalmente per il furto di energia elettrica è sempre necessaria la querela della società fornitrice?
No. Poiché il reato è ritenuto aggravato, è procedibile d’ufficio. Ciò significa che l’azione penale può essere avviata dal Pubblico Ministero autonomamente, senza la necessità di una querela da parte della società elettrica.

Perché il Tribunale aveva inizialmente escluso l’aggravante?
Il Tribunale aveva erroneamente sostenuto che la condotta non incidesse sulla “generale destinazione dell’energia elettrica alla pubblica utilità”. La Cassazione ha corretto questa interpretazione, affermando che ciò che rileva è la sottrazione del bene dalla sua destinazione a un pubblico servizio, a prescindere dall’impatto generale sulla rete.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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