LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto di energia elettrica: le aggravanti

La Corte di Cassazione conferma la condanna per furto di energia elettrica, chiarendo che la presenza dell’aggravante per l’allaccio alla rete pubblica rende il reato procedibile d’ufficio, senza necessità di querela. La Corte ha inoltre respinto l’eccezione di prescrizione, calcolando i periodi di sospensione dovuti ai rinvii chiesti dalla difesa, e ha ribadito che la responsabilità del furto ricade sull’utilizzatore dell’immobile, anche se l’allaccio abusivo è stato realizzato da terzi.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto di energia elettrica: quando la querela non è necessaria

Il furto di energia elettrica tramite allaccio abusivo alla rete pubblica è un reato che presenta importanti implicazioni legali, recentemente esaminate dalla Corte di Cassazione. Con la sentenza in commento, i giudici hanno chiarito aspetti cruciali riguardanti le condizioni di procedibilità e la prescrizione, confermando la condanna di un’imputata. Questa decisione offre spunti fondamentali per comprendere quando la sottrazione di energia diventa un reato perseguibile d’ufficio e come si calcolano i termini per l’estinzione del reato.

I Fatti del Caso

Una donna veniva condannata in primo e secondo grado per il reato di furto di energia elettrica, aggravato ai sensi dell’art. 625, nn. 2 e 7 del codice penale. L’accusa era di essersi impossessata di una quantità imprecisata di energia, sottraendola alla società fornitrice tramite un allaccio abusivo alla rete di distribuzione. L’imputata, tramite il suo difensore, ha proposto ricorso in Cassazione basandosi su quattro motivi principali: la mancanza di querela, l’avvenuta prescrizione del reato, la carenza di prove sulla sua responsabilità e, infine, il mancato riconoscimento delle attenuanti generiche in misura prevalente sulle aggravanti.

Analisi dei motivi di ricorso per il furto di energia elettrica

La difesa sosteneva che, a seguito della Riforma Cartabia (d.lgs. 150/2022), il furto semplice fosse diventato procedibile a querela e che quindi l’azione penale dovesse essere dichiarata improcedibile. Inoltre, eccepiva che il termine di prescrizione fosse già decorso, essendo il reato stato commesso nel 2010. Contestava anche che la sua mera presenza nell’appartamento fosse prova sufficiente a dimostrare la sua colpevolezza. La Corte di Cassazione ha rigettato integralmente il ricorso, fornendo importanti chiarimenti su ciascun punto.

Le motivazioni

La Suprema Corte ha dichiarato infondati tutti i motivi del ricorso.

In primo luogo, ha specificato che, sebbene il furto semplice sia ora procedibile a querela, ciò non si applica quando sussiste l’aggravante prevista dall’art. 625, n. 7, cod. pen. (fatto commesso su cose destinate a pubblico servizio). L’allaccio abusivo alla rete di distribuzione elettrica integra pienamente questa aggravante, poiché la rete è un servizio destinato a un numero indeterminato di utenti e soddisfa un’esigenza di rilevanza pubblica. Di conseguenza, il reato di furto di energia elettrica in queste circostanze rimane procedibile d’ufficio.

In secondo luogo, riguardo alla prescrizione, i giudici hanno calcolato che il termine non era ancora scaduto. Il termine ordinario, che sarebbe maturato nel marzo 2023, era stato sospeso per un totale di quasi tre anni a causa di rinvii richiesti dalla difesa. Aggiungendo questo periodo di sospensione, la nuova data di scadenza è stata posticipata al marzo 2026.

Per quanto riguarda la prova della responsabilità, la Corte ha affermato che le sentenze di merito avevano correttamente motivato la colpevolezza dell’imputata. La sua responsabilità derivava non solo dalla sua presenza nell’appartamento, ma anche dal fatto che l’utenza elettrica era intestata a suo nome e che lei era la diretta beneficiaria dell’energia sottratta. La giurisprudenza costante, infatti, ritiene che il reato sia integrato anche se l’allaccio abusivo è stato materialmente realizzato da terzi, essendo sufficiente aver beneficiato consapevolmente dell’erogazione indebita.

Infine, la Corte ha ritenuto legittima la decisione dei giudici di merito di non concedere le attenuanti generiche in prevalenza sulle aggravanti, data la personalità negativa dell’imputata, desunta dai suoi precedenti penali specifici. La valutazione comparativa delle circostanze rientra nel potere discrezionale del giudice di merito e, se motivata in modo logico e non arbitrario, non è sindacabile in sede di legittimità.

Le conclusioni

La sentenza consolida principi giurisprudenziali di grande rilevanza pratica. Stabilisce con chiarezza che il furto di energia elettrica mediante allaccio diretto alla rete pubblica è sempre procedibile d’ufficio, data la sussistenza dell’aggravante del servizio pubblico. Inoltre, riafferma che la responsabilità del reato è attribuibile a chi di fatto utilizza l’immobile e beneficia dell’energia sottratta, indipendentemente da chi abbia fisicamente realizzato la manomissione. Infine, ricorda l’importanza del calcolo dei periodi di sospensione della prescrizione, che possono prolungare significativamente la durata del processo.

Per il furto di energia elettrica è sempre necessaria la querela della società fornitrice?
No. Se il furto avviene tramite un allaccio abusivo alla rete di distribuzione pubblica, si configura l’aggravante di cui all’art. 625, n. 7, del codice penale (cose destinate a pubblico servizio). In questo caso, il reato è procedibile d’ufficio e non è necessaria la querela.

I rinvii chiesti dalla difesa possono allungare i tempi della prescrizione?
Sì. I periodi di rinvio del processo chiesti dal difensore, o dovuti ad adesione del difensore a un’astensione, causano la sospensione del corso della prescrizione. La durata di questa sospensione viene sommata al termine di prescrizione ordinario, posticipandone la scadenza.

Chi risponde del furto di energia se l’allaccio abusivo è stato fatto da un’altra persona?
Risponde la persona che utilizza l’immobile e beneficia dell’erogazione illecita di energia. Secondo la sentenza, il reato è integrato per il solo fatto di aver usufruito della fornitura, anche se l’allaccio abusivo o la manomissione del contatore sono stati materialmente commessi da altri.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati