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Furto di energia elettrica: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 28520/2025, ha chiarito le condizioni di procedibilità per il reato di furto di energia elettrica a seguito della Riforma Cartabia. La Corte ha stabilito che, anche dopo la riforma, il reato resta procedibile d’ufficio se viene contestata l’aggravante della destinazione del bene a pubblico servizio. Nel caso specifico, un uomo condannato per allaccio abusivo alla rete elettrica ha presentato ricorso sostenendo la necessità di una querela, ma la Corte ha rigettato la sua tesi, confermando che la natura pubblica della rete elettrica rende l’azione penale avviabile d’ufficio.

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Pubblicato il 27 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto di Energia Elettrica: Quando è Reato Procedibile d’Ufficio?

Una recente sentenza della Corte di Cassazione (n. 28520/2025) ha fornito importanti chiarimenti sul furto di energia elettrica e sulle sue condizioni di procedibilità dopo l’entrata in vigore della Riforma Cartabia (D.Lgs. 150/2022). La decisione conferma che, nonostante la regola generale della procedibilità a querela per il furto, l’allaccio abusivo alla rete pubblica rimane un reato perseguibile d’ufficio grazie a una specifica aggravante.

I Fatti del Caso: L’Allaccio Abusivo alla Rete Elettrica

Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto aggravato di energia elettrica. L’imputato aveva realizzato un allaccio abusivo direttamente alla rete di bassa tensione del fornitore di energia. La sua condanna, pronunciata dal Tribunale e confermata in appello, si basava sulla violazione degli articoli 624 e 625 del codice penale, con il riconoscimento di diverse aggravanti, tra cui l’aver commesso il fatto su cose destinate a pubblico servizio o pubblica utilità.

Il Ricorso in Cassazione: La Questione della Procedibilità

L’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, sollevando una questione di natura procedurale derivante dalle modifiche introdotte dalla Riforma Cartabia. Secondo la sua difesa, la nuova normativa avrebbe reso il reato di furto punibile solo a seguito di querela da parte della persona offesa (in questo caso, la società erogatrice dell’energia). Poiché tale querela non era presente, si sarebbe dovuto dichiarare il non doversi procedere.

Il ricorrente sosteneva che i giudici di merito avessero erroneamente ritenuto il reato procedibile d’ufficio, basandosi sull’aggravante del bene destinato a pubblico servizio, che, a suo dire, non era stata contestata in modo adeguato per giustificare tale regime di procedibilità.

L’Aggravante nel Furto di Energia Elettrica

Il fulcro della decisione della Cassazione ruota attorno all’interpretazione dell’articolo 625, n. 7, del codice penale. Questa norma prevede un’aggravante specifica quando il furto è commesso su cose “destinate a pubblico servizio o a pubblica utilità”. La Riforma Cartabia, pur estendendo la procedibilità a querela per il furto, ha mantenuto la procedibilità d’ufficio proprio quando ricorre tale aggravante.

L’energia elettrica distribuita attraverso la rete nazionale è, per sua natura, un bene destinato a un servizio pubblico essenziale. Di conseguenza, la sottrazione di tale bene tramite un allaccio abusivo integra automaticamente l’aggravante in questione.

Le Motivazioni della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, ritenendolo infondato. In primo luogo, ha sottolineato che la questione non era stata sollevata con uno specifico motivo d’appello, rendendola di per sé inammissibile.

Nel merito, tuttavia, i giudici hanno chiarito in modo definitivo la questione. Hanno stabilito che l’aggravante della destinazione a pubblico servizio era stata correttamente e ritualmente contestata sin dall’inizio del procedimento. Il capo d’imputazione faceva esplicito riferimento alla sottrazione di “energia elettrica mediante allaccio diretto alla rete”, indicando chiaramente la natura pubblica del bene sottratto. Secondo la Corte, per le aggravanti cosiddette “valutative” (che richiedono un’interpretazione giuridica), non è necessaria una contestazione formale e pedissequa, ma sono sufficienti “espressioni evocative” che permettano all’imputato di comprendere pienamente l’accusa e di difendersi. L’allaccio abusivo alla rete elettrica è un’espressione che evoca inequivocabilmente la lesione di un servizio pubblico.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

La sentenza consolida un principio fondamentale: il furto di energia elettrica tramite allaccio abusivo alla rete pubblica rimane un reato grave, procedibile d’ufficio anche dopo la Riforma Cartabia. La natura del bene sottratto, essenziale per la collettività e destinato a un servizio pubblico, giustifica l’intervento dello Stato a prescindere dalla volontà della società erogatrice. Questa decisione garantisce che la lotta contro un fenomeno socialmente dannoso non venga indebolita da cavilli procedurali, confermando la piena tutela della legalità e del patrimonio delle infrastrutture pubbliche.

Dopo la Riforma Cartabia, il furto di energia elettrica è sempre punibile solo su querela della persona offesa?
No, non sempre. Se sussiste l’aggravante di aver commesso il fatto su beni destinati a pubblico servizio o pubblica utilità, come la rete elettrica, il reato rimane procedibile d’ufficio, cioè l’azione penale può essere avviata dallo Stato senza la necessità di una denuncia della parte lesa.

Perché la Corte di Cassazione ha ritenuto il ricorso infondato?
La Corte ha ritenuto il ricorso infondato perché l’aggravante della destinazione a pubblico servizio dell’energia elettrica era stata correttamente contestata nel capo di imputazione. Questa circostanza rende il reato procedibile d’ufficio, escludendo la necessità di una querela, anche dopo le modifiche introdotte dal D.Lgs. 150/2022.

È necessario che l’atto di accusa specifichi in modo esplicito ogni dettaglio di un’aggravante ‘valutativa’?
No. Secondo la Corte, per le aggravanti ‘valutative’ come quella della destinazione a pubblico servizio, è sufficiente che la contestazione contenga ‘espressioni evocative’ che permettano all’imputato di comprendere l’accusa e difendersi adeguatamente. La descrizione dell’allaccio abusivo alla rete elettrica è stata considerata sufficientemente evocativa in tal senso.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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