LexCED: l'assistente legale basato sull'intelligenza artificiale AI. Chiedigli un parere, provalo adesso!

Furto d’acqua e tenuità del fatto: no alla Cassazione

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un gestore di una pizzeria condannato per furto d’acqua aggravato. L’imputato aveva realizzato un allaccio abusivo alla rete idrica comunale. La difesa sosteneva la non punibilità per particolare tenuità del fatto, ma la Suprema Corte ha respinto la richiesta, sottolineando che il ricorso mirava a una rivalutazione dei fatti, non consentita in sede di legittimità. Elementi come la lunga durata del reato, l’occultamento dell’allaccio e il danno economico escludevano a priori la tenuità.

Prenota un appuntamento

Per una consulenza legale o per valutare una possibile strategia difensiva prenota un appuntamento.

La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)
Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto d’acqua: Inammissibile il Ricorso se si Chiede una Nuova Valutazione dei Fatti

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: il giudizio di legittimità non può trasformarsi in una terza valutazione del merito. Il caso in esame riguardava una condanna per furto d’acqua aggravato, per il quale l’imputato chiedeva l’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto. L’ordinanza offre spunti importanti sui limiti del ricorso in Cassazione e sui criteri per valutare la tenuità del fatto.

Il Caso: Furto d’Acqua per una Pizzeria

Un imprenditore, gestore di una pizzeria, era stato condannato sia in primo grado che in appello per il reato di furto aggravato. L’accusa era di aver sottratto acqua potabile dalla rete idrica comunale, un bene destinato a pubblico servizio, attraverso un allaccio abusivo realizzato con un tubo flessibile. Questa condotta illecita si era protratta per un lungo periodo, dall’apertura dell’attività commerciale nell’aprile 2017 fino all’accertamento avvenuto nel dicembre 2021.

Il Ricorso e la Tesi della Particolare Tenuità del Fatto

Tramite il proprio difensore, l’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, lamentando la violazione di legge e vizi di motivazione. L’unico motivo del ricorso si concentrava sulla mancata applicazione dell’art. 131-bis del codice penale, che prevede la non punibilità per “particolare tenuità del fatto”.

La difesa sosteneva che il danno economico fosse inferiore a quanto stimato e che alcuni elementi, come l’uso di un lucchetto per nascondere l’allaccio, non fossero stati adeguatamente provati. L’obiettivo era dimostrare che l’offesa al bene giuridico tutelato fosse talmente esigua da non meritare una sanzione penale.

Le Motivazioni della Suprema Corte sul furto d’acqua

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, fornendo motivazioni chiare e nette. I giudici hanno innanzitutto evidenziato come la Corte d’Appello avesse già escluso la particolare tenuità del fatto sulla base di elementi concreti e non illogici. Tra questi:

1. La durata della condotta: L’allaccio abusivo era rimasto attivo per oltre quattro anni, un periodo tutt’altro che trascurabile.
2. La modalità dell’azione: L’allaccio era stato occultato dietro uno sportello chiuso con un lucchetto, a dimostrazione di una certa astuzia e della volontà di nascondere l’illecito.
3. L’entità del danno: La stessa difesa, nelle sue argomentazioni, aveva quantificato un possibile danno di 4.000 euro. La Cassazione ha sottolineato la contraddizione nel sostenere, da un lato, un danno di tale entità e, dall’altro, la particolare tenuità del fatto.

Il punto cruciale della decisione risiede però nella natura del ricorso. La Suprema Corte ha affermato che le argomentazioni della difesa non sollevavano questioni di legittimità (cioè di corretta applicazione della legge), ma chiedevano una riconsiderazione alternativa del compendio probatorio. In pratica, si chiedeva alla Cassazione di “rileggere” i fatti e le prove in modo diverso da come avevano fatto i giudici di merito, un’operazione che esula completamente dai poteri della Corte di legittimità.

Conclusioni

La decisione riafferma che il giudizio di Cassazione non è un terzo grado di giudizio dove si possono rivalutare le prove. Il suo compito è verificare la corretta applicazione delle norme e la logicità della motivazione della sentenza impugnata. Quando un ricorso si limita a proporre una diversa, e per il ricorrente più favorevole, interpretazione delle risultanze processuali, è destinato all’inammissibilità. In questo caso di furto d’acqua, la condotta prolungata, le modalità astute e il danno economico non irrilevante sono stati correttamente valutati dai giudici di merito come ostacoli insormontabili all’applicazione della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

Quando il furto d’acqua non può essere considerato di particolare tenuità?
Secondo la sentenza, il furto d’acqua non può essere considerato di particolare tenuità quando la condotta illecita si protrae per un lungo periodo (in questo caso, oltre quattro anni), quando le modalità di esecuzione sono astute (come l’occultamento dell’allaccio abusivo) e quando il danno economico non è trascurabile (stimato in migliaia di euro dall’imputato stesso).

Perché la Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile?
La Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile perché le argomentazioni della difesa non contestavano la violazione di norme di legge, ma proponevano una diversa interpretazione delle prove e dei fatti. Questo tipo di valutazione, definita “rilettura degli elementi di fatto”, è riservata esclusivamente ai giudici di merito (Tribunale e Corte d’Appello) e non rientra nei poteri della Corte di Cassazione.

Quali elementi sono stati decisivi per escludere la non punibilità?
Gli elementi decisivi sono stati tre: 1) la lunga durata dell’allaccio abusivo, attivo per oltre quattro anni; 2) le modalità della condotta, con l’allaccio nascosto dietro uno sportello chiuso a chiave per eludere i controlli; 3) l’entità del danno economico, che lo stesso imputato aveva calcolato in una cifra considerevole (€ 4.000), rendendo così contraddittoria la richiesta di applicazione della particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

Desideri approfondire l'argomento ed avere una consulenza legale?

Prenota un appuntamento. La consultazione può avvenire in studio a Milano, Pesaro, Benevento, oppure in videoconferenza / conference call e si svolge in tre fasi.

Prima dell'appuntamento: analisi del caso prospettato. Si tratta della fase più delicata, perché dalla esatta comprensione del caso sottoposto dipendono il corretto inquadramento giuridico dello stesso, la ricerca del materiale e la soluzione finale.

Durante l’appuntamento: disponibilità all’ascolto e capacità a tenere distinti i dati essenziali del caso dalle componenti psicologiche ed emozionali.

Al termine dell’appuntamento: ti verranno forniti gli elementi di valutazione necessari e i suggerimenti opportuni al fine di porre in essere azioni consapevoli a seguito di un apprezzamento riflessivo di rischi e vantaggi. Il contenuto della prestazione di consulenza stragiudiziale comprende, difatti, il preciso dovere di informare compiutamente il cliente di ogni rischio di causa. A detto obbligo di informazione, si accompagnano specifici doveri di dissuasione e di sollecitazione.

Il costo della consulenza legale è di € 150,00.

02.37901052
8:00 – 20:00
(Lun - Sab)

Articoli correlati