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Furto consumato: quando si perfeziona il reato?

Tre individui ricorrono in Cassazione contro una condanna per furto, sostenendo si trattasse solo di tentativo poiché sono stati catturati subito dopo la sottrazione dei beni. La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, ribadendo il principio per cui il furto consumato si perfeziona nel momento stesso dell’impossessamento della refurtiva, a prescindere dalla durata del possesso o dal fatto che la fuga sia stata immediatamente interrotta. La Corte ha inoltre respinto l’eccezione relativa alla presunta assenza di querela.

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Pubblicato il 27 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Consumato: la Cassazione Spiega Quando il Reato è Completo

Capire la differenza tra furto tentato e furto consumato è fondamentale nel diritto penale, con importanti conseguenze sulla pena. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Num. 23144/2024) torna su questo tema cruciale, chiarendo che il reato si perfeziona con il semplice impossessamento del bene, anche se avviene per un istante e la fuga viene subito interrotta. Analizziamo insieme la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti del Caso

Tre individui venivano condannati per furto dopo aver forzato il cancello elettrico di uno stabile, essersi introdotti all’interno e aver sottratto settantuno condizionatori e altro materiale. La refurtiva veniva caricata su alcuni automezzi con i quali i tre si davano alla fuga. Tuttavia, la loro azione non passava inosservata e, al termine di un inseguimento, venivano arrestati e la merce recuperata.

La Questione Giuridica: Furto Tentato o Consumato?

In sede di ricorso per Cassazione, la difesa degli imputati ha sostenuto una tesi precisa: il reato non si sarebbe mai perfezionato, rimanendo allo stadio di tentativo. Secondo i ricorrenti, essi non avrebbero mai conseguito un’autonoma ed effettiva disponibilità della refurtiva. I beni, infatti, non sarebbero mai usciti dalla sfera di controllo e signoria del soggetto passivo, dato l’immediato intervento che ha portato al loro arresto. Di conseguenza, mancando il pieno impossessamento, il fatto doveva essere qualificato come furto tentato.

Le Motivazioni della Cassazione sul Furto Consumato

La Corte di Cassazione ha dichiarato i ricorsi inammissibili, rigettando completamente la tesi difensiva. I giudici hanno ribadito un orientamento consolidato, logico e corretto in punto di diritto. Per la configurabilità del furto consumato, non è necessario né che la cosa sia stata portata lontano dal luogo della sottrazione, né che il ladro abbia goduto del possesso per un tempo prolungato.

Il punto focale, secondo la Suprema Corte, è l’impossessamento, inteso come l’acquisizione della materiale disponibilità della refurtiva, anche per un tempo brevissimo. Ciò che conta è che il bene sia uscito, anche solo momentaneamente, dalla sfera di controllo del precedente possessore. La circostanza che gli agenti stessero inseguendo gli imputati o che la refurtiva sia stata immediatamente recuperata è del tutto irrilevante ai fini della consumazione del reato. La Corte ha specificato che sono irrilevanti sia il criterio temporale (la durata del possesso) sia quello spaziale (la distanza percorsa con la refurtiva). L’essenziale è che l’agente si sia impossessato della cosa, sottraendola al legittimo detentore.

La Corte ha inoltre ritenuto manifestamente infondata l’eccezione relativa alla mancanza di querela, avendo accertato dagli atti processuali la sua regolare presentazione.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di diritto di grande importanza pratica. Stabilisce con chiarezza che il discrimine tra tentativo e consumazione nel reato di furto risiede nel momento esatto in cui si realizza la sottrazione del bene al controllo della vittima e il contestuale impossessamento da parte del reo. Non è richiesta una fuga riuscita o un godimento prolungato dei beni rubati. La semplice apprensione materiale, che trasferisce il controllo del bene dal derubato al ladro, è sufficiente per integrare il furto consumato. Questa interpretazione garantisce certezza giuridica e impedisce che azioni criminali portate a compimento possano essere declassate a semplice tentativo solo perché l’intervento delle forze dell’ordine o della vittima è stato particolarmente tempestivo.

Quando si considera consumato un furto?
Secondo la Corte di Cassazione, il furto si considera consumato nel momento esatto in cui l’agente si impossessa della cosa, acquisendone la disponibilità materiale e sottraendola alla sfera di controllo del proprietario, anche se solo per un brevissimo lasso di tempo.

Essere inseguiti e arrestati subito dopo la sottrazione dei beni qualifica il reato come tentato furto?
No. La circostanza che i ladri vengano immediatamente inseguiti e catturati, e che la refurtiva venga recuperata, non è rilevante per qualificare il reato. Se l’impossessamento, anche solo momentaneo, è avvenuto, il reato è furto consumato e non tentato.

Cosa comporta la dichiarazione di inammissibilità di un ricorso in Cassazione?
Quando un ricorso è dichiarato inammissibile, la Corte non entra nel merito della questione. Di conseguenza, la sentenza impugnata diventa definitiva e il ricorrente viene condannato al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria in favore della cassa delle ammende.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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