Furto Consumato: Quando il Reato è Perfezionato? L’Analisi della Cassazione
La distinzione tra furto tentato e furto consumato rappresenta un punto cruciale nel diritto penale, con conseguenze significative sulla pena applicabile. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione (Sez. 7 Penale, n. 27065/2024) offre un chiarimento fondamentale su quale sia il momento esatto in cui il reato si perfeziona. L’analisi si concentra sul concetto di ‘impossessamento’ della refurtiva, stabilendo un principio chiaro: caricare i beni rubati su un veicolo è sufficiente a integrare la consumazione del reato.
I Fatti del Caso: Il Furto e il Ricorso
Il caso ha origine dalla condanna di un individuo per il reato di furto in abitazione aggravato, confermata sia in primo grado dal Tribunale sia in appello dalla Corte d’Appello. L’imputato, non rassegnandosi alla decisione, ha presentato ricorso per Cassazione, basando la sua difesa su un unico motivo: l’errata qualificazione giuridica del fatto. A suo dire, la sua condotta non avrebbe dovuto essere classificata come furto consumato, bensì come tentativo. La tesi difensiva sosteneva che l’impossessamento definitivo dei beni non si fosse ancora realizzato.
La Decisione della Corte di Cassazione sul Furto Consumato
La Suprema Corte ha respinto la tesi difensiva, dichiarando il ricorso inammissibile. La decisione si fonda su due pilastri argomentativi: uno di natura processuale e uno di natura sostanziale, quest’ultimo decisivo per la qualificazione del reato.
La Critica alla Specificità del Ricorso
In primo luogo, i giudici di legittimità hanno rilevato che il motivo di ricorso era una mera e ‘pedissequa reiterazione’ delle argomentazioni già presentate e respinte dalla Corte d’Appello. Un ricorso in Cassazione, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, non limitarsi a ripetere le stesse difese. Questa mancanza di specificità ha reso il ricorso solo ‘apparente’, privo della funzione critica richiesta dalla legge, portando a una prima ragione di inammissibilità.
Le Motivazioni: Il Momento dell’Impossessamento
Entrando nel merito della questione, la Cassazione ha confermato la correttezza della valutazione della Corte d’Appello. Il punto centrale è il momento in cui si verifica l’impossessamento. La Corte territoriale aveva valorizzato una circostanza di fatto decisiva: al momento dell’arrivo delle forze dell’ordine, le pedane oggetto del furto erano già state caricate sul veicolo dell’imputato. Secondo la giurisprudenza costante, questo atto è sufficiente a considerare l’impossessamento come avvenuto. Nel momento in cui l’autore del furto acquisisce un’autonoma ed esclusiva disponibilità della refurtiva, anche se per un breve lasso di tempo e in un luogo prossimo a quello della sottrazione, il reato si perfeziona. Caricare i beni su un mezzo di trasporto significa sottrarli definitivamente alla sfera di controllo del proprietario e assumerne il pieno dominio.
Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza
L’ordinanza in esame ribadisce un principio di diritto consolidato e di grande rilevanza pratica. Il confine tra tentativo e consumazione nel reato di furto non è segnato dalla fuga indisturbata o dalla messa in sicurezza definitiva della refurtiva, ma dal momento in cui l’agente ottiene il controllo autonomo sul bene. L’atto di caricare la merce su un veicolo segna questo passaggio, perfezionando il furto consumato. La decisione sottolinea, inoltre, l’importanza di formulare ricorsi per Cassazione che non si limitino a riproporre vecchie argomentazioni, ma che si confrontino criticamente e in modo specifico con le motivazioni della sentenza che si intende impugnare.
Quando un furto in abitazione si considera ‘consumato’ e non solo ‘tentato’?
Secondo la Corte, il furto si considera consumato nel momento in cui l’autore del reato si impossessa del bene, acquisendone un controllo autonomo. Nel caso specifico, l’aver già caricato la refurtiva (le pedane) su un veicolo è stato ritenuto sufficiente a integrare l’impossessamento e, di conseguenza, a perfezionare il reato.
Perché il ricorso in Cassazione è stato dichiarato inammissibile?
Il ricorso è stato dichiarato inammissibile principalmente perché l’unico motivo presentato era una semplice ripetizione delle argomentazioni già esaminate e respinte dalla Corte d’Appello. Mancava una critica specifica e argomentata contro la sentenza impugnata, rendendo il ricorso non conforme ai requisiti di legge.
Cosa significa che l’impossessamento della refurtiva si era già verificato?
Significa che l’autore del furto aveva già sottratto i beni alla sfera di controllo del legittimo proprietario e ne aveva acquisito la piena ed esclusiva disponibilità. L’atto di caricare i beni su un veicolo ha concretizzato questo passaggio di dominio, perfezionando il reato di furto prima ancora che l’intervento delle forze dell’ordine potesse interrompere l’azione.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 27065 Anno 2024
Penale Ord. Sez. 7 Num. 27065 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 25/06/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: COGNOME NOME nato a CATANIA il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 16/06/2023 della CORTE APPELLO di CATANIA
dato avviso alle parti; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
NUMERO_DOCUMENTO
Rilevato che l’imputato COGNOME NOME ricorre avverso la sentenza della Corte di Appello di Catania che ha confermato la sentenza del Tribunale di Catania di condanna per il reato di furto in abitazione aggravato;
Rilevato che l’unico motivo del ricorso – con cui il ricorrente lamenta inosservanza o erronea applicazione della legge penale quanto alla riconducibilità della condotta al reato d furto in abitazione consumato – non è deducibile in sede di legittimità, in quanto fondato su motivi che si risolvono nella pedissequa reiterazione di quelli già dedotti in appello puntualmente disattesi dalla Corte di merito, dovendosi gli stesso considerare non specifici, ma soltanto apparenti, in quanto omettono di assolvere la tipica funzione di una critic argomentata avverso la sentenza oggetto di ricorso (Sez. 2, n.42046 del 17/07/2019, COGNOME, Rv. 277710; Sez. 3, n. 44882 del 18/07/2014, COGNOME e NOME, Rv. 260608; Sez. 6, n. 20377 del 11/03/2009, COGNOME e NOME, 243838); considerato, infatti, che il ricorrente omett di confrontarsi con la motivazione della Corte distrettuale, che ha valorizzato, a sostegno della reiezione della richiesta di riqualificazione in tentativo, la circostanza che, all’atto dell delle forze dell’ordine, le pedane erano già state caricate sul veicolo e, quin l’impossessamento si era già verificato;
Rilevato, pertanto, che il ricorso deve essere dichiarato inammissibile, con la condanna del ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna il ricorrente al pagamento delle spese processuali e della somma di euro tremila in favore della Cassa delle ammende. Così deciso in Roma, 25 giugno 2024.