Sentenza di Cassazione Penale Sez. 5 Num. 21858 Anno 2024
Penale Sent. Sez. 5 Num. 21858 Anno 2024
Presidente: COGNOME NOME COGNOME NOME
Relatore: COGNOME NOME
Data Udienza: 06/03/2024
SENTENZA
sul ricorso proposto da:
MONCAYO MICHILENA NOME (CODICE_FISCALE) nata in ECUADOR il DATA_NASCITA
avverso la sentenza del 20/10/2023 della CORTE APPELLO di ROMA
visti gli atti, il provvedimento impugnato e il ricorso; udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME; letta la requisitoria a firma del Sostituto Procuratore generale NOME COGNOME, che ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
RITENUTO IN FATTO
1. La sentenza impugnata è stata pronunziata il 20 ottobre 2023 dalla Corte di appello di Roma, che ha confermato la sentenza del Tribunale di Roma che aveva condannato NOME per il furto di un portafoglio, sottratto alla vittima mentre questa si trovava a bordo di un treno della metropolitana. Reato commesso in concorso con altre due persone e
aggravato dall’avere commesso il fatto su un mezzo di pubblico trasporto e dall’avere commesso il fatto con destrezza.
Avverso la sentenza della Corte di appello, l’imputata ha proposto ricorso per cassazione a mezzo del proprio difensore.
2.1. Con un unico motivo, deduce il vizio di erronea applicazione della legge penale.
La ricorrente sostiene che la Corte territoriale avrebbe erroneamente ritenuto il reato consumato, quando, invece, il fatto andrebbe qualificato come furto tentato, atteso che l’azione criminosa si sarebbe svolta sotto l’osservazione degli agenti di polizia, che avevano notato il comportamento «sospetto» dell’imputata e dei suoi «complici», già prima che questi commettessero il reato.
Il Procuratore generale, nelle sue conclusioni scritte, ha chiesto di dichiarare inammissibile il ricorso.
CONSIDERATO IN DIRITTO
Il ricorso deve essere rigettato.
1.1. L’unico motivo di ricorso è infondato.
La Corte di appello, infatti, ha correttamente ritenuto integrata la forma consumata del reato, nonostante questo fosse stato commesso mentre l’imputata veniva osservata dagli agenti di polizia.
Va ricordato che, secondo il costante avviso della giurisprudenza di legittimità, integra il reato di furto nella forma consumata la condotta di colui che, subito dopo l’impossessamento, venga inseguito e bloccato dalla polizia giudiziaria che l’aveva osservato a distanza, in quanto il criterio distintivo tra consumazione e tentativo risiede nella circostanza che l’imputato consegua, anche se per breve tempo, la piena, autonoma ed effettiva disponibilità della refurtiva. L’osservazione a distanza da parte degli agenti non assume rilevanza ai fini della configurabilità del reato nella forma tentata, poiché tale “studio” non solo non avviene a opera della persona offesa, ma neppure impedisce il conseguimento dell’autonomo possesso della res, prima dell’arresto in flagranza (Sez. 5, Sentenza n. 48880 del 17/09/2018, S., Rv. 274016; Sez. 5, n. 26749 del 11/04/2016, COGNOME, Rv. 267266).
Nel caso in esame, la Corte di appello ha correttamente osservato che gli autori del delitto avevano acquisito la piena signoria della refurtiva, abbandonando il treno sul quale viaggiava la vittima del furto e salendo su quello che procedeva
nella direzione opposta. Nel tragitto percorso, inoltre, il portafoglio sottratto al persona offesa era passato di mano da un complice a un altro e quest’ultimo, una volta salito sull’altro treno, aveva provveduto anche a estrarre le banconote, consegnandole al terzo correo. Appare, dunque, evidente che gli autori del reato avessero conseguito l’autonomo possesso del portafoglio, riuscendo a disporre, seppur per breve tempo, anche del contenuto di esso.
Al rigetto del ricorso, consegue la condanna della ricorrente al pagamento delle spese processuali.
P.Q.M.
Rigetta il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese processuali.
Così deciso, il 6 marzo 2024.