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Furto con strappo: quando si configura il reato?

La Corte di Cassazione ha esaminato un caso di furto in un supermercato, chiarendo la definizione di furto con strappo. Tre individui, dopo aver sottratto della merce, sono stati fermati da un addetto alla sicurezza. Durante il tentativo di recupero della refurtiva da parte della guardia, uno degli imputati ha strappato con violenza la merce dalle sue mani. La Corte ha stabilito che tale azione configura il reato di furto con strappo, poiché la violenza è stata esercitata sulla cosa prima che gli autori ne avessero acquisito il pieno e autonomo possesso. Di conseguenza, i ricorsi degli imputati sono stati dichiarati inammissibili e le condanne confermate.

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Pubblicato il 6 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto con Strappo: La Cassazione Chiarisce Quando la Sottrazione è Conclusa

Una recente sentenza della Corte di Cassazione ha offerto importanti chiarimenti sulla qualificazione giuridica del furto con strappo, delineando il confine tra questo reato e il furto aggravato. La pronuncia analizza il momento in cui la sottrazione di un bene può considerarsi conclusa e quando la violenza esercitata sulla cosa, e non sulla persona, integra la fattispecie prevista dall’art. 624-bis del codice penale.

I Fatti del Caso

Tre individui venivano condannati in primo e secondo grado per una serie di reati, tra cui furto con strappo, resistenza a pubblico ufficiale e ricettazione. L’episodio centrale si era svolto all’esterno di un supermercato. Dopo aver sottratto merce per un valore di quasi 2.000 euro, i tre si dirigevano verso la loro auto. Un addetto alla sicurezza, accortosi del furto, interveniva nel tentativo di recuperare la refurtiva, in particolare un televisore già caricato nel veicolo. A questo punto, uno degli imputati afferrava lo scatolone e lo strappava con forza dalle mani della guardia, per assicurarsi il possesso del bene. Successivamente, il gruppo opponeva resistenza all’intervento delle forze dell’ordine.

La Questione Giuridica sul Furto con Strappo

I difensori degli imputati hanno presentato ricorso in Cassazione, contestando principalmente la qualificazione del reato come furto con strappo. La loro tesi si basava su una precisa scansione temporale degli eventi.

La Tesi della Difesa: Furto Semplice e non con Strappo

Secondo i ricorrenti, la sottrazione della merce si era già perfezionata all’interno del supermercato. La violenza (lo “strappo” del televisore) era avvenuta in un momento successivo, nel parcheggio, durante il tentativo di recupero da parte dell’addetto alla sicurezza. Pertanto, l’azione violenta non sarebbe stata finalizzata a sottrarre il bene, ma a conservarne il possesso già acquisito. Di conseguenza, il fatto avrebbe dovuto essere qualificato come furto aggravato e non come furto con strappo, con importanti differenze sul piano sanzionatorio.

Gli Altri Motivi di Ricorso

Oltre alla qualificazione del reato, i ricorsi contestavano anche il mancato riconoscimento del concorso anomalo (sostenendo che l’uso della violenza non era stato concordato né era prevedibile), il diniego delle circostanze attenuanti (per il danno di speciale tenuità e per l’avvenuta restituzione) e la valutazione sulla recidiva.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i ricorsi, dichiarandoli inammissibili e confermando la decisione della Corte d’Appello. Le motivazioni offrono una lucida analisi del delitto di furto con strappo.

Il Momento Consumativo del Reato e il corretto inquadramento del furto con strappo

Il punto centrale della decisione riguarda il momento in cui si perfeziona lo spossessamento. I giudici hanno chiarito che il furto con strappo si configura quando la violenza è esercitata direttamente sulla cosa come strumento per sottrarla a chi la detiene. Nel caso di specie, la Corte ha ritenuto che la sottrazione non si fosse ancora conclusa quando è avvenuto lo strappo. L’intervento dell’addetto alla sicurezza era stato immediato (“in continenti”) e la refurtiva non era ancora entrata nella piena ed esclusiva disponibilità degli imputati. La sfera di vigilanza del soggetto passivo non era stata superata. Pertanto, la violenza esercitata sullo scatolone per vincere la resistenza della guardia è stata considerata parte integrante dell’azione di spossessamento, finalizzata a perfezionare la sottrazione. Non si trattava di conservare un possesso già acquisito, ma di conseguirlo definitivamente.

La Prevedibilità dell’Evento e il Concorso di Persone

La Corte ha escluso anche l’applicabilità del concorso anomalo. Secondo i giudici, il passaggio da un furto semplice a uno con strappo rappresentava uno “sviluppo dinamico pienamente prevedibile” del piano criminoso. In un contesto come quello di un furto in un supermercato, la possibilità di essere scoperti e di dover usare una qualche forma di violenza per assicurarsi la fuga con la merce rientra nell’ambito degli eventi che un correo deve ragionevolmente attendersi. Di conseguenza, tutti i partecipanti sono stati ritenuti responsabili a titolo di concorso ordinario.

Le Conclusioni della Corte

La sentenza ribadisce un principio fondamentale: per distinguere il furto con strappo da altre figure di reato, è decisivo analizzare se, al momento della violenza sulla cosa, l’agente abbia già acquisito un possesso autonomo e indisturbato del bene. Se la violenza si inserisce nella fase in cui il detentore sta ancora esercitando un controllo, anche solo potenziale, sulla cosa e si oppone alla sottrazione, il reato si qualifica come furto con strappo. La Corte ha inoltre confermato il diniego delle attenuanti, specificando che l’abbandono della refurtiva per darsi alla fuga non costituisce una restituzione volontaria, e ha ritenuto congrua la valutazione sulla recidiva. La decisione, pertanto, consolida l’orientamento giurisprudenziale sulla materia, fornendo criteri chiari per l’interpretazione di questa specifica fattispecie criminosa.

Quando un furto si qualifica come “furto con strappo”?
Un furto si qualifica come “furto con strappo” quando la violenza viene esercitata direttamente sulla cosa (e non sulla persona) al fine di sottrarla a chi la detiene. È cruciale che questa violenza avvenga prima che il ladro abbia acquisito il possesso pieno, autonomo ed esclusivo del bene, ovvero quando la cosa è ancora sotto la sfera di vigilanza e controllo della vittima.

È possibile invocare il concorso anomalo se un furto semplice si trasforma in un furto con strappo?
No, la Corte ha stabilito che non è possibile. L’uso della violenza sulla merce per assicurarsene il possesso, qualora si venga scoperti, è considerato uno sviluppo dinamico e pienamente prevedibile del piano criminoso iniziale. Pertanto, tutti i concorrenti rispondono del reato più grave a titolo di concorso ordinario.

Abbandonare la refurtiva per fuggire dopo l’intervento delle forze dell’ordine può essere considerata una valida attenuante?
No. La Corte ha chiarito che l’attenuante della riparazione del danno (art. 62 n. 6 c.p.) richiede che la restituzione sia integrale e, soprattutto, volontaria. L’abbandono della refurtiva causato dall’intervento della sicurezza o delle forze dell’ordine, allo scopo di facilitare la propria fuga, non è considerato un atto volontario e quindi non integra l’attenuante.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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