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Furto con strappo o rapina? La Cassazione chiarisce

La Corte di Cassazione, con la sentenza n. 7368/2025, affronta la distinzione tra rapina e furto con strappo. Il caso riguardava un individuo che, dopo aver spintonato e bloccato la vittima, le sottraeva del denaro dalla tasca del giubbotto. La Corte ha confermato la qualificazione del reato come rapina, poiché la violenza è stata esercitata direttamente sulla persona per vincerne la resistenza, e non solo sulla cosa sottratta. Tuttavia, la sentenza è stata annullata con rinvio per un vizio di motivazione relativo al mancato esame di alcune circostanze attenuanti richieste dalla difesa.

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Pubblicato il 14 settembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto con strappo o Rapina? La Cassazione traccia la linea di confine

La distinzione tra furto con strappo e rapina rappresenta una delle questioni più dibattute nelle aule di giustizia. Sebbene entrambi i reati ledano il patrimonio, la differenza sostanziale risiede nell’uso della violenza: è diretta alla cosa o alla persona? La Corte di Cassazione, con la recente sentenza n. 7368 del 2025, è tornata su questo tema cruciale, fornendo chiarimenti essenziali per la corretta qualificazione giuridica del fatto. La decisione non solo conferma un principio consolidato, ma offre anche spunti di riflessione sui doveri di motivazione del giudice in merito alle circostanze attenuanti.

I Fatti di Causa

Il caso ha origine da un episodio avvenuto all’interno di un bar. Un uomo, dopo aver vinto una piccola somma di denaro a un apparecchio da gioco e averla riposta nella tasca del giubbotto, veniva avvicinato da un altro soggetto. Quest’ultimo lo spintonava, lo bloccava vicino all’uscita del locale e, infilandogli con forza una mano nel giaccone, gli sottraeva il denaro. In primo e secondo grado, l’aggressore veniva condannato per i reati di rapina e lesioni aggravate. La difesa, tuttavia, proponeva ricorso per cassazione, sostenendo che il fatto dovesse essere riqualificato come il meno grave reato di furto con strappo, poiché la violenza sarebbe stata esercitata sulla somma di denaro e solo incidentalmente sulla persona.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il motivo di ricorso relativo alla qualificazione del reato, confermando l’impostazione dei giudici di merito. I giudici hanno ritenuto che la condotta dell’imputato integrasse pienamente il delitto di rapina. Tuttavia, la Corte ha accolto i motivi relativi al mancato riconoscimento delle attenuanti, annullando la sentenza su questo punto e rinviando il caso alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

Analisi della distinzione tra furto con strappo e rapina

La sentenza ribadisce un principio di diritto consolidato. Si configura il delitto di rapina quando la violenza è utilizzata come mezzo per vincere la resistenza, anche solo potenziale, della persona offesa. L’elemento distintivo non è l’intensità della violenza, ma la sua direzione. Nel caso di specie, l’imputato non si è limitato a strappare il denaro; ha prima spintonato e bloccato la vittima, esercitando una coercizione fisica diretta sulla sua persona, funzionale allo spossessamento. Questa azione, secondo la Corte, dimostra la volontà di sopraffare la vittima, non solo di agire sulla cosa. Al contrario, si avrebbe furto con strappo se la violenza fosse rivolta esclusivamente alla cosa (ad esempio, strappando una borsa) e solo di riflesso, in modo involontario, colpisse la persona.

Le motivazioni

Nelle motivazioni, la Cassazione ha evidenziato come le prove raccolte, incluse le dichiarazioni della vittima e le registrazioni della videosorveglianza, dimostrassero in modo inequivocabile la dinamica dei fatti. La violenza era stata palesemente strumentale all’impossessamento del denaro, esercitata direttamente sul corpo della persona offesa. Di conseguenza, la qualificazione giuridica di rapina era corretta e non poteva essere messa in discussione.

Per quanto riguarda invece la parte annullata della sentenza, la Corte ha rilevato un vizio di motivazione. La Corte d’Appello aveva omesso di pronunciarsi in modo specifico sulle richieste della difesa relative al riconoscimento delle attenuanti generiche e dell’attenuante per l’avvenuta riparazione del danno. Il giudice di secondo grado si era limitato ad affermare erroneamente che le attenuanti generiche fossero già state concesse in primo grado, confondendole con un’altra attenuante. Questa omissione ha reso la sentenza carente di motivazione su punti specifici sollevati dalla difesa, rendendo necessario un nuovo giudizio su tali aspetti.

Le conclusioni

In conclusione, la sentenza n. 7368/2025 conferma che la linea di demarcazione tra rapina e furto con strappo risiede nella finalità e nella direzione della violenza. Se l’energia fisica è impiegata per neutralizzare la vittima, si tratta di rapina. La decisione, inoltre, sottolinea l’obbligo per il giudice di motivare in modo puntuale su tutte le doglianze sollevate dalla difesa, specialmente quelle relative alle circostanze che possono incidere sulla determinazione della pena. L’annullamento con rinvio, seppur parziale, riafferma il principio che una giustizia corretta richiede non solo una corretta qualificazione del reato, ma anche una valutazione completa e motivata di tutti gli elementi del caso.

Qual è la differenza principale tra furto con strappo e rapina?
La differenza fondamentale risiede nella direzione della violenza. Si ha furto con strappo quando la violenza è rivolta direttamente alla cosa che si intende sottrarre, e l’eventuale contatto con la persona è solo una conseguenza involontaria. Si ha rapina, invece, quando la violenza è usata direttamente contro la persona al fine di vincerne la resistenza e impossessarsi del bene.

Perché nel caso di specie è stato configurato il reato di rapina e non di furto con strappo?
Perché l’imputato non si è limitato a strappare il denaro dalla tasca. La sua azione è stata preceduta da una violenza fisica diretta contro la vittima (spinta e blocco), finalizzata a sopraffare la sua capacità di difesa per poter poi procedere alla sottrazione del denaro. Questa condotta è stata ritenuta strumentale allo spossessamento, integrando così gli estremi della rapina.

Per quale motivo la Corte di Cassazione ha annullato parzialmente la sentenza di condanna?
La sentenza è stata annullata con rinvio limitatamente alla valutazione delle circostanze attenuanti. La Corte d’Appello non aveva fornito alcuna motivazione in risposta alle specifiche richieste della difesa per il riconoscimento delle attenuanti generiche (art. 62 bis c.p.) e dell’attenuante per l’avvenuta riparazione del danno (art. 62 n. 6 c.p.), commettendo un errore e omettendo di pronunciarsi su punti decisivi per la determinazione della pena.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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