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Furto con frode: entrare da una finestra è aggravante

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di un’imputata condannata per tentato furto. La Corte ha confermato che l’introduzione in un locale attraverso una finestra, anziché dagli ingressi ordinari, integra l’aggravante del furto con frode, poiché si tratta di un espediente per superare la naturale protezione del luogo. Questa circostanza sussiste indipendentemente dall’altezza della finestra o dal fatto che fosse aperta o chiusa.

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Pubblicato il 21 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto con Frode: Quando Entrare dalla Finestra Aggrava il Reato

L’ordinanza in esame della Corte di Cassazione affronta un caso di tentato furto, offrendo un’importante chiarificazione sulla configurabilità del furto con frode. La Suprema Corte ha stabilito che l’introduzione in un immobile attraverso una via non ordinaria, come una finestra, costituisce di per sé un mezzo fraudolento che aggrava il reato, indipendentemente da ulteriori accorgimenti. Analizziamo la decisione per comprenderne la portata.

I Fatti di Causa

Una donna veniva condannata in primo grado e in appello per il reato di tentato furto aggravato. L’accusa si basava sul fatto che l’imputata si era introdotta in un locale passando da una finestra. La difesa dell’imputata decideva di contestare la decisione della Corte d’Appello, proponendo ricorso per cassazione basato su diverse argomentazioni, tra cui la presunta prescrizione del reato e l’errata applicazione della circostanza aggravante del mezzo fraudolento.

Il Ricorso in Cassazione e l’Aggravante del Furto con Frode

Il difensore dell’imputata ha articolato il ricorso in Cassazione su quattro motivi principali:
1. Mancata applicazione della prescrizione: si sosteneva che il termine massimo per perseguire il reato fosse già scaduto.
2. Errata qualificazione del fatto: la difesa riteneva che la condotta dovesse essere inquadrata come desistenza volontaria, poiché l’azione non era stata portata a termine.
3. Diversa qualificazione giuridica: in subordine, si chiedeva di qualificare il reato come semplice violazione di domicilio e non come tentato furto.
4. Insussistenza dell’aggravante: si contestava l’applicazione dell’aggravante del mezzo fraudolento, sostenendo che il semplice ingresso da una finestra non costituisse una frode.

La Decisione della Suprema Corte

La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso manifestamente infondato e, di conseguenza, inammissibile. I giudici hanno respinto tutte le censure sollevate dalla difesa. In particolare, hanno sottolineato che il termine di prescrizione decennale non era ancora decorso e che gli altri motivi erano semplici ripetizioni di quanto già esposto in appello, senza un reale confronto critico con la sentenza impugnata.
Il punto cruciale della decisione, tuttavia, riguarda l’ultima censura, relativa all’aggravante del mezzo fraudolento.

Le Motivazioni: la Configurazione del Mezzo Fraudolento

La Corte ha ribadito un principio consolidato in giurisprudenza, facendo corretta applicazione della norma. L’aggravante del furto con frode, prevista dall’art. 625, comma 1, n. 2, del codice penale, si configura quando l’agente si introduce in un locale non attraverso un ingresso normale, ma tramite una via anomala come una finestra.

La ratio di questa norma, spiegano i giudici, risiede nella necessità di proteggere l’affidamento del proprietario sull’inviolabilità dei passaggi non naturali. Il concetto di “frode” in questo contesto include qualsiasi espediente o accorgimento diretto a superare la custodia e la protezione naturale delle cose. Pertanto, l’atto stesso di scavalcare o passare attraverso una finestra è considerato un’astuzia che elude la difesa ordinaria del luogo. Per la configurazione dell’aggravante, non ha alcuna importanza né l’altezza della finestra dal suolo, né il fatto che questa fosse aperta o chiusa.

Le Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Pronuncia

La decisione della Cassazione consolida un’interpretazione rigorosa dell’aggravante del mezzo fraudolento. L’implicazione pratica è chiara: qualsiasi accesso a una proprietà che avvenga eludendo le vie ordinarie (porte, cancelli) è suscettibile di essere qualificato come furto con frode. Questo comporta un significativo inasprimento della pena rispetto al furto semplice. La pronuncia serve da monito, sottolineando che la legge penale intende tutelare non solo la proprietà in sé, ma anche la fiducia dei cittadini nella sicurezza dei propri spazi, sanzionando più gravemente chi viola tale fiducia con stratagemmi, anche se apparentemente semplici come passare da una finestra.

Perché entrare in una casa da una finestra è considerato furto con frode?
Perché l’uso di una via d’accesso non ordinaria, come una finestra, è considerato un espediente o un accorgimento per superare la naturale protezione del luogo. La legge tutela l’affidamento del proprietario nell’inviolabilità dei passaggi non destinati all’ingresso, e violarli costituisce un mezzo fraudolento che aggrava il reato.

Ai fini dell’aggravante, ha importanza se la finestra era aperta o chiusa?
No. Secondo la Corte di Cassazione, la circostanza che la finestra sia aperta o chiusa, così come la sua altezza dal suolo, è irrilevante. L’aggravante si configura per il solo fatto di aver utilizzato un passaggio anomalo per introdursi nel locale, eludendo le difese ordinarie.

Quando un ricorso in Cassazione viene dichiarato inammissibile?
Un ricorso può essere dichiarato inammissibile, come in questo caso, quando i motivi proposti sono manifestamente infondati o quando si limitano a ripetere le stesse argomentazioni già presentate e respinte nei gradi di giudizio precedenti, senza confrontarsi criticamente con le motivazioni della sentenza che si sta impugnando.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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