Furto con Destrezza: La Cassazione Chiarisce i Confini dell’Aggravante
L’aggravante del furto con destrezza rappresenta uno dei concetti più dibattuti nelle aule di tribunale. Non si tratta semplicemente di un furto commesso con rapidità, ma di un’azione caratterizzata da un ‘quid pluris’ di abilità e astuzia. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ha offerto un’importante occasione per ribadire i principi che definiscono questa circostanza, analizzando un caso emblematico di sottrazione di un portafogli all’interno di un supermercato.
I Fatti di Causa
Il caso esaminato dalla Suprema Corte trae origine da una condanna per furto aggravato emessa sia in primo grado che in appello. L’imputata era stata giudicata colpevole di aver sottratto una cospicua somma di denaro (1.350 euro) dal portafogli di un’altra persona. Il furto si era consumato in un supermercato: mentre la vittima era intenta e distratta a visionare la merce esposta, l’imputata era riuscita ad aprire la sua borsa, estrarre il portafogli, prelevare il contante e, con un’azione tanto rapida quanto ingannevole, riporre il portafogli vuoto al suo posto. Questa mossa aveva ritardato significativamente il momento in cui la vittima si è accorta del furto subito.
L’Aggravante del Furto con Destrezza nel Ricorso
L’imputata ha proposto ricorso per cassazione, contestando proprio il riconoscimento dell’aggravante della destrezza. Secondo la difesa, le modalità del fatto non integravano quella particolare abilità richiesta dalla norma, lamentando un vizio di violazione di legge e di motivazione da parte della Corte d’Appello.
Le Motivazioni della Corte di Cassazione
La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso, definendolo ‘manifestamente infondato’. Gli Ermellini hanno chiarito, ancora una volta, la natura e la portata dell’aggravante del furto con destrezza. Citando un consolidato orientamento delle Sezioni Unite, la Corte ha ribadito che la destrezza sussiste quando l’agente pone in essere, prima o durante l’impossessamento del bene, una condotta caratterizzata da ‘particolari abilità, astuzia o avvedutezza’ tali da sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza del detentore sulla ‘res’.
Nel caso specifico, la Corte ha ritenuto che la motivazione della sentenza d’appello fosse completa e logica. La ‘particolare abilità’ dell’imputata non consisteva solo nella rapidità del gesto, ma nell’intera sequenza dell’azione: approfittare della distrazione della vittima, sottrarre il portafogli, appropriarsi del contenuto e riporlo al suo posto. Quest’ultimo atto, in particolare, è stato considerato decisivo, in quanto finalizzato a ritardare la scoperta del reato, dimostrando un’astuzia e una capacità di controllo della situazione che vanno oltre la semplice sveltezza e integrano pienamente la nozione di destrezza.
Conclusioni
La decisione della Suprema Corte è chiara: il ricorso è stato dichiarato inammissibile. Di conseguenza, la ricorrente è stata condannata al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.
Sul piano giuridico, questa ordinanza conferma che per integrare l’aggravante del furto con destrezza non è sufficiente un qualsiasi gesto furtivo, ma è necessaria una condotta che manifesti una speciale abilità personale nel superare la vigilanza, anche potenziale, della vittima. L’analisi non deve fermarsi al solo atto della sottrazione, ma deve considerare l’intero contesto e le modalità che rivelano l’astuzia e la premeditazione dell’agente.
Cosa si intende per furto con destrezza?
Per furto con destrezza si intende un furto commesso con una particolare abilità, astuzia o sveltezza, capace di sorprendere la vittima o di eludere la sua sorveglianza sul bene che viene sottratto.
Perché in questo caso è stata riconosciuta l’aggravante della destrezza?
L’aggravante è stata riconosciuta perché l’imputata non si è limitata a rubare il portafogli, ma ha approfittato della distrazione della vittima, ha prelevato il denaro e ha riposto il portafogli vuoto nella borsa. Questa complessa azione è stata giudicata come una dimostrazione di particolare abilità e astuzia, finalizzata a ritardare la scoperta del furto.
Qual è stata la decisione finale della Corte di Cassazione?
La Corte di Cassazione ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando così la condanna per furto aggravato. Ha inoltre condannato la ricorrente al pagamento delle spese processuali e al versamento di una somma di tremila euro alla Cassa delle Ammende.
Testo del provvedimento
Ordinanza di Cassazione Penale Sez. 7 Num. 2871 Anno 2025
Penale Ord. Sez. 7 Num. 2871 Anno 2025
Presidente: COGNOME
Relatore: COGNOME
Data Udienza: 12/12/2024
ORDINANZA
sul ricorso proposto da: NOME nato il 19/01/1988
avverso la sentenza del 03/04/2024 della CORTE APPELLO di MILANO
dato avviso alle parti;
udita la relazione svolta dal Consigliere NOME COGNOME;
otivi della decisione
NOME COGNOME ha proposto ricorso per cassazione avverso la sentenza della C d’appello di Milano che ha confermato la sentenza di primo grado di condanna pe delitto di furto aggravato. Con unico motivo di ricorso lamenta vizio di violaz legge e vizio di motivazione in ordine alla riconosciuta aggravante della destrez
Il motivo è manifestamente infondato. La motivazione della sentenza impugna sottolinea come la persona offesa avesse subito il furto del denaro posto all’ del propriPportafogli ( 1.350 euro) mentre era intenta a visionare la me supermercato e pertanto l’imputata, approfittando della sua distrazione, era r a sottrarre il portafogli dalla borsa, appropriarsi del contenuto e a ripo posto, così ritardando il momento in cui la vittima poteva avere contezza del subito. Secondo il consolidato indiritto di questa Corte di legittimità, la ci aggravante della destrezza sussiste infatti qualora l’agente abbia posto in prima o durante l’impossessamento del bene mobile altrui, una condotta caratteriz da particolari abilità, astuzia o avvedutezza ed idonea a sorprendere, atte eludere la sorveglianza del detentore sulla “res”. (Sez. U, n. 34090 del 27/04/2017, Rv. 270088, COGNOME). La suddetta aggravante, dunque, può essere affermata soggetto attivo, per eludere la sorveglianza del legittimo detentore, si sia a una particolare abilita o sveltezza. Nel caso di specie la Corte territoriale particolare abilità dell’imputato attraverso una analisi completa e non illogi circostanze di fatto come emerse in giudizio.
Alla inammissibilità del ricorso segue la condanna della ricorrente al pagamento spese processuali e, non sussistendo ipotesi di esonero, al versamento dì una s alla Cassa delle ammende, determinabile in euro tremila, ai sensi dell’art. 6 proc. pen.
P.Q.M.
Dichiara inammissibile il ricorso e condanna la ricorrente al pagamento delle spese pr e della somma di euro tremila alla Cassa delle Ammende.
Così deciso in Roma il 12 dicembre 2024
Il Consigliere estensorè
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