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Furto con destrezza: quando non si applica l’aggravante

Un soggetto viene condannato per furto pluriaggravato per essersi introdotto in un garage di notte approfittando del sonno del guardiano. La Corte di Cassazione annulla la sentenza limitatamente all’aggravante del furto con destrezza, chiarendo che per la sua sussistenza non è sufficiente approfittare di una mera situazione di disattenzione preesistente, ma è necessaria una condotta caratterizzata da particolare abilità o astuzia idonea a eludere la sorveglianza della vittima. Il caso viene rinviato alla Corte d’Appello per una nuova valutazione.

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Pubblicato il 5 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto con Destrezza: Quando l’Abilità Fa la Differenza

Il furto con destrezza è una figura di reato che solleva spesso dubbi interpretativi. Non ogni furto commesso con astuzia rientra automaticamente in questa aggravante. Una recente sentenza della Corte di Cassazione, la n. 11737 del 2025, offre un chiarimento fondamentale: approfittare semplicemente di una distrazione altrui non è sufficiente. Vediamo nel dettaglio il caso e i principi affermati dai giudici.

Il Caso: Furto Notturno in un Garage

I fatti riguardano un individuo condannato in primo e secondo grado per furto pluriaggravato. L’imputato si era introdotto nottetempo in un garage e aveva sottratto dei beni dall’ufficio. Le aggravanti contestate erano l’aver agito con destrezza e travisato (indossando un cappellino), oltre alla recidiva. La difesa dell’imputato ha presentato ricorso in Cassazione, contestando in particolare la sussistenza della destrezza.

L’Aggravante del Furto con Destrezza Sotto la Lente della Cassazione

Il punto cruciale del ricorso riguardava l’interpretazione dell’aggravante della destrezza. Secondo la difesa, l’imputato si era limitato ad approfittare di una situazione favorevole: il guardiano si era addormentato e la porta dell’ufficio era stata lasciata aperta. Questa condotta, secondo il ricorrente, non integrava quella particolare abilità richiesta dalla norma.

Il Principio delle Sezioni Unite ‘Quarticelli’

La Corte di Cassazione ha accolto questa tesi, richiamando l’importante sentenza ‘Quarticelli’ delle Sezioni Unite (n. 34090/2017). Questo precedente ha stabilito che l’aggravante della destrezza sussiste solo quando l’agente pone in essere una condotta caratterizzata da particolare abilità, astuzia o avvedutezza, idonea a sorprendere, attenuare o eludere la sorveglianza del detentore sul bene. Non è sufficiente, invece, che l’agente si limiti ad approfittare di situazioni, non provocate, di disattenzione o di momentaneo allontanamento della vittima. Nel caso di specie, approfittare del sonno del custode è stato ritenuto un mero sfruttamento di un’occasione favorevole, non un atto di speciale abilità.

Altre Questioni: Travisamento, Recidiva e Particolare Tenuità

Il ricorso affrontava anche altri punti, che però sono stati respinti dalla Corte:
Travisamento: La contestazione sull’aggravante del travisamento è stata dichiarata inammissibile perché non era stata sollevata nel precedente grado di giudizio.
Recidiva: La Corte ha ritenuto correttamente motivato l’aumento di pena per la recidiva, basandosi sulle dinamiche dell’azione e sulla ‘dimestichezza’ dell’imputato con i reati contro il patrimonio.
Particolare tenuità del fatto: È stata esclusa l’applicazione dell’art. 131-bis c.p. a causa della non irrisoria entità della somma sottratta e della concreta offensività della condotta.

Le Motivazioni della Corte di Cassazione

La Corte ha motivato l’annullamento parziale della sentenza distinguendo nettamente tra l’abilità che crea un’opportunità e lo sfruttamento di un’opportunità già esistente. L’essenza dell’aggravante del furto con destrezza risiede nella capacità dell’autore del reato di distogliere attivamente l’attenzione della vittima o di neutralizzare le sue ordinarie difese con un’azione astuta e imprevedibile. Nel caso del guardiano addormentato, la vigilanza era già venuta meno per cause indipendenti dall’azione del ladro. Pertanto, la condotta dell’imputato non ha superato quel livello di ordinaria clandestinità tipico di ogni furto, mancando dell’elemento specializzante della particolare abilità richiesto dalla legge. Per gli altri motivi di ricorso, la Corte ha ritenuto le decisioni dei giudici di merito corrette e adeguatamente motivate.

Conclusioni: Le Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa pronuncia ribadisce un principio di diritto cruciale per la corretta applicazione dell’aggravante del furto con destrezza. La decisione ha importanti implicazioni pratiche: per poter contestare tale aggravante, l’accusa dovrà dimostrare un quid pluris rispetto al semplice approfittamento di una circostanza favorevole. Sarà necessario provare che l’imputato ha messo in campo una specifica e non comune abilità per superare la vigilanza della vittima. Per gli operatori del diritto, ciò significa porre maggiore attenzione, in fase di difesa, alla ricostruzione fattuale per distinguere le situazioni di mera opportunità da quelle di effettiva destrezza. La sentenza è stata quindi annullata con rinvio alla Corte d’Appello, che dovrà riesaminare il caso attenendosi a questo principio, con possibili conseguenze sulla determinazione finale della pena.

Quando si applica l’aggravante del furto con destrezza?
L’aggravante del furto con destrezza si applica solo quando l’autore del reato compie un’azione caratterizzata da particolare abilità, astuzia o avvedutezza, capace di sorprendere o eludere la sorveglianza della vittima. Non è sufficiente approfittare di una situazione di disattenzione preesistente e non provocata, come il sonno di un guardiano.

È possibile contestare un’aggravante per la prima volta in Cassazione?
No, la Corte ha dichiarato inammissibile il motivo relativo all’aggravante del travisamento perché non era stato contestato nei motivi d’appello. Vige il principio ‘tantum devolutum, quantum appellatum’, secondo cui il giudice superiore può decidere solo sui punti della sentenza precedente che sono stati specificamente impugnati.

Perché è stata esclusa la causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto?
La Corte ha ritenuto che la causa di non punibilità di cui all’art. 131-bis c.p. non fosse applicabile nel caso di specie. La decisione si basa su una valutazione complessiva del fatto, che ha tenuto conto della non irrisoria entità della somma sottratta, dell’offensività e della pericolosità concreta della condotta, elementi che escludono la particolare tenuità del fatto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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