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Furto aggravato supermercato: l’appello è inammissibile

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibile il ricorso di una donna condannata per tentato furto in un esercizio commerciale. La decisione conferma che nel caso di furto aggravato supermercato, la sorveglianza saltuaria non è sufficiente a escludere l’aggravante delle cose esposte alla pubblica fede. Inoltre, l’inammissibilità del ricorso preclude l’applicazione di nuove leggi più favorevoli, come la procedibilità a querela introdotta dalla Riforma Cartabia.

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Pubblicato il 11 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto aggravato supermercato: Cassazione chiarisce i limiti della sorveglianza

Il tema del furto aggravato supermercato è costantemente al centro del dibattito giurisprudenziale. Una recente ordinanza della Corte di Cassazione, la n. 13847/2024, offre spunti cruciali sull’applicazione dell’aggravante delle cose esposte alla pubblica fede e sugli effetti processuali di un ricorso inammissibile. La Corte ha ribadito che una sorveglianza meramente occasionale non è sufficiente a escludere l’aggravante, consolidando un principio di fondamentale importanza pratica.

I Fatti del Caso

Il caso riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per tentato furto aggravato, commesso il 17 settembre 2022. L’imputata aveva tentato di sottrarre merce esposta sugli scaffali di un supermercato. La sua difesa ha presentato ricorso in Cassazione, basandosi su tre motivi principali: l’errata applicazione dell’aggravante delle cose esposte alla pubblica fede, la valutazione della recidiva e l’adeguatezza della pena inflitta.

Secondo la difesa, la presenza di personale di vigilanza all’interno dell’esercizio commerciale avrebbe dovuto escludere l’aggravante, in quanto la merce non poteva considerarsi completamente priva di custodia.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha dichiarato il ricorso inammissibile, confermando integralmente la decisione della Corte d’Appello di Brescia. I giudici hanno ritenuto i motivi del ricorso infondati e riproduttivi di censure già esaminate e respinte nei gradi di merito.

La Corte ha colto l’occasione per riaffermare alcuni principi consolidati e per chiarire l’impatto dell’inammissibilità del ricorso sulle novità legislative, in particolare quelle introdotte dalla Riforma Cartabia in tema di procedibilità a querela per il reato di furto.

Analisi del furto aggravato supermercato e pubblica fede

Il punto centrale della decisione riguarda l’aggravante di cui all’art. 625, n. 7, del codice penale. La Cassazione ha spiegato che nei supermercati, dove la merce è organizzata con il sistema del “self-service”, la vigilanza del personale è, per sua natura, discontinua e a campione. L’intervento dell’addetto alla sicurezza nel caso di specie è stato definito “casuale”, innescato solo dall’atteggiamento sospetto dell’imputata, e non il risultato di un monitoraggio costante e diretto.

Per escludere l’aggravante, sarebbe necessaria una “custodia continua e diretta” sulla merce. Una vigilanza generica, saltuaria o eventuale non è sufficiente. Pertanto, la merce sugli scaffali di un supermercato rimane “esposta alla pubblica fede”, poiché la sua protezione è affidata principalmente al senso civico dei clienti.

La questione della procedibilità a querela e il ricorso inammissibile

Un altro aspetto di grande rilevanza toccato dall’ordinanza è l’impossibilità di applicare la nuova disciplina sulla procedibilità a querela per il furto, introdotta dal D.Lgs. n. 150/2022. Questa riforma ha reso il furto aggravato ai sensi dell’art. 625 c.p. procedibile a querela della persona offesa.

Tuttavia, la Corte ha ribadito, richiamando una precedente sentenza delle Sezioni Unite (sentenza Salatino), che la declaratoria di inammissibilità del ricorso preclude l’instaurazione di un valido rapporto processuale. Di conseguenza, non possono essere esaminate questioni successive, incluse le modifiche normative più favorevoli all’imputato. L’inammissibilità “congela” la situazione giuridica al momento della sua pronuncia, impedendo alla Corte di rilevare la nuova condizione di procedibilità.

Le Motivazioni

La Corte ha motivato la sua decisione punto per punto. Per quanto riguarda la recidiva, ha ritenuto che la Corte di merito avesse correttamente evidenziato la “accresciuta pericolosità sociale” dell’imputata, basandosi sui suoi numerosi precedenti penali specifici. Sul trattamento sanzionatorio, i giudici hanno confermato che la pena, vicina al minimo edittale, era congrua e adeguatamente motivata in relazione all’entità del fatto e alla personalità negativa dell’imputata, senza necessità di una motivazione analitica e dettagliata. L’inammissibilità è stata quindi la logica conseguenza della manifesta infondatezza di tutti i motivi di ricorso.

Le Conclusioni

L’ordinanza in commento consolida l’orientamento della giurisprudenza sul furto aggravato supermercato, chiarendo che la mera presenza di addetti alla vigilanza non neutralizza l’aggravante dell’esposizione alla pubblica fede se la sorveglianza non è continua e capillare. Inoltre, sottolinea un importante principio processuale: l’inammissibilità del ricorso in Cassazione ha un effetto preclusivo che impedisce l’applicazione di normative sopravvenute più favorevoli, come la procedibilità a querela introdotta dalla Riforma Cartabia. Questa decisione rappresenta un monito sulla necessità di formulare ricorsi solidi e non meramente dilatori, poiché le conseguenze di un’inammissibilità possono essere molto gravose per il ricorrente.

Quando si configura il furto aggravato per esposizione alla pubblica fede in un supermercato?
Si configura quando la merce è disposta sugli scaffali con modalità “self-service”. Secondo la Cassazione, la vigilanza del personale è in questi casi tipicamente occasionale e a campione, non continua e diretta, quindi la merce si considera affidata alla fiducia del pubblico.

Perché la sorveglianza occasionale non esclude l’aggravante del furto in un supermercato?
Perché, per escludere l’aggravante, è necessaria una custodia continua e diretta sulla merce. Una sorveglianza generica, saltuaria o attivata solo da un comportamento sospetto non è sufficiente a garantire una protezione costante, lasciando i beni esposti alla pubblica fede.

Se un ricorso viene dichiarato inammissibile, si può beneficiare di una nuova legge più favorevole?
No. La Corte di Cassazione ha stabilito che la dichiarazione di inammissibilità del ricorso impedisce la formazione di un valido rapporto processuale e, di conseguenza, preclude l’esame di questioni successive, come l’applicazione di una legge più favorevole (ad esempio, una nuova condizione di procedibilità a querela) entrata in vigore dopo la sentenza impugnata.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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