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Furto aggravato supermercato: la Cassazione decide

La Corte di Cassazione conferma la condanna per due individui per furto in un supermercato. Con l’ordinanza n. 11900/2024, viene stabilito che, in caso di furto aggravato supermercato, la semplice presenza di telecamere non esclude l’aggravante dell’esposizione della merce alla pubblica fede, poiché la vigilanza non è continua. I ricorsi sono stati dichiarati inammissibili.

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Pubblicato il 8 novembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto aggravato supermercato: Quando la videosorveglianza non basta

La Corte di Cassazione, con una recente ordinanza, è tornata a pronunciarsi su un tema di grande attualità: il furto aggravato supermercato. La questione centrale riguarda il valore da attribuire alla presenza di sistemi di videosorveglianza e se questi siano sufficienti a escludere l’aggravante dell’esposizione della merce alla pubblica fede. Questa decisione offre importanti chiarimenti sulla differenza tra un controllo preventivo e uno strumento di successiva identificazione.

Il caso in esame: dal Tribunale alla Cassazione

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per un furto commesso all’interno di un supermercato. La Corte d’Appello aveva riqualificato il reato come furto aggravato ai sensi dell’art. 625, nn. 5 e 7 del codice penale, rideterminando la pena. Contro questa decisione, gli imputati proponevano ricorso per Cassazione.

Uno dei ricorrenti lamentava una genericità assoluta nella motivazione della sentenza d’appello. L’altro, invece, contestava specificamente il riconoscimento dell’aggravante dell’esposizione della cosa alla pubblica fede (art. 625, n. 7 c.p.), sostenendo che la presenza di un impianto di videosorveglianza avrebbe dovuto escluderla.

L’aggravante nel furto aggravato supermercato e la decisione della Corte

La Suprema Corte ha dichiarato entrambi i ricorsi inammissibili, fornendo però argomentazioni distinte e molto chiare.

La genericità del primo ricorso

Per quanto riguarda il primo motivo di ricorso, la Corte ha ribadito un principio fondamentale del processo penale: un ricorso per Cassazione non può limitarsi a una generica lamentela sulla motivazione. È necessario, invece, che l’imputato articoli in modo dettagliato le specifiche carenze o illogicità della sentenza impugnata, collegandole ai fatti concreti. In assenza di tale specificità, il ricorso viene considerato inammissibile.

L’infondatezza del secondo ricorso: la pubblica fede

Il cuore della decisione riguarda il secondo ricorso. La Cassazione ha confermato che la circostanza aggravante dell’esposizione della cosa alla pubblica fede sussiste pienamente nel caso di un furto aggravato supermercato che adotta il sistema del self-service. Questo perché la merce è direttamente accessibile ai clienti, e la vigilanza del personale è, per sua natura, occasionale e non continua.

Le Motivazioni della Cassazione

La Corte ha spiegato che, per escludere l’aggravante, è necessaria una custodia continua e diretta sulla merce, cosa che non si verifica nei supermercati. Una vigilanza saltuaria o a campione non è sufficiente.

Il punto cruciale della motivazione riguarda la videosorveglianza. Secondo la giurisprudenza consolidata richiamata dalla Corte, un sistema di telecamere è un mero strumento di ausilio per l’identificazione successiva degli autori del reato. Non è, di per sé, idoneo a garantire l’interruzione immediata dell’azione criminosa. Di conseguenza, la sua presenza non fa venir meno l’affidamento alla correttezza dei clienti (la pubblica fede) su cui si basa il sistema di vendita self-service.

Solo una sorveglianza specificamente efficace nell’impedire in tempo reale la sottrazione del bene potrebbe escludere l’aggravante. Nel caso di specie, la Corte d’Appello aveva correttamente evidenziato la mancanza di altri presidi di sicurezza, il compimento dell’azione in orario notturno e la completa accessibilità delle aree comuni, rendendo la decisione pienamente legittima.

Conclusioni

Questa ordinanza consolida un orientamento giurisprudenziale di grande importanza pratica. Le conclusioni che possiamo trarre sono due:

1. L’aggravante della pubblica fede nei supermercati è la regola: In un esercizio commerciale con modalità self-service, la merce si considera esposta alla pubblica fede. La presenza di telecamere, di per sé, non modifica questa condizione, a meno che non sia integrata da un sistema di sorveglianza continua e diretta in grado di prevenire il furto.
2. La specificità dei ricorsi è essenziale: Per contestare efficacemente una sentenza di condanna in Cassazione, non basta una critica generica. È indispensabile articolare motivi precisi, dettagliati e ancorati ai fatti di causa, pena la dichiarazione di inammissibilità del ricorso.

La presenza di telecamere in un supermercato esclude automaticamente l’aggravante del furto per esposizione alla pubblica fede?
No, secondo la Corte di Cassazione, un sistema di videosorveglianza è generalmente uno strumento di controllo a posteriori e non una vigilanza continua e diretta. Pertanto, la sua sola presenza non è sufficiente a escludere l’aggravante nel contesto di un furto aggravato supermercato, a meno che non sia provato che il sistema era specificamente efficace nell’impedire la sottrazione.

Perché un ricorso in Cassazione può essere dichiarato inammissibile per genericità?
Un ricorso è inammissibile per genericità quando si limita a lamentare una carenza di motivazione senza indicare in modo preciso e dettagliato le specifiche omissioni o illogicità della sentenza impugnata, né le collega agli elementi di fatto e di diritto del caso. Deve contenere una prospettazione chiara dei motivi per cui si ritiene errata la decisione precedente.

Cosa si intende per ‘esposizione della cosa alla pubblica fede’ in un supermercato?
Significa che la merce è lasciata alla portata dei clienti in un sistema di vendita self-service, dove la vigilanza del personale è per sua natura occasionale e a campione. L’esercente si affida quindi alla correttezza generale dei clienti (la ‘pubblica fede’), e sottrarre la merce in queste condizioni costituisce un’aggravante del reato di furto.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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