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Furto aggravato supermercato: la Cassazione conferma

La Corte di Cassazione ha dichiarato inammissibili i ricorsi di due imputati condannati per furto aggravato supermercato. La Corte ha ribadito che la merce esposta in un’area self-service è soggetta all’aggravante dell’esposizione a pubblica fede, poiché la sorveglianza del personale è solo occasionale e non continua, non garantendo una custodia diretta sui beni.

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Pubblicato il 1 dicembre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Aggravato Supermercato: La Sorveglianza Discontinua Non Esclude l’Aggravante

Un recente provvedimento della Corte di Cassazione ha riaffermato un principio fondamentale in materia di furto aggravato supermercato, chiarendo le condizioni che integrano la circostanza dell’esposizione a pubblica fede. Con l’ordinanza in esame, i giudici hanno dichiarato inammissibili i ricorsi di due persone condannate per aver sottratto merce elettronica da un punto vendita. La decisione si concentra sulla natura della sorveglianza nei negozi con sistema self-service e sulle sue implicazioni legali.

I Fatti del Caso: Il Furto di Apparecchiature Elettroniche

Due individui venivano condannati in primo e secondo grado per il reato di furto pluriaggravato in concorso. Nello specifico, si erano impossessati di tablet e altri dispositivi elettronici per un valore complessivo di quasi 1.500 euro all’interno di un supermercato. Entrambi decidevano di ricorrere per cassazione, sollevando diverse questioni, tra cui la contestazione della sussistenza di una specifica circostanza aggravante.

La Decisione della Corte di Cassazione

La Suprema Corte ha rigettato entrambi i ricorsi, dichiarandoli inammissibili e condannando i ricorrenti al pagamento delle spese processuali e di una sanzione pecuniaria. La Corte ha esaminato separatamente i motivi di ricorso, fornendo importanti chiarimenti sia sul piano del diritto sostanziale che su quello processuale.

Furto Aggravato Supermercato e l’Esposizione a Pubblica Fede: le motivazioni

Il punto centrale della decisione riguarda la contestazione di uno dei ricorrenti circa la configurabilità della circostanza aggravante dell’esposizione della cosa alla pubblica fede (prevista dall’art. 625, n. 7, del Codice Penale). Secondo la difesa, la presenza di personale di vigilanza nel supermercato avrebbe dovuto escludere tale aggravante.

La Cassazione ha respinto questa tesi, aderendo al suo consolidato orientamento giurisprudenziale. I giudici hanno spiegato che nei supermercati, dove la scelta dei prodotti avviene con il metodo del “self-service”, la merce è per sua natura esposta alla pubblica fede. La sorveglianza esercitata dagli addetti, infatti, non è continua e diretta su ogni singolo bene, ma si caratterizza per essere occasionale, a campione o saltuaria.

Per escludere l’aggravante, sarebbe necessaria una custodia “continua e diretta” sulla merce, tale da impedire un facile impossessamento da parte di terzi. Una vigilanza generica non è sufficiente a garantire questa protezione. Di conseguenza, la Corte ha ritenuto che la Corte d’Appello avesse correttamente applicato la legge, confermando la sussistenza dell’aggravante.

Questioni Procedurali e Travisamento della Prova: le motivazioni

Il secondo ricorso sollevava, tra le altre cose, un presunto travisamento della prova riguardo all’identificazione di uno degli imputati come autore materiale del furto. Anche questo motivo è stato giudicato inammissibile.

La Cassazione ha ricordato che il suo ruolo non è quello di un terzo grado di giudizio nel merito, ma di un controllo sulla corretta applicazione della legge (giudizio di legittimità). Non è possibile, in questa sede, richiedere una nuova valutazione delle prove o proporre una lettura alternativa dei fatti già esaminati dai giudici dei gradi precedenti. Il motivo di ricorso, essendo riproduttivo di censure già respinte e volto a una rivalutazione del materiale probatorio, è stato quindi rigettato.

Conclusioni: Implicazioni Pratiche della Sentenza

Questa ordinanza consolida un principio di grande rilevanza pratica. Chi commette un furto in un supermercato o in un negozio con modalità self-service difficilmente potrà evitare la contestazione dell’aggravante dell’esposizione a pubblica fede. La semplice presenza di commessi o addetti alla sicurezza non è, di per sé, sufficiente a escluderla, a meno che non si dimostri l’esistenza di un controllo costante e diretto sulla merce. La decisione ribadisce inoltre i limiti del ricorso per cassazione, che non può essere utilizzato per rimettere in discussione l’accertamento dei fatti compiuto nei precedenti gradi di giudizio.

Quando la merce in un supermercato si considera “esposta alla pubblica fede”?
La merce esposta sugli scaffali di un supermercato con sistema “self-service” si considera esposta alla pubblica fede perché il proprietario la rende accessibile confidando nel senso di onestà generale, senza esercitare una custodia diretta e continua su di essa.

Una sorveglianza occasionale o a campione da parte degli addetti è sufficiente a escludere l’aggravante del furto?
No. Secondo la Corte di Cassazione, per escludere l’aggravante dell’esposizione a pubblica fede è necessaria una custodia continua e diretta sulla cosa. Una vigilanza generica, saltuaria o a campione, come quella tipicamente presente nei supermercati, non è considerata sufficiente.

È possibile contestare in Cassazione la ricostruzione dei fatti operata dal giudice di merito?
No, di regola non è possibile. Il ricorso in Cassazione è un giudizio di legittimità, non di merito. Non si può chiedere alla Corte di rivalutare le prove o di fornire una diversa interpretazione dei fatti, a meno che non si denunci un vizio specifico come il travisamento della prova, che però deve emergere in modo palese dagli atti processuali.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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