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Furto aggravato: quando il ricorso è inammissibile

La Corte di Cassazione dichiara inammissibile il ricorso di un imputato condannato per furto aggravato. La decisione si basa sulla manifesta infondatezza e aspecificità dei motivi, che reiteravano argomentazioni già respinte in appello. La Corte ha confermato che la premeditazione, il valore della merce (superiore a 90 euro) e l’azione in concorso sono elementi sufficienti per negare la particolare tenuità del fatto e altre attenuanti, ribadendo l’ampia discrezionalità del giudice nella concessione della sospensione condizionale della pena.

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Pubblicato il 28 ottobre 2025 in Diritto Penale, Giurisprudenza Penale, Procedura Penale

Furto Aggravato: La Cassazione e i Limiti del Ricorso

Una recente ordinanza della Corte di Cassazione ci offre importanti spunti di riflessione sui requisiti di ammissibilità del ricorso e sui criteri di valutazione del furto aggravato. La Suprema Corte ha dichiarato inammissibile il ricorso di un imputato, confermando la condanna per aver sottratto beni per un valore superiore a 90 euro da un esercizio commerciale. Analizziamo insieme i punti salienti di questa decisione.

I Fatti di Causa

Il caso riguarda una persona condannata in primo e secondo grado per il reato di furto aggravato. La Corte d’Appello aveva parzialmente riformato la sentenza del Tribunale, rideterminando la pena in due mesi e venti giorni di reclusione e 93,00 euro di multa. Le aggravanti contestate derivavano dalla premeditazione dell’azione, evidenziata dal fatto che l’imputato era entrato nel negozio con uno zaino vuoto, e dalla commissione del fatto in concorso con un complice. Contro questa decisione, l’imputato ha proposto ricorso per Cassazione, lamentando diversi vizi di legge e di motivazione.

I Motivi del Ricorso e la Valutazione della Corte

L’imputato ha basato il suo ricorso su tre motivi principali:
1. Mancata esclusione della punibilità per particolare tenuità del fatto: Si contestava la decisione dei giudici di merito di non applicare la causa di non punibilità, data la lieve entità del reato.
2. Mancato riconoscimento dell’attenuante del danno di speciale tenuità: Si lamentava il mancato riconoscimento della circostanza attenuante legata al valore esiguo del danno patrimoniale.
3. Mancata concessione della sospensione condizionale della pena: Si criticava il diniego dei benefici della sospensione della pena e della non menzione della condanna nel casellario giudiziale.

L’Analisi della Corte sul furto aggravato

La Corte di Cassazione ha rigettato tutti i motivi, dichiarando il ricorso inammissibile. La Corte ha sottolineato come il primo motivo fosse una mera riproposizione di argomenti già esaminati e respinti dalla Corte d’Appello, risultando quindi aspecifico. Un ricorso, per essere ammissibile, deve contenere una critica argomentata e specifica contro la sentenza impugnata, non limitarsi a ripetere le stesse difese.

Sul secondo motivo, relativo alla tenuità del danno, i giudici hanno ritenuto la decisione della Corte d’Appello logica e corretta, poiché il valore dei beni rubati, superiore ai 100 euro, non poteva essere considerato ‘irrisorio’ o ‘lievissimo’.

Infine, riguardo alla sospensione condizionale, la Cassazione ha ribadito che si tratta di un beneficio rimesso alla discrezionalità del giudice. L’assenza di precedenti penali non è sufficiente a garantirne la concessione automatica. Il giudice deve formulare un giudizio prognostico sulla futura condotta del reo, basandosi su tutti gli elementi a disposizione, inclusi i procedimenti pendenti e le condizioni di vita dell’imputato, come in questo caso la mancanza di un reddito stabile.

Le motivazioni

Le motivazioni della Suprema Corte si fondano su principi consolidati della giurisprudenza di legittimità. In primo luogo, viene ribadito il concetto di inammissibilità del ricorso per aspecificità quando questo si limita a una ‘pedissequa reiterazione’ dei motivi già presentati in appello. Tale approccio non assolve alla funzione tipica del ricorso, che è quella di criticare in modo puntuale le rationes decidendi della sentenza impugnata.

Inoltre, la Corte ha chiarito che, ai fini del diniego della particolare tenuità del fatto, la motivazione della Corte d’Appello era solida e autosufficiente. Elementi come la condotta premeditata, l’azione in concorso e il valore non trascurabile della refurtiva sono di per sé sufficienti a giustificare l’esclusione del beneficio, rendendo non decisiva l’ulteriore argomentazione sull’abitualità della condotta. Per quanto riguarda la sospensione condizionale della pena, la decisione si basa sulla corretta applicazione dell’art. 133 del codice penale, che affida al giudice un potere discrezionale basato su una valutazione complessiva della personalità del reo e delle circostanze del reato.

Le conclusioni

L’ordinanza in esame conferma che la strada del ricorso in Cassazione è stretta e richiede un’argomentazione rigorosa e specifica. Per i casi di furto aggravato, la decisione evidenzia come le modalità della condotta e il valore del bene sottratto siano fattori determinanti nella valutazione sia della tenuità del fatto sia del danno. Infine, viene riaffermato un principio cardine del nostro sistema: i benefici come la sospensione condizionale della pena non sono un diritto automatico, ma il risultato di una valutazione discrezionale del giudice, finalizzata a prevedere se il condannato si asterrà dal commettere futuri reati.

Quando un motivo di ricorso in Cassazione è considerato inammissibile per genericità?
Un motivo di ricorso è considerato inammissibile quando si risolve nella pedissequa reiterazione di argomenti già dedotti in appello e puntualmente disattesi dalla Corte di merito, omettendo di formulare una critica argomentata e specifica contro la sentenza oggetto di ricorso.

La premeditazione e il valore della merce possono escludere la ‘particolare tenuità del fatto’ in un furto aggravato?
Sì, la Corte ha stabilito che elementi come la condotta premeditata (ad esempio, entrare in un negozio con uno zaino vuoto), l’azione in concorso con un complice e un valore dei beni sottratti non irrisorio (in questo caso, superiore a 100 euro) sono sufficienti a giustificare il diniego della causa di non punibilità per particolare tenuità del fatto.

L’assenza di precedenti condanne garantisce la concessione della sospensione condizionale della pena?
No. La concessione di tale beneficio è rimessa alla discrezionalità del giudice, il quale deve presumere che il colpevole si asterrà dal commettere ulteriori reati. Tale presunzione non deriva automaticamente dall’assenza di precedenti, potendo il giudice basare un convincimento contrario anche su altri elementi come il comportamento processuale, i procedimenti pendenti o le precarie condizioni economiche e di vita dell’imputato.

La selezione delle sentenze e la raccolta delle massime di giurisprudenza è a cura di Carmine Paul Alexander TEDESCO, Avvocato a Milano, Pesaro e Benevento.

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